La costa delle star e la masseria dell’enoturismo. Una terra di grande bellezza che piace e attira sempre più attori, registi, pop star, magnati dell’industria, ma ancora cela angoli autentici, lontani dai riflettori, tutti da scoprire
Qualcuno la giudica la nuova frontiera turistica d’Italia, con numeri costantemente in crescita nonostante la crisi. Centri come Gallipoli registrano presenze estive che fanno pensare più a Rimini che a una cittadina del profondo sud ricca di monumenti e storia marinara. Il Salento piace, sempre di più, perché riesce a conciliare turismo di massa e di nicchia, movida e privacy. Altro punto di forza è certamente la varietà degli ambienti costieri, con le scogliere intervallate da magnifici fiordi tra Otranto a Leuca, e le spiagge dorate dello Ionio. Ovunque incetta di bandiere blu a premiare acque e lidi incontaminati.
Alle bellezze naturali si aggiunga un patrimonio storico-architettonico particolarmente vasto e interessante, con testimonianze che vanno dalla preistoria, tra dolmen e mura ciclopiche, al barocco salentino, che utilizza la tipica pietra candida leccese, capace di enfatizzare appieno la luce abbagliante della terra fra i due mari. Negli ultimi anni c’è stata poi un’opera costante di recupero e valorizzazione culturale di generi musicali legati alla tradizione contadina, ma perfettamente in sintonia con la voglia di danzare e scatenarsi del pubblico più giovane nelle calde serate estive. Lo scorso agosto per il concertone de La notte della taranta si sono ritrovate a Melpignano più di 150 mila persone, coinvolte in un’estasi ipnotica collettiva durata fino all’alba, fremendo sulle note di violini, fisarmonica e sottofondo di tamburelli con un’intensità e un coinvolgimento degno di un rave party oceanico.
Ma Salento è anche sinonimo di cibo genuino e cucina strepitosa, con il sostegno di olio d’oliva e vini di qualità: burrate, mozzarelle, ortaggi in varie preparazioni, pesce e frutti di mare, paste della tradizione (maritati, trie, orecchiette), dolci squisiti (dal pasticciotto alle pitteddre), catturano il visitatore e lasciano un ulteriore strascico di nostalgia.
Tutto questo premesso, e considerando i prezzi decisamente accessibili, è facile capire come il turismo dei grandi numeri si stia orientando verso il tacco d’Italia, così come, già da qualche tempo, una serie di celebrities abbia scelto proprio la terra salentina per fissare la propria dimora estiva o addirittura stabile. Solo per fare qualche nome, la grande Helen Mirren e il marito regista americano Taylor Hackford hanno acquistato una masseria fortificata del ‘500 a Tiggiano presso Santa Maria di Leuca a un Km dal mare, facendone l’abitazione principale e hanno aperto un locale in piazza a Ticase. Gérard Depardieu ha preso casa a Lecce, Franco Nero già da molti anni a Castro Marina, Milo Manara a Santa Maria al Bagno. Ma fra ville storiche, antiche masserie e tradizionali pajare è una rincorsa ad accaparrarsi buen ritiro immersi nella natura, in campagne costellate da uliveti secolari oppure in centri storici dal fascino incomparabile. Giuseppe De Iaco è uno degli architetti che restaura pajare, case barocche, masserie nella zona di Tricase.
Il territorio prediletto da masse e vip va dal capoluogo all’estrema punta dello Stivale e gravita su località marine ormai ben conosciute. Rocce e spiagge dalle acque turchesi si inseguono sull’Adriatico da Roca Vecchia fino a Otranto, passando per oasi naturali e centri balneari come San Foca, Torre dell’Orso, laghi Alimini, Frassanito, Baia dei Turchi. La bella e vivace città marina, patrimonio UNESCO, con l’imponente castello aragonese, gli stretti vicoli e la chiesa normanna di Santa Maria Annunziata, viene letteralmente presa d’assalto nei mesi estivi, ma è davvero imperdibile. Da Otranto a Leuca si snoda una corniche fra le più spettacolari d’Europa, con punti di assoluto valore estetico, come Porto Badisco, profonda spaccatura costiera con grotte e minuscole spiagge incantevoli, Santa Cesarea Terme, dal fascino un poco retrò, Castro Marina (che contende a Porto Badisco l’essere stato il luogo dell’approdo di Enea fuggito da Troia) e lo strapiombo del Ciolo, con i tuffatori kamikaze.
