Quando la Natura ispira l’Arte: il volto artistico di Saint Moritz

di Lucia Zuzzaro

Mentre a Milano, a Palazzo Reale, si sta per chiudere una grande retrospettiva a Giovanni Segantini (1858-1899), uno dei più grandi pittori europei di fine Ottocento, a Saint Moritz, sono stati inaugurati a inizio dicembre i festeggiamenti per ricordare i 150 dalla nascita del turismo invernale, che proseguiranno fino alla prossima primavera.

La mostra “Segantini. Ritorno a Milano” a cura di Anni-Paule Quinsac, tra le massime esperte dell’artista al mondo, è aperta fino al 18 gennaio 2015, e raccoglie per la prima volta nella metropoli lombarda oltre 120 opere da importanti musei e collezioni europee e statunitensi. Una grande iniziativa – resa possibile grazie  alla partnership tra istituzioni culturali italiane e svizzere – che vuole contribuire a riscoprire il percorso di Segantini a partire dagli esordi milanesi fino al suo trasferimento in Svizzera nel 1886, prima nei Grigioni e, dal 1894 a Maloja in Engadina.

Poster St.Moritz

Con il trasferimento in Svizzera, Segantini affina la sua tecnica pittorica, approdando al divisionismo. Qui protagoniste diventano le Alpi, ma più in generale la Natura, che domina sempre  più la scena in estese composizioni.  Ai capolavori indiscussi del periodo di Savognino, nei Grigioni, Mezzogiorno sulle alpi (1891), Ritorno dal bosco (1890), fanno seguito le monumentali opere in formato orizzontale, come L’ora mesta (1892), Donna alla fonte (1893), Primavera sulle Alpi (1897).

Sebbene privilegiasse il rapporto con l’ambiente alpino, e osservasse da vicino la vita dei contadini, Segantini non si lascia sfuggire la possibilità di allargare e rafforzare le sue relazioni grazie alla presenza di un’ élite cosmopolita, che alloggia nei grandi alberghi e che contribuirà alla sua notorietà a livello internazionale.

Alla mostra allestita a Milano non sono giunte alcune opere importanti come il Trittico dell’Engadina, monumentale opera concepita tra il 1896 e il 1899 e considerata il testamento spirituale dell’artista, che si può osservare solo in video.

L’esortazione è allora di recarsi a visitare prima la mostra milanese, per avvicinarsi all’artista, e di recarsi successivamente in Svizzera, in Engadina, a visitare il museo a lui dedicato che raccoglie la più vasta collezione di sue opere a livello mondiale. www.segantini-museum.ch. Ma anche per osservare direttamente, con lo sguardo analitico del pittore, i panorami straordinari e quell’atmosfera particolare che hanno ispirato l’artista.

E non solo Segantini. Molti altri artisti prima e dopo di lui.

Non è un caso che proprio in Engadina vi sia una ricca concentrazione di gallerie d’arte di alto livello. Dodici di queste sono proprio a St. Moritz, tra le altre, Gmurzynska e Bruno Bischofberger. Anche un parcheggio può essere nobilitato dalla presenza dell’arte: ne è un esempio proprio il parcheggio Serletta, fra la stazione, il lago e il Badrutt’s Palace, dove, ad esempio, la St. Moritz Design Gallery organizza mostre fotografiche a tema storico. In occasione  del giubileo 2104/15 fino al 30 aprile 2015 saranno esposti manifesti ospitati in 32 vetrine illuminate, che celebrano la grande tradizione di turismo invernale e che hanno contribuito alla creazione dell’immagine di St. Moritz nel mondo.

A questo punto il pensiero torna nuovamente a Segantini: se per una serie di ragioni, soprattutto finanziarie, non poté realizzare il grandioso progetto “Panorama dell’Engadina” concepito per l’Esposizione Universale di Parigi del 1900, l’artista attraverso le sue opere del periodo svizzero, si può assimilare senz’altro a un ambasciatore, a un messaggero dei paesaggi svizzeri engadinesi, al ruolo, diremmo oggi, di promotore della bellezza delle alpi e, quindi del turismo, verso questo territorio, aprendo la strada agli autori di manifesti pubblicitari.

Foto web | RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM

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