segue da Nella Terra degli Dei /7
di Arianna e Mattia Giannini
“Se hai deciso di intraprendere un viaggio in India le opzioni sono due: o sai benissimo a cosa stai andando incontro e accetti rischio e avventura o sei un totale sprovveduto e scappi dopo un paio di giorni. L’India è così, è una donna forte che si impone, una donna misteriosa che non ti dà subito fiducia, te la devi conquistare giorno dopo giorno, di conseguenza o la ami o la odi. Noi siamo partiti il 23 luglio 2014 con un bagaglio leggero e nessuna aspettativa ed è stata senza dubbio la scelta migliore: “Aspettati l’inaspettato e non avrai sorprese”.
Alla volta del Taj Mahal. Il treno arriva ad Agra tardi, è notte fonda e non abbiamo prenotato. Giriamo sei alberghi diversi: è tutto pieno e quel poco che avanza è molto costoso. Finiamo all’Amar Hotel, quattromila rupie a notte. Bello, troppo bello per rimanerci cinque ore a dormire e poi andarsene. Uno sfizio necessario che alleggerisce le nostre tasche (a Delhi paghiamo meno di tremila rupie per quattro notti).
Mattino: rapida visita al forte di Agra, vecchio di un migliaio di anni e poi diretti al “main event”: Taj Mahal! Il posto è affollatissimo nonostante il caldo. Rischiamo seriamente di scioglierci: 43°C, con successiva ustione tipica da turista. Il cortile d’accesso al Taj ha tre entrate, noi varchiamo la ovest. Qui le parole rischierebbero sprecarsi in una profusione di inni all’amore. Ma non avete idea di cosa si possa provare a trovarsi davanti a Taj Mahal. Nascosto dietro la muraglia di arenaria rossa, vi ci ha accesso attraverso un’entrata che costringe i turisti a riunirsi, stretti stretti, per poi esplodere in tutta la sua magnificenza pochi metri dopo. E che sorpresa!
“Una lacrima di marmo sulla guancia dell’eternità” lo aveva definito il filosofo indiano Tagore e penso che sia una delle definizioni che meglio renda l’idea. L’imperatore Shah Jahan lo fece costruire in memoria della defunta moglie come memento del suo eterno amore verso questa donna, morta dando alla luce il quattordicesimo filgio. Non per fare i materialisti ma credo che sia una cosa al limite scibile del romanticismo. Si tratta davvero di una delle Sette Meraviglie del mondo da visitare almeno una vota nella vita. Purtroppo, fuori da questa perla marmorea la città di Agra ha ben poco da offrire. Ripartiamo infatti la sera, o almeno ci proviamo…treno in ritardo di due ore. A Delhi però almeno l’albergo è prenotato, fortunatamente. Dalla stazione ci porta un ciclo-risciò che tra me, mio fratello ed i borsoni, rischia di lasciarci la pelle. Anoop Hotel è la nostra casa per quattro giorni, ci offre una camera piccola e non troppo pulita ma per la zona centrale in cui si trova e il prezzo per notte, va alla grande. ? amg
Continua lunedì 22 dicembre…
Foto di Vittorio Sciosia | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com