di Elena Brunello
Singapura. Il nome significava originariamente la “città del leone” sebbene a Singapore i leoni non fossero mai vissuti; piuttosto le tigri. Questi maestosi felini, provenienti dalla vicina Malesia, ricorrono ancora oggi nell’immaginario legato a questo minuscolo e potentissimo stato al largo della costa malese. Singapore, insieme a Hong Kong, Taiwan e la Corea del Sud, fa parte di quel gruppo di economie emergenti a cui ci si riferisce, per la loro forza economica e finanziaria, col termine di “Asian Tigers”, le tigri asiatiche. Pulau Ujong, nome malese di Singapore, è un arcipelago di più di sessanta isole. Il Johor –Singapore Causeway, una lunga striscia di asfalto, che funge da passaggio pedonale, ferrovia, autostrada e acquedotto, la collega alla terraferma. Una città modernissima, immersa nel clima tropicale del sud-est asiatico e che, dagli anni sessanta, è diventata un centro importantissimo per l’economia mondiale. Una città considerata tra le più vivibili, in cui, dalla metà del secolo scorso, i governi si sono impegnati nella preservazione degli spazi verdi e delle riserve naturali, per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. Si tratta di una realtà forse unica nel suo genere. A Singapore vivono più di cinque milioni di abitanti, di cui più della metà sono internazionali. Un’isola consacrata al multiculturalismo, dove le lingue ufficiali sono l’inglese, il malese, il mandarino e il tamil.
Singapore, come è conosciuta oggi, venne fondata nel 1819 da Sir Stamford Raffles come un avamposto commerciale di appoggio alla Compagnia delle Indie Orientali inglese. A partire dal 1860 diventò un importante centro per la coltivazione e la lavorazione della gomma, attirando imprenditori e lavoratori da tutto il continente asiatico.
- Chinatown
Col tempo diventò un punto strategico di controllo per la Corona britannica e per i suoi possedimenti coloniali in Oriente. Con l’apertura nel XIX secolo del canale di Suez i commerci tra Europa e Asia si intensificarono enormemente e Singapore diventò uno dei porti commerciali più grandi del mondo. Dominio degli inglese per decenni, cadde nel 1942 per mano delle truppe giapponesi in quella che Winston Churchill definì come “la più grande sconfitta subita dall’Impero Britannico nella sua Storia”. Rioccupata dal Regno Unito dopo la caduta del Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Singapore diventò uno stato completamente indipendente solo nel 1965. Oggi è una della economie più all’avanguardia e innovative del mondo. Per le sue infrastrutture avanzate, per il basso tasso di corruzione, per gli ingenti investimenti stranieri e una bassa imposizione fiscale, Singapore attrae ormai da decenni migliaia di multinazionali da tutto il mondo.
Come accennato, Singapore è la “città del leone”, un animale che, secondo la leggenda, fu visto cacciare nell’antichità dove orse sorge la città. Il Merlion è forse oggi il più famoso simbolo di questo stato. Disegnato nel 1964 dall’Ufficio del Turismo, si tratta di una statua bianca con testa di leone e corpo di pesce, il cui nome deriva dall’unione tra le parole mermaid (sirena) e lion (leone). Si conservano due copie di questa statua-simbolo, una, quella originale, alla foce del fiume Singapore, e un’altra, più grande, sull’isola di Sentosa. Dalle fauci del leone zampilla l’acqua di una gigantesca fontana, che rinfresca l’atmosfera tropicale nei giorni più caldi, donando sollievo all’oltre un milione di turisti che ogni anno visitano questo monumento. Altro simbolo della città è il Raffles Hotel. Venne fondato nel 1887, in piena epoca coloniale. Tra gli ospiti più famosi di questo albergo-monumento si annoverano Eliszabeth Taylor e Micheal Jackson. Centinaia di stanze lussuose ricavate da una struttura architettonica di una bellezza mozzafiato, con un porticato bianco che ricorda ancora le spedizioni inglesi nel lontano Oriente e che ospita una galleria con oltre quattrocento boutique di lusso. Qui, a bordo piscina o in uno dei suoi bellissimi giardini, sarete sicuri di assaggiare il migliore Singapore Sling, il cocktail leggendario della città. Appena dall’altra parte del fiume, attraversando il quartiere di Downtown, troverete un’altra perla dell’architettura coloniale, il Lau Pa Sat, una struttura vittoriana in ferro battuto usata un tempo come mercato coperto del pesce e che ospita oggi una serie di negozi di souvenir e di artigianato locale. Singapore è anche la città dei giardini e proprio i Giardini Botanici sono stati candidati nel 2012 per entrare a far parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Questo gigantesco paradiso terrestre ideato a metà del XIX secolo è l’unico giardino botanico ad essere aperto continuativamente dalle 5 del mattino fino a mezzanotte, tutti i giorni dell’anno. Un polmone verde nel cuore della città, un luogo fresco e bucolico dove rioposare gli occhi stanchi dalla luce e dal caldo della giornata tra verde lussureggiante e specchi d’acqua, dove gli abitanti vengono a fare jogging o lezione di thai-chi. Vi sentirete davvero in un paradiso tropicale. L’itinerario artistico-culturale per Singapore continua al Museo Peranakam, una struttura che esplora la cultura delle comunità Peranakan nel sud-est asiatico e che è ospitato nell’edificio di quella che un tempo fu la scuola cinese Tao Nan. Oggi questo museo conserva una delle più raffinate collezioni di oggetti Peranakan. Altro museo da non perdere è il ACM, l’Asian Civilisations Museum, il primo museo della regione a ospitare oggetti d’arte pan-asiatica di culture anche molto diverse tra loro. Il cuore pulsante di questa istituzione batte nel multiculturalismo storico della città, che da sempre ospitò generazioni e generazioni di straniere che venivano, per un motivo o per l’altro, a risiedere qui.