Sul versante opposto è un rosario di spiagge e lidi molto frequentati, ma non mancano siti naturalistici e cale appartate. Da sud Torre Vado, Marina di Pescoluse, dalle acque smeraldine; e nei dintorni della gettonatissima Gallipoli, Baia di Punta Pizzo, all’interno della Riserva Naturale Isola di Sant’Andrea, con mare trasparente fra pini, timo, lentisco ed elicriso; poi Punta della Suina, mix di natura e lidi per il divertimento notturno, Baia Verde, la più nota e mondana, lo storico Lido San Giovanni, e ancora Rivabella e Lido Conchiglia. Tutta la costa ionica è presidiata da torri di guardia medievali che corrispondono spesso ad altrettante spiagge. Addentrandosi nel Golfo di Taranto le probabilità di trovare zone meno battute aumentano, eccezion fatta per Porto Cesareo, ultimamente ai vertici delle scelte estive salentine. E’ dunque lecito chiedersi che cosa accadrà all’uscita nelle sale del musical epulo-americano Walking On Sunshine, girato tra Lecce e i lidi dello Ionio…
Meglio premunirsi, e se si preferisce bellezza coniugata a tranquillità guardare oltre il consueto del tam tam vacanziero. Siamo ai piedi delle Murge tarantine, nel territorio lievemente ondulato delle Serre, cosparso di ulivi secolari e grandi estensioni di vigneti, che degrada al mare. Qui regna il Primitivo, uvaggio di origini antichissime finalmente portato ai meritati allori da alcuni produttori abili e appassionati. La capitale del regno è Manduria, cittadina fondata dai Messapi dei quali rimangono numerose e pregevoli testimonianze, conservate nel parco archeologico. Si tratta delle cerchia murarie, della più grande necropoli messapica mai scoperta, e dell’affascinante Fonte Pliniano, ricavato in una grotta naturale, probabile luogo di culto. Il centro di Mandria è un intricato labirinto di stradine intervallate da palazzi e chiese, fra le quali spicca la bellissima Chiesa Madre del XV secolo. Sulla costa si trovano alcune aree protette, come la zona delle Saline dei Monaci e Torre Colimena, ambienti palustri a ridosso delle dune, dove si possono incontrare varie specie faunistiche anche rare, dal fenicottero alla gru, dal cavaliere d’Italia all’istrice. Spiagge e acque incontaminate hanno prodotto il ritorno della tartaruga di mare. Quest’anno sono stati rinvenuti dei nidi a Campomarino, e già ora piccoli di Carerra caretta “made in Salento” nuotano nello Ionio.
Altro must delle Serre tarantine sono le masserie storiche, presenti in gran numero. Molte sono state trasformate in residenze ed hanno perso la loro funzione originale di fattorie, depositarie della tradizione contadina. Fortunatamente qualcuna pur aprendosi all’ospitalità ha voluto conservarsi azienda agricola, per calare il visitatore nell’atmosfera più verace di questa terra generosa. E’ il caso della masseria relais Le Fabriche, presso il pregevole paese di Maruggio, situata nell’entroterra proprio ad un paio di chilometri dalla spiaggia delle tartarughe. L’edificio del 1600, in seguito parzialmente modificato e recentemente ristrutturato con gusto e sapienza, domina una distesa di vigneti e uliveti coltivati con metodi biologici. Le cuoche della masseria s’impegnano al massimo per conquistare il palato degli ospiti, invero aiutate dalla bontà e dalla varietà dei prodotti locali, di terra e di mare. Le Fabriche è un buon posto per chi ama viaggiare slow ma non vuole farsi mancare nulla: accoglienza familiare al meglio della nota ospitalità salentina, campagna autentica dove tradizioni e saperi sono un patrimonio da trasmettere e valorizzare, natura viva in un mare incontaminato, nei dintorni borghi e paesi pieni di storia e cultura. L’altro Salento esiste davvero. Ma che resti fra noi.
Intraprendenza e amore per la terra
Erano le dimore dei possidenti terrieri, edificate tra il cinquecento e il settecento. Vere e proprie fattorie, talvolta fortificare, in cui i proprietari risiedevano insieme ai contadini. Oggi le masserie sono un vanto del nostro sud, un patrimonio architettonico non di rado di grande valore, oggetto di recupero e trasformazione. Il relais Le Fabriche di Maruggio è un esempio di valorizzazione degli edifici storici e dell’attività tradizionale portato avanti con coraggio e determinazione da una donna appassionata di questa terra. L’azienda agricola produce secondo disciplinari biologici olio extravergine di oliva e vino, più una piccola quantità di ortaggi per il consumo proprio e degli ospiti.
