di Elia Rossi
Non sono ancora partito, ma già mi sono perso. O, meglio, più che perso, diciamo che mi sono disorientato. Sono rimato immobile, mentre intorno a me si aprivano centinaia di strade possibili. Sono decine e decine, i cammini italiani. Posso confessare che, per quanto riguarda la metà di essi, ne sono venuto a conoscenza dopo che avevo già inaugurato la rubrica. Ho cercato di appuntarli tutti su un taccuino. Ma niente. Era come ascoltare con gli occhi chiusi uno che ti spiega come allacciarti le scarpe. Così ho preso una cartina dell’Italia e una scatola di evidenziatori colorati. Ho iniziato a tracciare la rotta della via Francigena classica e poi l’ho fatta proseguire lungo la via del Sud. È emersa l’immagine di un’autostrada rosa shocking, che dal Gran San Bernardo taglia, per il lungo, il Belpaese fino alla Capitale. Poi quest’autostrada pedonale ha svoltato all’improvviso, iniziando un coast to coast che ha portato la striscia rosa shocking a Brindisi, inchiodando all’ultimo sull’Adriatico.
Lo so: non è il massimo progettare un viaggio ispirandosi all’autostrada. Ma è solo un riferimento. E infatti, con quell’autostrada davanti agli occhi, l’Italia a piedi sembra più facile. Quelle decine di strade minori (chiamiamole provinciali) adesso hanno una sponda alla quale orientarsi. Se per esempio si volesse raggiungere Roma a piedi entrando dal Brennero, ci si troverebbe lungo una di queste strade provinciali, che dopo aver attraversato Trento, Padova, Ravenna ed Arezzo raggiunge il casello di Montefiascone, nel Lazio, e da qui entra nell’autostrada rosa shocking. La evidenzio in blu e segno il nome: è la via di Stade. In giallo fosforescente segno poi il tracciato della via Postumia, la quale taglia tutto il nord Italia da est a Ovest. Noto così che partendo da Trieste, ci si può inserire nella via di Stade a Cittadella, in provincia di Padova, e da lì camminare fino al casello di Montefiascone, fare tappa a Roma e proseguire poi per Brindisi. Oppure si può continuare lungo la via Postumia, attraversare la Pianura Padana e inserirsi direttamente nell’autostrada Francigena dal casello di Pavia.

Purtroppo ho finito i colori degli evidenziatori. Per oggi mi devo fermare. Se continuassi, probabilmente vedrei una rete stradale colorata che consente di raggiungere a piedi, da dovunque, ogni punto dell’Italia. D’altronde, come racconta Ambra Garancini, “la rete italiana di vie storiche è ricchissima”. Ambra Garancini è presidente di una rete di associazioni creata nel 2009, al fine di unire le molte associazioni che, singolarmente, si impegnavano nella cura e nella promozione dei cammini italiani. La Rete dei Cammini, da allora, è cresciuta molto. Le sue attività sono diventate sempre più numerose e sono aumentati i partner istituzionali come il Touring Club o le università. Non è difficile immaginare le ragioni di questa crescita. “L’interesse verso i cammini è crescente, perché è crescente l’attenzione alla sostenibilità e al benEssere”, spiega infatti Garancini, “ma al tempo stesso la Rete, con la sua azione di volontariato, cultura e rispetto per l’ambiente, si fa in qualche modo, nel proprio piccolo, portavoce di istanze profonde, da sempre presenti”.
In questa fase, la Rete dei Cammini svolge un ruolo centrale. Il fatto che l’Italia sia percorsa da decine di cammini non deve dare la sensazione che percorrere l’Italia a piedi sia facile. Al momento, i cammini italiani sono come una rete di vie nella giungla. Per andare avanti, ci vogliono ancora la bussola e il machete. “L’Italia”, spiega Garancini, “è vittima di un’insufficienza normativa evidentissima”. Si può essere fiduciosi, visto che “a livello ministeriale ci si sta forse orientando allo sviluppo di tutti i cammini e non solo di quelli privilegiati”, ma al momento la situazione vede ancora enormi differenze da regione a regione. Ci si scordi perciò di camminare da Aosta a Brindisi con la spontaneità con cui si cammina dai Pirenei a Finisterre. Raramente si potrà contare sulla stessa freccia gialla ad ogni biforcazione della strada. Ancor meno sulla promessa di un albergue ogni sera.
Quel che è incoraggiante è che siamo all’inizio di qualcosa. Persino i fatti di cronaca segnalano la crescente consapevolezza che il territorio italiano vada tutelato “dallo sfregio, dalla cancellazione, dall’abusivismo e dall’incuria”. Questa consapevolezza si sta unendo sempre più, a livello ambientale e culturale, alla consapevolezza che proprio i cammini siano “i custodi delle nostre terre” e che “l’andare a piedi sia la condizione più sostenibile, più tutelante, più generatrice di benessere psicofisico che si possa pensare”. Ho aspettato che il colore degli evidenziatori si asciugasse, poi ho ripiegato la cartina geografica. Dal sito della Rete dei Cammini ho scoperto un’altra quindicina di vie italiane. Conto di evidenziare anche il loro tragitto, e spero che ognuna di esse abbia un punto di incrocio con un’altra. Per adesso ringrazio Ambra Garancini e consiglio a chiunque, come me, stia cercando di orientarsi tra i cammini italiani, di non rinunciare all’enorme aiuto offerto dalla Rete dei Cammini. ? er
Link utili: Cammini d’Europa – Rete cammini francigeni – Transappenninica
Foto Alessandro Baggia| Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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