Il Tesoro di Mr. Wickman

del ‘Columnist’ Federico Formignani

Tutto, a Malta, sembra ‘miniaturizzato’. E se ve lo dice chi scrive, potete crederci. È una sensazione provata più volte nel corso di una ventina di viaggi compiuti nel corso degli anni. I paesini sparsi per le isole di Malta e Gozo sembrano costruiti con mattoncini Lego invecchiati; in qualunque luogo ci si trovi, nella quasi totalità dei casi si vede il mare e questo accentua l’originale impressione di un paese in miniatura. Le baie di una costa frastagliata sono piccole e le penisole che le formano dense di abitazioni. Per di più c’è la bella sensazione di trovarsi in un regno incantato quando l’occhio si posa sulle grandi fortificazioni, sui castelli e sui forti dell’interno, sulle minuscole chiese sparse ovunque, alcune persino sul ciglio delle scogliere meridionali che cadono a precipizio verso un mare intensamente blu. Isole piccole, geograficamente italiane e densamente abitate, che riserbano ai visitatori visioni e scampoli di culture e retaggi storici diversi. Così come diverso, interessante e per certi versi unico – ma sempre in miniatura – è il gioiello pensato, costruito e curato con amore da Victor Wickman. Si tratta del ‘The Wickman Maritime Collection’ nel borgo ‘La Capitana’ in Dwardu Ellul street, località Xghaira, città di Zabbar, Complicato arrivarci? Ma no! Tutti a Malta conoscono la casa e la passione di Victor. Raccogliere e mostrare una raccolta infinita di oggetti del mare, documenti, notizie storiche, gallerie di personaggi che sono venuti in questo paesino (si pronuncia ‘Sciàira) la cui riva fronteggia la Sicilia.

Anni fa, mostrandomi il suo invidiabile ‘tesoro’, Victor mi spiegava che tutto ciò che si vedeva nelle piccole sale era stato raccolto, acquistato, barattato e persino ereditato con e da personaggi del suo mondo; il mondo di chi trascorre la vita più in mare che in terra. Eredità di importanza storica, distribuite nelle ‘Stanze’ Ellerman, Tagliaferro-Gollcher e Mountbatten. Tra i vari Contributors al progetto di Museo, Victor elencava numerosi Cantieri europei, americani, argentini e un lungo elenco di Ammiragli, Capitani, singoli cittadini, tutti irrimediabilmente ‘ammalati’ di mare e di tutto ciò che riguarda la navigazione; tra quelli che oggi potremmo considerare degli ‘sponsor’, figura anche l’Italcantieri di Trieste. Visitare il ‘Meritàim’ (questa è la pronuncia inglese) per di più con il ‘papà’ che l’ha concepito, vuol dire lavorare di fantasia sulla base di oggetti e documenti reali; ciascuno è libero, come è successo a me, di immaginarsi in acque calme o turbolente, a bordo di vascelli o navi da guerra, a ricevere o impartire ordini, a maneggiare strumenti che non sono necessari sulla terra ferma. Grandioso! E un gran numero di oggetti ad occupare ogni anfratto dello spazio disponibile nella Maritime Collection: quadri con tutti i tipi di nodi; suppellettili da cucina; coltelli per le vele e i cordami, lampade in ottone da segnalazione dai differenti colori; binocoli, bussole, carte navali, cerate, stivali, maglioni, strumenti di bordo; persino caschi da palombaro. Un improvviso senso di claustrofobia consiglia di passare ad altro.

Le ‘cose’ importanti delle tre Stanze. Nella Ellerman Room vi sono i documenti, le foto, i disegni – che illustrano i contatti tra le isole Maltesi e i mercanti navali stranieri. Sono quelle navi che dal Gruppo Ellerman d’Inghilterra hanno fatto commerci con Malta sin dalla metà del XIX secolo. Interessante è un set di houseflags usate dalle varie compagnie che formavano il Gruppo, oltre a un modello in quattro piedi del vapore Anadalusian costruito per Ellerman e Papayanni nel 1950. C’è poi una nave a vapore britannica costruita nel 1929, la Gryfevale e un altro modello di nave a motore (la Sameland) di fabbricazione svedese. La Sala Tagliaferro-Gollcher riscopre le atmosfere dei trasporti marittimi mercantili maltesi del XIX secolo. Molti i ritratti (captain’s paintings) di proprietari e conduttori di navigli dell’epoca, tra i quali spicca il ritratto di Biagio Tagliaferro, grande mercante maltese d’origine russa, sulle rotte del Mar Nero. Ultima, ma non meno interessante, la Sala Mountbatten, che ha preso il nome dal celebre casato inglese, sempre unito alle vicende marittime di Malta nella persona carismatica del celeberrimo Conte. Ci sono diversi oggetti navali donati da Ammiragli britannici, oltre a un binocolo e un compasso, omaggio del Duca d’Edimburgo. Dopo aver visto un tripudio di coloratissimi flags, si esce nel sole di Malta e il paesaggio cambia e diviene terrestre. Anzi, addirittura agreste, osservando un paio di asinelli intenti a brucare dei cardi avvizziti dal sole.

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