di Francesca Calò
L’estate a Cipro non ha regole. Per gli ultimi bagni di sole c’è tempo fino a novembre, per le prime bracciate si inizia da aprile. Ma sono maggio e giugno i mesi perfetti per una vera vacanza “mezè”. Gli ingredienti principali? Mare, un patrimonio archeologico ragguardevole e tradizioni autentiche.
In realtà, si potrebbe venire tranquillamente in autunno e godere lo stesso dell’ultimo colpo di coda di quella che sembra un’estate tardiva: la terza isola del Mediterraneo ha un clima dolcissimo, e non stupisce se le placide acque di Cipro attraggono molti turisti stranieri anche fuori stagione. Certo, i popoli nord europei non stanno lì a farsi tanti problemi. A novembre le temperature possono sfiorare i 23 gradi, e un bagno al mare ci sta tutto. Per i meno temerari però questo è sicuramente il periodo migliore. A Cipro è già estate e il vantaggio di andarci in maggio o giugno è quello di godere di un tempo eccezionale senza le calche dell’alta stagione. Ideale per un weekend rilassante e fare qualche bagno di sole senza andare troppo lontano. Ma l’isola che ha dato i natali ad Afrodite, secondo la leggenda, merita una settimana.
Un tour di sette giorni è perfetto per scoprire le bellezze archeologiche che la punteggiano, spingersi fino all’interno per scoprire incredibili paesaggi rurali e piccoli e sperduti villaggi dove ancora si conservano tradizioni autentiche, visitare la capitale Nicosia e le altre città. La sera si prova la cucina locale nelle numerose taverne, di giorno si va di spiaggia in spiaggia. La tappa è obbligata: Paphos, è la mecca del turismo di massa cipriota. L’antica capitale dell’isola oggi è il luogo dove sorgono grandi hotel dotati di ogni comfort che infilano uno dietro l’altro lidi balneari attrezzati. Ma a vincere qui è il passato che trionfa magistralmente, insieme alla tradizione. Usciti dall’agglomerato urbano la regione ha molto da offrire. L’isola si conquista on the road, spingendosi verso la penisola di Akamas, che offre paesaggi selvaggi e ancora intatti. Il primo posto dove fermare l’auto è però appena vicino al porto, per ammirare gli straordinari mosaici delle ville patrizie romane. Le tessere de La casa di Dioniso raffigurano scene della mitologia classica, mentre quelle de la Casa di Teseo ritraggono l’eroe greco.
A Cipro la presenza mitica è una costante e spesso trova dimora nelle bellezze naturalistiche della regione. Dalla spuma delle acque azzurre di Petra tou Romiu nacque Afrodite. La dea della bellezza non poteva nascere in un posto migliore; un tratto di costa selvaggio con falesie bianchissime, faraglioni che sorvegliano le calette placide a tratti difficili da raggiungere. Il culto della Venere greca era molto sentito e a Palaipafos (l’antica Pafos), si possono ancora vedere i resti dell’antico Santuario di Afrodite che risalgono al XII secolo. Un reticolo di sentieri attraversano la penisola di Akamas e convergono ai bagni di Afrodite, lì dove la leggenda vuole che la dea si trasformasse in una vergine. Dopo le faticose camminate vale la pena riprendersi nelle acque della spiaggia di Lara, un vero paradiso ancora poco affollato dove le tartarughe caretta caretta vengono a depositare le uova. Il tramonto è sul porto di Paphos, cenando con un tradizionale Mezè: circa una trentina di terrine che presentano ogni leccornia. Il primo assaggio di Cipro è ben fatto.
Una pletora di chiese, monasteri, siti archeologici e luoghi di culto, come il Monastero della Panagia Chrysorrogiatissa, dedicato alla “Nostra Signora della Melograna d’Oro” e fondato da Ignazio nel 1152. Ma è nella regione dei Monti Trodoos che si trovano i più grandiosi esempi dell’arte bizantina di Cipro, dieci dei quali Patrimonio dell’Umanità.

Il monastero della Santa Croce ha fatto di Omodos una meta attrattiva. Si dice che qui sia conservato un brandello di corda con cui Cristo fu legato alla Croce. Vero o falso che sia, la fune ha trainato frotte di pellegrini e devoti. E l’economia, sostenuta da numerosi negozi di souvenir e prodotti tipici che costellano il centro. Tra i rilievi, abbarbicati, resistono villaggi semideserti, come quello di Vouni. Un centinaio di anime appena. Il piccolo paese si è spopolato, ma ci pensano gli architetti e gli interior designer a risistemare le case fatiscenti e a farne guest house, come quella di Hideaway. Le abitazioni vengono recuperate e messe a disposizione per chi cerca un’ospitalità diversa, più intima e raccolta in un edificio locale. Ad Arsos, Arsorama House è un altro bell’esempio di casa tradizionale che mette a disposizione camere curate e arredate con gusto. A sud di Paphos sulla strada verso Limmasol, si apre uno dei siti archeologici più notevoli dell’isola. Parliamo di Kourion, un’antica città stato dove ancora si possono ammirare i mosaici delle ville patrizie, come quelli della casa di Eustolio del V sec d.C. Ma il vero must see è il teatro greco romano, risalente alla fine del secondo secolo d.C. E che oggi accoglie nelle stagioni estive spettacoli e manifestazioni culturali.
Foto Franco Cappellari, Alfonso Lorenzetto e Andreas Costantinou | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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