Passeggiando per la Via Spluga

di Jessica Cavallo

In Africa sono i cantastorie a custodire e tramandare oralmente racconti antichi e presenti. In Italia il mezzo di comunicazione ormai più diffuso è internet, senz’altro meno romantico di una voce che ci parla ma non per questo meno coinvolgente perché talvolta è semplicemente necessario tornare a quando ci raccontavano le favole di Esopo e non  si vedeva sempre l’ora di scoprire la morale per pura ed innocente curiosità.

Nella celebre favola dello scrittore greco,  La volpe e l’uva si narra che l’animale, non essendo riuscita ad afferrare alcuni grappoli che pendevano da una vite, affermava per giustificarsi che non fosse così importante l’impresa poiché tuttosommato i chicci erano acerbi. Allo stesso modo infatti capita a noi essere umani di accusare le circostanze proprio quando non riusciamo a superare le difficoltà.

Un venerdì di festa dopo aver digitato su google “Percorsi dall’Italia alla Svizzera” ecco che appare il blog di un ragazzo, il cantastorie di internet che racconta di come e quando ha percorso la via Spluga che da Chiavenna porta a Thusis in Svizzera, un percorso che si snoda lungo mulattiere e che per generazioni ha visto passare commercianti, guerrieri, contrabbandieri con la bricola e turisti senza tom tom che sbagliano strada.

E’ proprio questo che è accaduto a noi armati di zaino e go pro e ritrovati a lasciare l’auto a Chiavenna per proseguire a piedi in direzione Campodolcino, circa 4 ore di strada: un intreccio di storie di alberi, di case in pietra abbandonate e chissà da chi in passato abitate.

Non raggiungiamo il traguardo a piedi a causa di una scarsa cartellonistica lungo un preciso punto della Via Spluga ma non volendo fare come la volpe, ammettiamo anche che sicuramente la ben poca esperienza da montanari non ci abbia aiutato e ci imbattiamo così in una strada in salita su massi impervi per arrivare dopo circa due ore in un agglomerato di cinque case e qualche capra, il villaggio di San Bernardo.

Nulla viene per nuocere ed incontriamo un operaio che come i miglior cantastorie ci narra che il giorno prima è successa la stessa identica vicissitudine ad un gruppo di boy scout che già ha evidenziato ad una guardia forestale la scarsa segnaletica in quel punto ben preciso. Così, un pò con l’amaro in bocca ma forse non troppo, si ritorna a valle a piedi, con il pollice in su, nella speranza di incontrare qualcuno a cui chiedere un passaggio fino a Chiavenna e ci ritroviamo nell’auto di una coppia di anziani che come i saggi cantastorie sorridono e custodiscono la nostra disavventura, allietando però il momento, consigliandoci di visitare il giorno dopo le cascate di Acqua Fraggia a pochi minuti da lì.

Recuperata l’auto, ci si mette in moto in direzione Campodolcino dove ci si ripaga di tutta la fatica della salita del pomeriggio, mangiando deliziosi pizzoccheri e polenta in un caratteristico bar-ristorante a conduzione familiare, seduti accanto a sacchetti di patatine e caramelle che tanto ricordano i tempi dell’oratorio. Racconto la vicenda al mio caro amico Cristian cieco dalla nascita e cantastorie che racconta attraverso sapori, odori e suoni di aver percorso senza deviazioni un tratto della Via Spluga venticinque anni prima e ne assaporo così la storia. Cristian dice di averla percorsa all’epoca in cui qualche suo amico, senza un uso di internet come quello odierno, ha avuto l’idea di una gita fuori porta e mi descrive ricordi di una strada che io non ho percorso se non per pochi tratti quel giorno, raccontandomi di come quell’esperienza su una via che porta oltre il confine italiano, lo abbia aiutato poi nella vita a superare la sua difficoltà e paura, immaginandosi  infatti di volare in Svizzera e come dice lui ” di giocare a palle con le nuvole e per poi mangiarle come zucchero filato”.

Sicuramente un cantastorie africano sarebbe molto più bravo di me a tramandare questi intrecci di vita, io ho provato solamente a metterci del mio mescolandolo a “quello” degli altri incontrati virtualmente e non, in questa meravigliosa Via Spluga assolutamente da visitare! ? jc

Foto di Valerio Musiani | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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