L'Arabesque Cafè, il sapore della Milano anni Cinquanta

Cafè l'Arabesque Milano

di Jessica Bordoni

Milano, via Francesco Sforza angolo largo Augusto. Queste le cordinate spaziali per raggiungere L’Arabesque Cafè, l’ultimo “cult store” creato dall’estro eclettico di Chichi Meroni. Quanto alle coordinate temporali, invece, preparatevi a fare un viaggio negli anni Cinquanta. Ogni dettaglio, infatti, richiama l’atmosfera colorata ed elegante dei mitici Fifties.

A dispetto del nome esotico, L’Arabesque Cafè rende omaggio al grande passato culturale del capoluogo lombardo. Inaugurato solo pochi giorni fa, è insieme ristorante, caffetteria, ma anche salotto con libreria. Ogni “anima” del locale trova un suo preciso angolo di riferimento, predisposto con cura e inventiva dalla proprietaria Chichi Meroni, appassionata d’arte e di viaggi che da ragazza ha frequentato pittori, scrittori e intellettuali della Milano anni Cinquanta.

Entriamo nel particolare. Il pavimento, caratterizzato da un motivo fiammato bianco su fondo nero in linoleum e gomma, è realizzato su disegno originale di Gio Ponti; mentre alle pareti, la tappezzeria è un esempio di pregiata paille tressée, ovvero carta paglia tessuta con armatura a righe di bambù. L’illuminazione, calda e soffusa, è garantita dalle lampade Bubble di George Nelson, che evocano le lanterne di carta cinesi.

Cafè l'Arabesque Milano
Cafè l'Arabesque Milano

Spostandoci nella zona caffetteria, il banco riprende il particolare di un mobile di Paolo Buffa con scanalature sagomate in legno biondo. I tavolini total black dell’area ristorante, disegnati dalla stessa Chichi Meroni, hanno base in ferro e piano in vetro, con poltroncine e panche in tessuto blu navy e velluto ruggine, sempre su disegno della padrona di casa. Da ricordare anche il servizio di piatti in porcellana, fatto realizzare appositamente da Villeroy&Boch su ispirazione di un decoro d’epoca. La cucina, capitanata dall’executive chef Luciano Tona e aiutato dalla chef Tania Ghedini , trae ispirazioni dalla cucina tipica meneghina e regionale, con ingredienti rigorosamente di stagione e a chilometro zero. I piatti classici, rivisitati in chiave moderna, si rifanno al prezioso libro di cucina “C’era una volta a tavola“, pubblicato nel 1999 da Chichi Meroni; mentre la carta dei vini è il frutto di un’attenta selezione di Cantine della Lombardia, soprattutto le bollicine della Franciacorta e dell’ Oltrepò Pavese e i rossi fermi di Valtellina.

Dopo un buon caffè o una cena gourmet, vale la pena di spostarsi nell’angolo salotto con poltrone e divani originali degli anni Cinquanta, rivestiti con tessuti d’antan, lampadari Couchin Foscarini in vetro soffiato vernicatio e, ancora, un prezioso tavolo ripreso da un disegno di Paolo Buffa. La ricca libreria ospita opere di piccoli e grandi editori, superclassici e volumi dimenticati, ma anche le principali riviste di lifestyle, moda, design, arte, arredamento, cucina e molto altro ancora, tutte da sfogliare. ? jb

Link utili: Sito ufficiale dell’Arabesque Cafè

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