di Giulia Castelli Gattinara
L’autrice della guida “111 Luoghi di Milano che devi proprio scoprire” racconta cosa ha scoperto nella città dell’Expo.
La Milano capitale economica d’Italia, la Milano del design, quella della moda, del Campari, del buon pesce fresco, dell’aperitivo e della buona borghesia. Milano è la città europea d’Italia, l’avanguardia in termini di stile di vita, tendenze e architettura. A qualche giorno dall’inaugurazione di Expo, Milano si scopre nei suoi luoghi nascosti e segreti. Se pensavate che Milano fosse rimasta quella “da bere” degli anni Novanta, bene vi sbagliate. Milano negli ultimi tempi è cambiata moltissimo e per scoprirne l’anima bisogna andare a cercare nei luoghi meno battuti. La città della borghesia italiana si scopre nell’intimità dei salotti, delle case e delle committenze artistiche private. Lontano dai grandiosi edifici religiosi e civili del resto d’Italia, la città meneghina è una sorpresa che bisogna imparare a scoprire e di cui ci si innamora lentamente.
Mi sono messa a caccia di luoghi insoliti e ho scoperto che Milano ne ha moltissimi, spesso sconosciuti perfino agli stessi milanesi. Un esempio? La guglia del pugile, sulle terrazze del Duomo, dedicata a Primo Carnera, campione di Pesi Massimi nel 1933. Chi se lo sarebbe aspettato all’ombra della “Madonnina“, simbolo di Milano? Proprio così, tra le tante figure bibliche c’è un gruppo scultoreo che rappresenta un incontro di boxe, con tanto di guantoni, realizzato forse su suggerimento dello stesso Mussolini. O le poesie di strada in corso di Porta Ticinese, dove si cammina in fretta e invece varrebbe la pena di leggerle. E che dire dei fenicotteri rosa nel cortile di villa Invernizzi o delle bizzarre facciate liberty di via Malpighi? Non è da meno l’esperimento architettonico della Maggiolina, con le sue buffe case a forma di fungo. Erano state progettate come villette monofamiliari provvisorie per gli sfollati del dopoguerra e invece sono ancora lì.
In questo senso Milano è una città molto fantasiosa e piena di sorprese. Anche i monumenti più noti hanno il loro lato “B”. Palazzo Castiglioni, per esempio, nell’elegante corso Venezia, era stato concepito nel 1900 con due procaci sculture femminili sulla facciata. Il popolo quando le vide lo soprannominò “Ca’ de ciapp” (casa delle chiappe), fino a quando le sculture non vennero tolte. Ora si trovano sul lato del giardino di villa Facchinoni, l’attuale clinica Columbus, esempio di Art Nouveau incompresa. Nei laboratori del Teatro della Scala ci puoi trovare un’Aida in costruzione, dal dettaglio di sartoria fino alla grandiosa messa in scena finale. Qui, all’interno dell’ex area industriale Ansaldo, c’è addirittura un teatro identico a quello vero del Piermarini per provare la scenografia. Per non parlare degli incontri casuali, come il Picasso nel caveau della Banca Commerciale o le vetrine di Barbara Zucchi sui Navigli, dove tagliare e cucire i propri vestiti, qui ci sono ancora i timbri storici dell’azienda tessile di famiglia.
Alla fine sono centoundici mete che raddoppiano, affiancate da una curiosità, come dire: beviamoci pure un Camparino in Galleria, ma non rinunciamo agli squisiti panzerotti farciti di Luini che stanno lì a due passi. Insomma, l’altra faccia di una Milano, che è esclusiva e tradizionale nei salotti privati, ma ironica abbastanza da commissionare al più irriverente degli artisti una scultura col dito medio alzato davanti al palazzo della Borsa. Capace di trasformare un hangar industriale in un laboratorio di arte contemporanea e di usare un orecchio di bronzo come citofono. Una città bizzarra, modaiola, creativa e slow, a seconda dei gusti, mai banale, da esplorare luogo per luogo.
Foto Mario Verin ed Eugenio Bersani| Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
Sfoglia il magazine – Vai alle info utili