Belalp Hexe, le streghe delle nevi

Testo e foto di Gisella Motta

Viaggio in in sci lungo la discesa più bizzarra del mondo. Il reportage di un’antica tradizione pagana che si trasforma in festa.

In una mattina di metà gennaio, la nebbia avvolge il villaggio di Blatten. Ma lassù in cima alla montagna un spiraglio di azzurro mi fa ben sperare. Non fa neanche tanto freddo e con gli amici prendo la funivia che porta sino ai piedi del ghiacciaio dell’Aletsch. Dobbiamo sbrigarci perchè di solito, ci dicono, dopo le 8,00 si forma una lunga coda di partecipanti alla discesa popolare più pazza della Svizzera. In un batter d’occhio siamo in cima e come da previsione qualche raggio sbuca dalle nuvole e colora di giallo le baite in legno che si trovano nei pressi delle piste. Evviva, c’è il sole!
Sulla destra lo storico albergo “Belalp”,dove gli inglesi costruirono agli inizi del Novecento un campo da tennis panoramico, mi nasconde la vista del ghiacciaio.L’Aletsch con i suoi 23 chilometri di lunghezza è il più grande ghiacciaio d’Europa e dal 2001 è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità. Una breve sosta al bar con gli amici ci fa attendere la cabina successiva. Le piste ben innevate, incominciano a riempirsi di atleti con gli sci da discesa libera (li riconosco dalla lunghezza e dalla forma) e di strani personaggi travestiti da streghe che si allacciano il pettorale sulla pancia. Parrucche e facce di tutti i colori, i più patriottici hanno perfino disegnata sulle guance la croce bianca su fondo rosso, segno indelebile della bandiera svizzera. Devo dire che anch’io faccio un po’ ridere perchè mi hanno obbligato a vestirmi con una gonna lunga, il naso a punta, il fularino sulle spalle e il casco, obbligatorio anche solo per rimanere ai bordi del tracciato della “Belalp Hexe”; più che una strega sembro proprio una befana!

Svizzera, Aletsch

All’origine di questa manifestazione c’è un’antica leggenda, una storia da brivido non inusuale tra queste montagne vallesane, che narra di una strega, del suo amante e dei loro incontri sotto le sembianze di neri corvi: accusata di aver ucciso il marito, la peccatrice finisce poi condannata al rogo. In memoria di questa vicenda ormai da quasi trent’anni anni a Belalp si svolge questa singolare discesa.
Eccoci al raccordo che conduce agli impianti: certo non è facile fare lo spazzaneve con la gonna stretta! Da qui riesco a vedere l’arrivo del tracciato di gara che, quando le condizioni di neve lo permettono, è lungo ben 12 chilometri con un dislivello di 1800 metri fino ad arrivare a Blatten.  La pista è veramente bella: liscia come un biliardo con piccoli “muri”, belle curve a gomito e, circa a metà, un bel tratto pianeggiante dove si può riprendere il fiato. Mi dispiace proprio non provarla con i miei sci da discesa libera. Giunti alla seggiovia si incominciano a vedere gruppetti da cinque a dieci persone che indossano il medesimo costume. Gli atleti veri invece si riconoscono dalla fretta che hanno di raggiungere la partenza. Dopo aver scattato qualche foto di gruppo mi dirigo verso l’ancora che mi porterà fino in cima.
E’ veramente inusuale veder sciare delle streghe di colore verde mela o viola con la parrucca gialla che usano la scopa come se fosse un bastoncino da sci. Ma i più divertenti forse sono quelli vestiti a quadrettini bianchi e rossi, simili a tante tovaglie da cucina, che trasportano a mo’ di toboga uno slittone carico di ogni genere di vettovaglie. Vengono da tutte le parti della Svizzera per partecipare a quest’evento: ecco il gruppo di “atleti” dell’Appenzell che portano in spalla una botticella rotonda e distribuiscono agli amici l”Appenzeller Alpenbitter” un liquore d’erbe tipico del loro cantone, fumando la loro caratteristica pipa. In tutta la mia vita non ho mai visto una partenza di gara di sci così divertente: fatta eccezione per gli atleti che partono per primi e pensano soprattutto al cronometro, per tutti gli altri è solo un grande divertimento con partenze in gruppo fra grida festose, soste per foto ricordo e immancabili bevute, grazie al bicchierino che ognuno tiene sempre al collo, accessorio indispensabile, pronti ad accettare ogni invito conviviale.
Discendo anch’io, ai bordi della pista e raggiungo il famoso pianoro: ma che succede? Molti gruppi mascherati si sono fermati anzi, per meglio dire accampati in mezzo alla neve. Qualcuno ha addirittura piazzato dei tavolini attorno ai quali si banchetta allegramente con panini, würstel, formaggio, vino, birra e non solo: con perfetta organizzazione (è proprio il caso di dire “svizzera”), si prepara anche la fondue! Man mano che si va avanti nel pomeriggio la festa si allarga e c’è da mangiare e da bere per tutti, turisti e curiosi accorsi qui per godersi lo spettacolo che si aggiungono alle allegre combriccole.

Le streghe delle nevi

Sono le quattro del pomeriggio e il sole incomincia lentamente a tramontare ma le streghe della “Belalp Hexe” con i loro nasi lunghi, le facce scolpite con disegni di ragni e stelle alpine e le ciglia finte continuano imperterrite a ballare, cantare e …a bere. Molte di loro, dopo questa lauta sosta troveranno una scorciatoia per uscire dalla pista senza dover per forza raggiungere il traguardo di Blatten perchè si sa, l’importante, in fondo, è partecipare. Nel 2012 la manifestazione raggiungerà la trentesima edizione e si prevede una grande partecipazione, tanti costumi, colore, allegria e anche un folto pubblico. E a noi non resta che anticipare gli auguri: Buon Compleanno “Belalp Hexe” !
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