Vienna, una città europea all’avanguardia. La capitale dell’Austria stupisce con i suoi musei, le sue gallerie, chef coreani e sperimentazioni di ogni genere.
Qualche anno fa si è gridato al miracolo, o quanto meno alla novità, per la nascita del Museums Quartier, il quartiere dei musei; essenzialmente una grande piazza interna su cui si affaccia uno dei complessi museali più grandi del mondo. Questa volta Vienna ha davvero “svoltato” progettando e realizzando, grazie alle trovate geniali di sei studi di architettura, un lungo viale interno al nuovo campus universitario della facoltà di economia che non è solo, appunto, l’asse su cui affacciano stravaganti e colorati edifici di aule e biblioteche, ma una strada su cui si vede gente comune: mamme a passeggio, ragazzi su skateboard, famiglie in giro stile weekend. Insomma l’università che esce fuori dai suoi stessi confini per incontrare la gente. E gli abitanti della capitale austriaca sembrano gradire: in molti si fermano ai bar moderni affacciati sul viale, come se si trattasse di una via del centro.

Non fatevi incantare dalle carrozze che ancora portano in giro i turisti nel nucleo storico: Vienna è ormai una città contemporanea e creativa. Una moderna metropoli europea in cui una ragazza, Verena Palzenberger, proprietaria di un caffè che si chiama Chimbiss, ha pensato di reinventare la Sacher (che continua ad essere ottima nella versione classica), decorandola con frutti di bosco e fichi. E dove un’altra, Theresya Kohlmayr, architetto, insieme a due colleghi, converte vecchi negozi abbandonati in hotel room dallo stile molto urban. E ancora un altoatesino, Martin, con moglie viennese e che ha studiato pedagogia delle erbe, si è inventato un heurigen, uno di quei posti dove si beve il vino sulle colline di Vienna del tutto sui generis: con pochi tavoli a contatto con i vigneti, dove si servono piatti a base di prodotti altoatesini, tutti ingentiliti dalla presenza di fiori ed erbe spontanee che crescono accanto alle vigne. Non ci si meraviglia più di niente a Vienna, città europea sì ma più ad est che ad ovest: né ci si stupisce che la colazione più alla moda si chiami Shakshuka, cioè uova con pomodoro, peperoni e vari altri ingredienti, accompagnate con pane piatto lievitato e servita al ristorante israeliano Neni al Naschmarkt, né tantomeno che la donna chef più famosa della città sia coreana, Kim Sohyi. E ancora che lo chef del momento, a Vienna, sia di origine greca, Kostantin Filippou.

E così due tra i ristoranti più in voga, Labstelle e Kussmaul, si sfidano oltre che in cucina –la Flying Breakfast di Labstelle che comincia con pane burro e marmellata per poi proseguire con una line up di piattini uno più sfiziosi dell’altro, “contro” lo Shiitake Raviolo di Kussmaul- anche nel decor dei muri delle toilet. Il tramonto, per quelli che non vanno ad ammirarlo sulla terrazza del 25hours Hotel, icona del design cittadino, lo si celebra, ogni sera, nel punto in cui Schwedenplatz incontra il Donaukanal. Da qui, tra le luci variopinte, la silhouette del grattacielo del design centre Stilwerk, e l’andirivieni di persone tra le barche ristorante ormeggiate al canale, le carrozze trainate da cavalli in sosta a Stephansplatz sembrano lontane.
Testo e foto di Arturo Di Casola RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM
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