- Little India
Furono proprio le ondate di immigrazione nel corso dei secoli a fare di Singapore quel gigantesco melting pot che oggi attrae milioni di turisti e migliaia di imprenditori ogni anno. Ancora oggi nella città si trovano interi quartieri dedicati alle principali culture della città. Little India è un’area colorata e viva situata a est del fiume Singapore. Saprete di essere arrivati nel punto giusto quando sarete sopraffatti dagli aromi speziati che si profondono dalle cucine delle famiglie locali. Le insegne per le strade sono scritte in lingua tamil, nei negozi troverete ogni sorta di artigianato indiano e dai templi e dalle moschee si sentiranno i canti armoniosi che richiamano i fedeli. Lanterne cinesi e case colorate adornano invece il quartiere di Chinatown, uno dei più vivi della città e situato nel distretto di Outram. Altro luogo che merita una visita per il multiculturalismo è il Buddha Tooth Relic Temple, un edificio completato nel 2007 che ospita una gigantesca statua del Buddha nella sala principale, la reliquia di un dente dell’Illuminato e un’altissima pagoda sul tetto. Ultimo quartiere che non si può mancare è quello a luci rosse di Geylang. Se un tempo il quartiere a luci rosse della città era Bugis Street, immortalata da Peter Bogdanovich in Saint Jack, oggi lo scettro è sicuramente passato a Geylan, un’area della città situata sulla costa est e che offre forse la migliore scelta gastronomica della città. Tra riso al cocco, pollo al curry, maiale arrosto, gamberi, tofu e zuppe di arachidi avrete solo l’imbarazzo della scelta tra influenze culinarie indiane, malesi, peranakan e cinesi.
E poi c’è la Singapore scoppiettante dei luoghi trendy, dello shopping, dei parchi divertimento e delle ruote panoramiche. La Singapore contemporanea consacrata al XXI secolo. Se vi sembra solo un hotel, sappiate che non lo è; si tratta del Ritz Carlton, un edificio tempio dell’arte contemporanea. All’entrata vi troverete davanti una gigantesca installazione dell’artista minimalista statunitense Frank Stella. E ancora le leggendarie sculture di vetro e cristallo di Dale Chiluly, pezzi unici di Andy Warhol, di David Hockney e le composizione geometriche di Rainer Gross. Singapore è una delle Mecche dello shopping, insieme a Parigi e New York. Se siete interessati all’elettronica, non potete perdere il Funan Digitalife Mall e Sim Lim Square, dove vengono venduti ogni giorno migliaia di computer, telecamere, macchine fotografiche, cellulari e lettori mp3 al 10 o 20% in meno che negli altri outlet.
- I giardini
Per infrescarvi fate un salto al Marina Bay Sands Park, un mega resort costato 5.5 miliardi. Uno SkyPark di 200 metri di altezza nella forma di una nave appoggiato sopra 55 piani di grattacielo; qui sopra una infinity pool di 150 metri di lunghezza con una vista mozzafiato su tutta la città. La sera recatevi invece sulla storica banchina illuminata da migliaia di luminarie colorate: il Clarke Quay. Tra bar alla moda e ristorantini di classe, qui troverete i party animals di Singapore. Un caleidoscopio di luci e colori nella notte tropicale, un labirinto di locali e negozi, Clarke Quay è il luogo perfetto per una serata nel cuore della città. A pochi chilometri di distanza l’una dall’altra si trovano Haji Lane e Orchard Street, due santuari dello shopping cittadino. La prima si trova nel cuore del quartiere musulmano ed è paragonata spesso al Marais di Parigi e al quartiere Meatpacking District di New York. Orchard Street è invece un viale di 2.2 chilometri consacrati allo shopping, nonché una delle attrazioni turistiche più visitate. Il governo nel 2009 spese più di 40 milioni di dollari per ristrutturare la zona, con nuove luminarie, giardini e sculture. Un tempo, da cui il motivo del suo nome (Viale dei Ciliegi) era la strada che portava verso le piantagioni di noce moscata, di pepe e i giardini di ciliegi. Oggi, seppur in modo diverso e in accordo col suo tempo, rimane pur sempre una località dedita al commercio. La sera, entrate in uno dei luoghi più famosi del panorama musicale techno e dance del mondo; il Ministry of Sound o la diuscoteca Zouk (aperte solo fino alle 3 del mattino) sono un vero e proprio rito di passaggio per la città. E per finire, salite sulla ruota panoramica: la Singapore Flyer. Una ruota alta 165 metri ideata come risposta di Singapore alla London Eye. Da qui avrete la panoramica finale sulla Singapore che preferirete. ? eb
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