Dall’Aurum all’Oro

oro

del “Columnist”  Federico Formignani

‘…all’idea di quel metallo, portentoso, onnipresente, un vulcano la mia mente, già comincia a diventar!’. Così canta Figaro nel ‘Barbiere di Siviglia’ e gli fa eco Carlyle, che nella sua opera ‘La Rivoluzione Francese’, sentenzia lapidario: ‘a una pioggia d’oro, molte cose sono penetrabili’. Ai nostri giorni il fascino del giallo metallo continua ad avere la sua importanza, ma molti comuni mortali ne hanno perso la ‘fisicità’ della presenza, un tempo predominante nei commerci e nella determinazione dei valori universali. Sopraffati come sono dalla marea montante della terminologia delle banche e della finanza che invade i video, infittisce di numerini astrusi e di tabelle incomprensibili le pagine dei giornali, costretto a far di conto con le risorse personali ridotte spesso al lumicino, l’uomo della strada che sente parlare di bond, azioni privilegiate, financial planner, spread, capital loss, default, earning per share, management fee e via discorrendo, si consola pensando ai ‘lingotti’ d’oro, splendide mattonelle di peso variabile, nascoste in mostruosi caveau dalle pareti e dalle porte d’acciaio; oppure ai tesori celati in lontane isole o inaccessibili piste carovaniere. Un centesimo, persino un millesimo, addirittura un milionesimo di tali enormi ricchezze risolverebbe i suoi minuti problemi e quelli di molti altri come lui. Per mezzo dell’oro, naturalmente. Tutto il resto? Roba da teste d’uovo, da alieni del calibro di Mario Draghi. Ha ragione, più che ragione, Erasmo da Rotterdam, che nei suoi ‘Adagia’ (1500) ha scritto: ‘quando l’oro parla, l’eloquenza è senza forza’. Prima ancora si è rivelata illuminante la considerazione di Plutarco, nelle ‘Vite Parallele’: ‘…non Filippo, ma l’oro di Filippo conquistò le città greche’.

Poi è arrivato il mitico Paperon de’ Paperoni con la sua lapalissiana rivelazione: ‘L’oro non è tutto. C’è anche il platino’. Wow! E non solo quello. Con il progredire della ricerca e della tecnologia, con le numerose applicazioni nei settori più disparati, hanno assunto valore, oltre all’oro, all’argento, al platino, anche il rutenio, il palladio, l’iridio, il rodio, l’osmio. Per non parlare di alcuni metalli rari ma nocivi per la salute dell’uomo, impiegati da menti sane e altre distorte. I numerosi film di fantascienza, del catastrofismo, a cominciare da quelli di James Bond, hanno portato alla ribalta metalli impiegati per fini bellici o di potere quali il tungsteno, l’uranio, il cesio, il mercurio, con il piombo a chiudere; forse il primo degli elementi naturali ‘avvelenatori’.

Nel Medioevo si riteneva che l’oro ‘crescesse’ (nelle viscere della terra) per l’azione del sole, l’argento per le influenze della luna, mentre il rame e il ferro fossero il risultato degli influssi rispettivamente di Venere e di Marte. Diversa l’interpretazione antica degli asiatici dell’Annam (odierno Vietnam); l’oro era ‘figlio’ del bronzo; convinti al punto che trovando vene aurifere, non potevano esimersi dal rimarcare la loro fortuna; fossero state scoperte secoli prima, si sarebbe trovato bronzo e non oro! Sempre in Asia, l’oro e la giada, in sintonia con il principio cosmologico degli opposti (yang maschile e ying femminile) preservavano il corpo dalla corruzione. In pieno Rinascimento, Paracelso aveva diviso i metalli in ‘perfetti’ e ‘imperfetti’; tra i primi:oro, argento; tra i secondi: rame, ferro, piombo, stagno e antimonio. Oro, delizia e dannazione dell’umanità!

Recita uno dei cartelli esplicativi presenti nel Museo dell’Oro di Bogotà: ‘Ciò che si vede qui è simile a ciò che hanno visto nella loro febbrile immaginazione i soldati del Re di Spagna. Oro, oro a mucchi, filigrane leggiadre, maschere piene d’espressione, euritmici vasi, braccialetti e anelli, collane e pettorali…’. Un luogo di raccolta del preziosissimo metallo, simbolo di ricchezza, potere, per il quale il mondo ha conosciuto splendori e miserie, sopraffazioni e grandezze. Oggi, con i tempi che corrono, si sfida e confida nella fortuna con un semplice ‘gratta e vinci’. ? ff

Foto Web | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

Caro lettore,

Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.

Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.