Il corpo principale della masseria rivela i tipici soffitti a stella, nicchie di antichi stipi e grandi camini. Il bar è ricavato da quello che fu il locale di stagionatura dei caci pecorini, mentre la sala da pranzo, al piano superiore, garantisce una vista strepitosa su olivi e vigneti che traguardano allo Ionio. D’estate si utilizza la terrazza, godendo in più la sera di un firmamento da planetario. L’ex ovile, attiguo alla masseria, ospita ora un’elegante sala polifunzionale per meeting, convention, eventi o cerimonie.
Per soggiornare ci sono delle Junior Suites, inserite armonicamente nell’uliveto e a impatto zero. Spaziose e confortevoli, dotate di climatizzazione a pavimento radiante e shower massage, posseggono un terrazzino privato per momenti di relax all’ombra di alberi centenari. Tutto il buono di una terra quanto mai generosa viene veicolato con sapienza dalle cuoche della masseria attingendo dalla tradizione che esalta in particolare le verdure ma utilizza anche pesce locale e formaggi freschi, soprattutto mozzarelle e burrate delle Murge più, naturalmente, olio e vino dell’azienda.
Tutto questo nasce da una precisa scelta di Alessia Perucci, alla guida della masseria dal 2000.
“Da quando ho deciso di acquistare le Fabriche la mia volontà è stata quella di ricavarne un luogo di charme ma intimamente legato al territorio. Quindi ho pensato ad un intervento conservativo che non snaturasse gli edifici e consentisse agli ospiti di comprendere il valore storico delle masserie.”
L’attività agricola è stata mantenuta, un impegno non indifferente anche considerando il tipo di coltivazioni.
“Le masserie sono nate e si sono sviluppate come grandi aziende agricole abitate, costituendo spesso l’unico centro in mezzo a latifondi molto estesi. Potevano essere casa e rifugio, tanto dei signori quanto dei contadini. Le coltivazioni ne sono parte integrante e mi pare giusto che continui ad essere così.”
Ulivo e vite sono le produzioni principali, condotte in modo innovativo.
“Per entrambe si è scelto di ricorrere a tecniche biologiche. Questo comporta il rischio di avere annate con basse quantità, soprattutto perché miriamo a mantenere alta la qualità, ma dà la garanzia di prodotti che non subiscono trattamenti impattanti: poco, ma buono e sano. In particolare per le uve operiamo un costante monitoraggio dei grappoli. Una mano ce la dà anche il clima, piuttosto caldo e secco, mitigato dalle brezze salmastre del mare. Rame e zolfo sono le uniche armi che usiamo per contrastare i rari parassiti.”
Il vino è una vera passione per Alessia, che è stata anche presidente dell’associazione regionale Donne del Vino e le Fabriche ha ottenuto importanti riconoscimenti.
“Questa è la zona tipica del Primitivo, che solo negli ultimi anni ha ricevuto un’adeguata attenzione. Il nostro vino ha vinto diversi premi. Ma sono convinta che il territorio si presti anche ad altre varietà e infatti mi sono impegnata a sperimentare tecniche e vitigni diversi. Già nel 2003 abbiamo inserito nuovi impianti a spalliera, che si affiancano alle piante più antiche; e così al Primitivo, al Negramaro e al Malvasia nero, si aggiunge un ettaro composto da 200 selezioni diverse di Aglianico. E’ un progetto nato in collaborazione con l’istituto di viticoltura dell’università di Milano per la creazione di un vino completamente nuovo costituito per il 90% da uve di Aglianico e per il 10% di Primitivo: una grande struttura e con originali avvolgenti note fruttate. Stiamo ancora cercando la “formula perfetta”, ma i risultati ottenuti con il nostro Emmaus sono davvero incoraggianti.”
La masseria è l’ideale per un soggiorno di relax, ma volendo c’è tanto da fare.
“Siamo in piena campagna e a due passi dal mare. Quello che offriamo è un ventaglio di possibilità avendo sempre come base e riferimento la tranquillità e il lavoro della masseria e la conoscenza del territorio attraverso diverse esperienze. Organizziamo corsi di cucina tipica, degustazioni di vino e olio, e poi per il benessere trattamenti in camera. Per raggiungere il mare e i dintorni ci si può dimenticare l’auto perché ci sono biciclette a disposizione. Abbiamo anche una spiaggia attrezzata convenzionata, organizziamo escursioni a cavallo nelle Serre e gite in barca; per i più sportivi corsi di vela e immersione. Qui si tengono anche stage di yoga approfittando dell’atmosfera particolare della masseria. Ma soprattutto siamo felici di condurre i visitatori alla scoperta dei tanti luoghi molto belli e di una cultura che, per fortuna, ancora tramanda valori importanti che vanno conosciuti e rispettati”.
Testo di Teresa Scacchi RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM