Arriverà anche quest’anno puntuale l’appuntamento con la Maratona di Boston, l’evento nel genere più antico al mondo che affonda le sue radici nel 1897, esattamente un anno dopo le prime Olimpiadi dell’era moderna. Non tutti sanno però che il terzo lunedi di aprile, giorno in cui ha luogo la manifestazione, in tutto il New England si festeggia il Patriots’Day. E molti non colgono la connessione che lega i due eventi. Il parallelismo tra quella storica cavalcata notturna, che portò Paul Revere da Charlestown a Lexington per avvertire i capi ddella presenza di rivoltosi, e i maratoneti che ogni anno si danno appuntamento a Hopinkton per la corsa centenaria.
Per non parlare del fatto che lo svolgimento delle battaglie storiche del 19 Aprile 1775, sono oggi più che mai legate per sempre alla tragedia accaduta con l’atto terroristico alla Maratona di Boston del 2013. I runner possono prendere spunto dallo stesso Revere. Il patriota può essere infatti considerato il primo atleta storico di quella notte dell’Aprile 1775; se la sua impresa defatigante può essere interpretata come la corsa d’America contro la tirannia, oggi la marcia dei runner si carica di nuovo simbolismo, quello della lotta contro il terrorismo. Per entrambe un unico traguardo, quello della libertà. Dopo i fatti accaduto nel 2013, i runner odierni sono i nuovi patrioti e l’arrivo a Copley Square è l’emblema della speranza.
Tutti accorrono per partecipare ad una gara che affonda la sue radici dell’antichità greca. Tutti partecipano. I Red Sox si battono in una partita di baseball prima di mezzogiorno, invitando tutti a salutare il sole nascente, ad aprirsi al futuro.
Il terzo lunedi di Aprile a Boston si intrecciano passato e futuro: compassione, coraggio, ottimismo e speranza, sottendono gli eventi storici della capitale del Massachusetts. Oggi come ieri.
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