di Emanuela Colombo
Racconto di un Paese sospeso tra gli scenari mozzafiato del deserto, l’acqua zampillante delle oasi e la vita brulicante di Amman.
E’ notte e Amman ci accoglie con le sue mille luci. La città, costruita in origine su sette colli è arrivata oggi a occuparne venti e a dare ospitalità, dopo le ultime ondate migratorie, a quasi cinque milioni di persone: la metà dell’intera popolazione giordana. Si tratta di una città moderna e attiva, dove i locali notturni sono sempre affollati di giovani e i centri commerciali restano aperti 24 ore su 24. La parte più tradizionale della capitale si concentra nel centro città, brulicante di souq e piccole botteghe, dove si producono e vendono oggetti di ogni tipo, dove si nascondo gallerie d’arte e caffè frequentatissimi e dove troviamo la Cittadella, il Teatro Romano e il nuovo Museo Archeologico delle Giordania. La Cittadella è il cuore storico di Amman ed è qui che sorgeva l’antica Rabbath-Ammon, la città che, come si legge nella Bibbia, venne conquistata da re Davide e dove poi sono stati ritrovati resti romani, bizantini e del primo periodo islamico. Poco più in basso si trova il Museo Archeologico della Giordania, un edificio di moderna costruzione aperto da pochi mesi e che offre al visitatore la possibilità di addentrarsi all’interno della lunga e complessa Storia del Paese.
Da Amman spostandosi verso nord si raggiunge Jerash, meravigliosa città carovaniera di architettura ellenistico-romana. Sepolta per secoli sotto la sabbia e riportata alla luce negli ultimi anni, con le sue vie monumentali, i colonnati, i templi di Zeus e Artemide, due teatri e la magnifica piazza ovale, questa è considerata a buon ragione la Pompei del Medio Oriente. Proseguendo verso sud ci si imbatte nel cammino di Egeria, una pellegrina che, esattamente come fecero i padri francescani che scoprirono questo luogo, partì dalla Spagna poco dopo il 363 d.c. per raggiungere Gerusalemme. Un viaggio memorabile e avventuruoso di cui un archeologo toscano del XIX secolo trovò i preziosi diari nascosti in una biblioteca aretina. Uno dei punti più sacri e mistici della Giordania è il Monte Nebo, altro luogo profondamente legato alla tradizione cristiana; secondo le scritture sacrei ai cristiani è in questo luogo che morì Mosè, prima di poter toccare con mano la Terra Promessa. Quando giunsero qui, i primi cristiani riconobbero immediatamente la santità del luogo e vi costruirono diverse chiese, tutte abbellite da splendidi mosaici. Fu però Papa Giovanni Paolo II che dichiarò ufficialmente il Monte Nebo luogo di pellegrinaggio per i cristiani. Da quassù, proprio come fece Mosè, si staglia un paesaggio infinito che si allunga dalla Valle del Giordano, al Mar Morto, fino Gerico e a Gerusalemme. Sotto il Monte Nebo giace sacra e profonda come l’Uomo la Terra Santa.
Alle pendici di questo monte sacro si trova Madaba, città nota da secoli per la capacità della sua gente di creare maestosi mosaici e che oggi ospita il Madaba Institute for Mosaic Art and Restoration, un’accademia di fama internazionale che forma artigiani in grado di realizzare, riparare e restaurare mosaici. Il sito di Umm ar- Rasas, dichiarato Patrimonio dell’UNESCO nel 2004, ospita enormi mosaici perfettamente conservati. Di qui, attraversando la meravigliosa riserva naturale del Muijb, che si estende dalle montagne di Karak a nord sino a quelle di Madaba a sud raggiungendo in alcune zone i 900 metri di altezza sul livello del mare e in altri i 400 metri sotto e dando vita a una spettacolare e non ancora del tutto documentata biodiversità, si apre la strada verso la leggendaria Petra: la città rosa nel deserto.
Patrimonio dell’Umanità e tesoro più prezioso della Giordania, Petra è un’immensa città scavata nella roccia e rimasta segreta fino al XIX secolo. La sua costruzione è da attribuire al lavoro paziente e visionario dei Nabatei e a quello dell’acqua. I primi furono un’ industriosa civiltà araba insediatasi in questa zona più di 2000 anni fa e che rese questo luogo uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie. La seconda si deve ringraziare per avere lentamente eroso i canyon di roccia rossa al cui interno venne cesellata una delle città più belle del mondo. Fu grazie ai Nabatei che Cina, India e Arabia meridionale entrarono in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma. A partire dal XIV secolo il mondo occidentale perse le tracce di Petra. I Beduini la occuparono, tenendola nascosta al mondo esterno come si fa con un tesoro prezioso e utilizzandola principalmente per le sue risorse idriche. Tuttavia nel 1812 un esploratore svizzero, Johann Ludwig Burckhardt, riuscì a penetrarvi fingendo di essere un pellegrino proveniente dall’India e, desideroso di offrire un sacrificio sulla tomba del profeta Aronne, ne riportò in patria i disegni. Fu in quel momento che Petra sconvolse con la sua bellezza fulgida il mondo occidentale. In quell’anno ebbe inizio la riscoperta di questo sito archeologico. Da Petra si aprono i cancelli del deserto del Wadi Rum, dove Lawrence d’Arabia e Sharif Faisal Bin Hussein stabilirono il loro quartier generale durante la rivolta araba contro gli Ottomani, al tempo della prima guerra mondiale. Patrimonio dell’UNESCO, il Wadi Rum è un dedalo di formazioni rocciose monolitiche che si stagliano potenti e massicci da un territorio desertico fino a raggiungere anche 1700 metri di altezza. Qui, sui monoliti giganteschi del deserto arabo, il Sole cala e tramonta spegnendosi infuocato all’orizzonte e lasciando il posto alla fredda notte stellata.
La Giordania è percorsa da una lunga strada che costeggia la linea di confine tra Israele e il Mar Morto; una strada che conduce verso Betania oltre il Giordano. Qui, di fronte alla biblica Gerico, venne battezzato nelle limpide acque del Giordano Gesù Cristo. Si tratta dell’area conosciuta come Betania e si estende dal fiume Giordano alla collina di Sant’Elia, dove sono stati trovati resti di un monastero bizantino, delle chiese e delle ampie vasche battesimali alimentate da un complesso sistema di serbatoi e canali per l’acqua. Più lontano ribollono le acque salvifiche del Mar Morto; acque dall’elevato contenuto salino e ricche di fanghi e sali minerali. Non molto lontano, ad Hammamat’ Ma’in, si può passare un intero pomeriggio sotto il getto di acqua calda termale che sgorga direttamente dalla roccia a una temperatura di 90 gradi. La Giordania è un Paese splendido, circondato putroppo da nazioni spesso in guerra, ma che, nonostante tutto, è riuscito a mantenere e ancora mantiene le tradizioni di tolleranza, ospitalità e simpatia per cui è conosciuto da sempre nel mondo. ? ec
Foto Emanuela Colombo | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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