di Elena Brunello
Il nuovo sito interattivo ArkeoSardinia raccoglie una grande quantità di contenuti digitali per documentare una storia antica che va da V millennio a.C. al V sec.d.C. Navigando nel sito, si può scegliere uno dei 48 nuraghi e così avvicinarsi in volo, con visione aerea che offre un’idea del paesaggio circostante. Poi si può entrare all’interno, per scoprire i segreti più reconditi rivivendo un’esperienza di migliaia di anni fa. Per dare vita ai 48 nuraghi più belli e interessanti della Sardegna, tutti ben segnalati e in grado di offrire un accurato servizio di visite guidate, sono state necessarie duecento ore di volo, duemilacinquecento foto e quattro anni di lavoro. Per ognuno dei 48 nuraghi, sono riportate nel sito le informazioni essenziali. I nuraghi presentati su Arkeosardinia, sono solo un esempio del patrimonio di circa 9000 costruzioni preistoriche distribuito su tutto il territorio regionale: ce ne sono di più antichi, “a corridoio” o a tholos; monotorri o complessi a più torri, alcuni riutilizzati nei millenni e riadattati a diversi utilizzi, così da diventare siti pluristratificati; ci sono i villaggi nuragici, con spazi dedicati al culto delle acque, i tempio a pozzo o a Megaron;. Interessante sapere che le prime indagini con criteri scientifici risalgono agli inizi del 900 e che l’istituzione della prima cattedra di antichità sarde, dedicata allo studio dei nuraghi, venne affidata nel 1955 al Professor Giovanni Lilliu, Accademico dei Lincei, considerato il padre dell’archeologia nuragica. Se la grandiosità della cultura nuragica era già stata illustrata dalla scoperta del complesso statuario di Mont’e Prama, il sito aiuta a divulgare la fondamentale importanza dell’archeologia, come nuova chiave di lettura dell’isola, che oltre ad alcune tra le spiagge più belle del Mediterraneo, ha anche molto altro da offrire. L’iniziativa inedita, nata dalla collaborazione tra le Camere di Commercio di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari e la Soprintendenza sarda ai beni Archeologici intende diffondere la conoscenza dell’immenso patrimonio archeologico della Sardegna e soprattutto della civiltà nuragica, che ha lasciato in eredità all’isola circa ottomila di questi esemplari di architettura preistorica, oggi riconosciuti dall’Unesco come uno dei Patrimoni dell’Umanità. In tema la mostra L’isola delle torri. Tesori dalla Sardegna nuragica, ospitata fino al 29 novembre al Civico Museo Archeologico di Milano ( corso Magenta 15). L’esposizione propone tre tematismi individuati come filo conduttore del racconto (il metallo, l’acqua e la pietra), gli aspetti fondamentali della civiltà nuragica: la società, il territorio, l’economia, l’architettura, il mondo del sacro e quello funerario, le tecnologie costruttive la metallotecnica, l’arte. Il richiamo alle torri presente nel titolo è un riferimento ai nuraghi, che ancora svettano nelle campagne sarde, caratterizzandone il paesaggio. La mostra, curata dal Soprintendente, dott. Marco Minoja, e dai funzionari archeologi dott. ssa Gianfranca Salis e Luisanna Usai, ripercorre la complessa e articolata protostoria della Sardegna, segnata da processi di trasformazione e caratterizzata da un costante e fruttuoso dialogo con il mondo esterno.
Se state per partire per la Sardegna ecco alcuni esempi di siti archeologici che si possono visitare con la guida: Nuraghi: a corridoio: Brunku Madugui a Gesturi (Or), a tholos: Su Nuraxi a Barumini (Ca), patrimonio Unesco, e Serbissi, sui tacchi dell’Ogliastra (Og); a più torri: Ardasai a Seui (Og) e Palmavera ad Alghero (Ss); pluristratificati: Genna Maria Villanovaforru a Su Mulinu a Villanovafranca (Ca);Siti dedicati al culto delle acque: Sa Sedda ‘e sod Carros a Oliena (Nu); Templi a pozzo: Santa Cristina di Paulilatino (Ca).
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