Cinque Terre, l’elisir dei borghi

Un arcobaleno di colori solari, che nasce dalle rocce bagnate dall’acqua salata del mare, prende vita colorando la scogliera scoscesa, a sostegno di ripide colline terrazzate, ricche di frutti di terre trasformate in borghi da esperti abitanti nel corso dei secoli.

Tra gli stretti caroggi, protetti dalle arpaie, si innalzano variopinte case torri genovesi, che sembrano tinte dalla mano di un abile pittore che, con pastelli dai toni brillanti, impressiona la mente di ogni visitatore, stregando i suoi sensi. Le onde, con ripetuta cadenza, cancellano le ombre immobili delle colonne di case, che si protendono, spavalde, sul mare, mentre barche, provenienti da lontani lidi, cercano un approdo sicuro alle marine, tra le anguste insenature, rompendo la trama delle macchie, di schiuma bianca, sospese sulle creste.

Dall’alba al tramonto sguardi curiosi, senza volto, seguono sull’orizzonte il rincorrersi dei raggi del sole che regalano agli spettatori effetti di luce riflessi sul mare, fino al giungere della notte quando le lampade, come sentinelle, illuminano le case, rilevando angoli caratteristici di rara bellezza ed impatto cromatico emozionante.

Alessandra Piasecka- Manarola

Sono le Cinque Terre, in Liguria, che donano ai visitatori momenti di puro piacere, grazie a luoghi che conducono in un’altra dimensione. Luoghi che fecero innamorare pittori ed artisti che, nell’ottocento, li fecero conoscere al mondo intero immortalando le trasparenze delle acque, i colori delle case, l’unicità delle architetture e l’essenzialità delle strutture.

Considerate una delle aree più affascinanti e caratteristiche del nostro paese e del mondo, nel 1997 vengono riconosciute, dall’UNESCO, patrimonio dell’Umanità. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore sono cinque borghi per lo più inseriti in impervie insenature, abbarbicati su speroni di roccia, a picco sul mare turchese, che con baie ed anfratti, che si stagliano tra gli scogli, si celano ai navigatori.

Tra fortini, mura di cinta e torri, che ricordano le origini dei borghi, le edificazioni urbanistiche più interessanti delle Cinque Terre sono indubbiamente le case torri, tipiche di Vernazza, Manarola, Riomaggiore, realizzate con pietra locale e tetti di ardesia: abitazioni color pastello, rosa, gialle, rosse, verdi, che si innalzano al cielo, abbracciate le une alle altre, per mancanza di spazio, ma anche come tecnica costruttiva per proteggersi dall’attacco dei pirati e dei saraceni che, già dal medioevo, flagellavano e saccheggiavano la costa.

Percorrendo i caratteristici caroggi, gli stretti portici e vicoli ombrosi dei borghi liguri, tra colori dalle diverse tonalità, create dal chiaro scuro della luce che filtra tra le torri, sembra di rivivere i momenti di vita dei giorni passati, che in questi borghi scandiscono ancora le usanze quotidiane come un tempo. Al termine dei coroggi è probabile incontrare le arpaie, tipiche di Vernazza, strette scalinate che separano le case torri nate per unire gli abitati dei borghi e al tempo stesso come sistema difensivo con lo scopo di costringere gli assalitori ad un percorso obbligato che li avrebbe esposti alla controffensiva degli abitanti.

Alessandra Piasecka-Riomaggiore

Un groviglio entusiasmante di “case dai mille nomi”, che viste dal mare si innalzano verticali, circondate da verdi terrazze ricche di alberi di limoni, compongono il borgo di Riomaggiore, conosciuto per aver conservato nel corso dei secoli suggestive peculiarità. Le sue abitazioni hanno infatti un nome proprio, per lo più del primo proprietario, utile per distinguerle quando non esistevano i numeri civici, inoltre sono tutte dotate di due ingressi, uno sul vicolo principale e l’altro sul retro all’altezza del giardino, questo per garantire un piano di fuga ai residenti, nel caso in cui il paese fosse attaccato dai saraceni o dai pirati.

Una lunga e stretta marina, delimitata da una falesia battuta dai flutti del mar della riviera di levante, sembra dare vita, dalla roccia viva, a Manarola, originale dipinto di romantici colori, che domina la costa e tiene a bada le onde, che si infrangono contro un ostacolo naturale a protezione dalla veemenza del Mediterraneo.

Differente dagli altri borghi anche per quanto riguarda le case, che qui non sono alte e strette ma ben più simili a quelle dell’entroterra, Corniglia è il paesino più piccolo e più arroccato delle Cinque Terre. Per raggiungere il centro abitato, dal mare, bisogna salire una irta scalinata, “Lardarina”, composta da 377 gradini.

Dotato, nell’antichità, del più imponente sistema difensivo della costa, Monterosso al Mare, si presenta ai visitatori con un colorato centro storico ricco di botteghe, locande ed osterie, visitabile attraverso vicoli stretti ed intricati, come labirinti.

Con i colori, anche i profumi riempiono le giornate dei villaggi, regalando fragranze di timo, elicriso, rosmarino e lavandula con un contorno di pini marittimi, pini di Aleppo, sugheri e castagni. Innumerevoli specie di piante grasse fanno da contorno ad un paesaggio unico nel suo genere. Olio e vino sono tra i più ricercati d’Italia e vengono ricavati delle uve e dalle olive coltivate nella terra delle caratteristiche colline terrazzate.

Graziose piazzette in posizione centrale, dove si svolge la vita pubblica, conservano intatta l’atmosfera delle tradizioni, che tanto seduce i viaggiatori. Per i turisti abbondano negozietti caratteristici e ristoranti di cucina tipica, nonché focaccerie dove è possibile gustare le prelibatezze locali come la crostata di marmellata e la focaccia ligure.

Qui il tempo sembra essere giudice e maestro ed è proprio questo che fa delle Cinque Terre un luogo di riposo e di riflessione, dove riscoprire i ritmi che dovrebbero scandire i gesti della nostra quotidiana esistenza.

Testo e fotografie di Alessandra Piasecka  RIPRODUZIONE RISERVATA ©  LATITUDESLIFE.COM

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