di Irene d’Amato
Nello stato di Jammu e Kashmir la regione del Ladakh è una parentesi buddista in territorio indiano. Sospeso tra le catene del Karakorum e l’Himalaya, il Piccolo Tibet, com’è conosciuto, sfiora il cielo.
Conserva l’incanto di una bellezza remota il Ladakh, un territorio magico abitato da una popolazione tibetana buddista equilibrata e composta che assieme a questa cornice naturale, lascerà sicuramente il segno a chi si appresta a scoprirla. Lo stato di Jammu e Kashmir, nell’India più settentrionale, è una terra incantevole cullata dall’Himalaya. Jammu, la valle del Kashmir e il Ladakh costituiscono le regioni di questo meraviglioso Paese.

Circa 230.000 abitanti popolano questo territorio politicamente appartenente all’India, e conosciuto come il Piccolo Tibet, una valle a più di 3000 metri d’altitudine accarezzata dal sole per 300 giorni all’anno e abitato sin dal Neolitico. Un deserto ad alta quota stretto tra le montagne del Karakorum e dell’Himalaya sovrastato da un cielo di un azzurro sfrontato dove la tradizione buddista si è perfettamente conservata e i gomba, ossia i templi, attraggono ogni anno frotte di visitatori.
Ma prima di abbarbicarsi verso l’altro alla scoperta dei magici santuari, conviene acclimatarsi all’altitudine, magari facendo una sosta a Leh, la pittoresca capitale a 3500 metri d’altezza incastonata tra i monti. La città, poco più di dieci mila abitanti, è dominata dalla rovine del Leh Palace, una struttura di nove piani che vanta un passato da primato; c’è stato un tempo in cui era considerato l’edificio più alto al mondo e, anche se oggi non è più così, dall’alto di questa costruzione fatta edificare dai re buddhisti a partire dal XVI sembra che si tocchi il cielo con un dito. Grandi distese di terre ondulate solcate da passaggi e sovrastate dalle montagne formano la valle dell’Indo, che scorre attraverso il Ladakh. Il corso d’acqua è la spina dorsale da cui si dipanano le principali città. A quindici chilometri da Leh c’è Shey, l’antica capitale, e poi Thiksey, dove si erge uno dei gomba più alti della regione, imbiancato a calce nel tipico stile tibetano.
L’Hemis Gompa, a 45 km da Leh, è il più grande e il più importante monastero tibetano del Ladakh, famoso per l’Hemis Festival, che generalmente ha luogo nella seconda metà di giugno o ai primi di luglio, dove si svolgono elaborate danze in maschera per due giorni, alle quali assiste una folla entusiasta. Tra i gomba più noti non si può non menzionare il Lamayuru Gompa, tra Bodhkharbu e Kha-la-che, l’Alchi Gompa, a una sessantina di chilometri da Leh, il Likir, il Rizong.

In alto, a 4300 metri d’altezza, si apre uno scenario di bellezza incomparabile. È il lago di Pangong, perfettamente incastonato tra le vette, lungo 150 chilometri e largo circa 5, che sconfina abbondantemente nel Tibet. L’altitudine estrema non rende possibili le coltivazioni ed è l’habitat perfetto per molti animali selvatici, tra cui i Kyang, i cavalli dell’altopiano. Durante l’inverno, il lago diventa uno specchio di ghiaccio e il cielo che si riflette sulla lastra di cristallo dà l’impressione di essere completamenti immersi in un’aura di pace. Blu.
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