Bike4Truce, in bici per tregua olimpica

Immaginate che i conflitti e le ostilità vengano sospesi per due mesi, durante i quali il mondo viva nella pace e nel rispetto reciproco. Immaginate che questo avvenga in ogni Paese e che coinvolga tutti, indistintamente. Immaginate, ma coi piedi ben saldi per terra, perché quella che può sembrare un’utopia in realtà è una possibilità concreta: la Tregua Olimpica. Niente di visionario, di classico piuttosto, perché già nell’Antica Grecia, in occasione dei Giochi, le guerre venivano sospese per permettere agli atleti di raggiungere la città di Olimpia.

Alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, si è manifestata la Tregua Olimpica come evento moderno. Mentre gli equilibri geopolitici mondiali scricchiolavano a causa della dissoluzione dell’Unione Sovietica, il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) decise di permettere agli atleti della ex Jugoslavia, ormai frammentata, di partecipare ai Giochi facendoli sfilare sotto un un’unica bandiera, quella Olimpica appunto.
Da allora, ogni due anni, gli Stati membri dell’ONU vengono sollecitati a rispettare la Tregua Olimpica, interrompendo ogni conflitto armato dalla settimana precedente l’avvio delle Olimpiadi alla settimana successiva alla fine delle Paralimpiadi. Affinchè la risoluzione assuma carattere vincolante per tutti gli Stati membri, però, è necessario che sia approvata dal Consiglio di Sicurezza e non solo dall’Assemblea Generale.

E’ proprio a questo fine che tende #Bike4Truce, iniziativa della Fondazione Olos di Pescara, dal 2008 attiva in favore della pace e della solidarietà tra i popoli. Valerio di Vincenzo, presidente della Fondazione, illustra gli obiettivi del progetto : “Suscitare un evento mondiale che sostenga la Tregua Olimpica; promuovere trattative e opportunità per superare le violenze della guerra e trasformarle in una manifestazione sportiva che sublimi l’astio in una competizione non violenta. E poi, sospendere le guerre durante il periodo olimpico potrebbe essere il punto di partenza, l’esempio da seguire per fermarle per sempre”.

Sostenere la “guerra alla guerra”, armati solo della propria bicicletta. #Bike4Truce nasce in occasione dei Giochi Olimpici di Londra 2012, quando dodici ciclisti partono da Polleur, in Belgio, per raggiungere la capitale britannica. Il punto di partenza non è casuale, spiega di Vincenzo: “Nel 1789 proprio a Polleur è stata firmata la seconda Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo dopo quella di Parigi, e per noi il diritto umano fondamentale è la pace, che la Tregua Olimpica farebbe rispettare”.
Guidati dai volontari della comunità Warm Showers, strumento internazionale e gratuito di scambio di ospitalità tra cicloturisti, i dodici ciclisti hanno concluso il viaggio con una manifestazione sotto Westminster, dove hanno srotolato lo striscione: “Why is the Olympic Truce not respected?”.

Da questa avventura è nato il film documentario “Bike4Truce. La bicicletta come strumento di tregua. Dopo Londra, #Bike4Truce punta a Rio de Janeiro, dove verranno organizzate iniziative che culmineranno il 22 settembre 2016, “Giornata mondiale senz’auto”, che ogni anno vede decine di migliaia di ciclisti pedalare lungo gli oltre 300 km delle piste ciclabili della metropoli brasiliana.

Bike4Truce, la tregua attraverso la bicicletta, che diventa portatrice di una nuova visione del mondo. Una maggiore diffusione delle bici migliorerebbe la qualità della vita, nel rispetto dei diritti delle persone e dell’ambiente, seguendo l’esempio del ciclista: “In quanto ciclisti facciamo una scelta per la nostra vita e per l’ambiente, tutti i giorni. Nella vita del ciclista infatti c’è una forte base etica, visibile in ogni rapporto con le persone e le popolazioni che incontra” – spiega Valerio di Vincenzo- “ Senza dimenticare che il cicloturista è il turista per eccellenza: non può che consumare, mangiare e bere in sede, chiede indicazioni e consigli ai locali… scopre il territorio stando a stretto contatto con ogni sua manifestazione”. Da qui il grande sogno della Fondazione Olos e del suo presidente: candidare la bici al Premio Nobel per la Pace.

di Giorgia Gariboldi | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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