Fra la villa di George Clooney sul Lago di Como e quella di Mina sul lago di Lugano si estende la Valle d’Intelvi, il cuore verde della Lombardia. Per arrivarci è semplice: basta costeggiare il Lario sul lato di Cernobbio e Menaggio, si supera Laglio e all’altezza di Argegno si va a sinistra seguendo le indicazioni per la Valle d’Intelvi. La strada è unica ed è impossibile sbagliare.
La Valle d’Intelvi è un’oasi verde dove è possibile praticare il meglio delle attività outdoor in ogni stagione. Per mettersi alla prova, scoprire il proprio lato sportivo e avventuroso o semplicemente porre in primo piano il proprio benessere, in armonia con la natura ci sono moltissime occasioni per praticare sport a tutti i livelli: mountain bike, equitazione, tennis, tiro a volo, parapendio, climbing, canyoning nelle forre a carattere torrentizio, speleologia, sci alpinismo e pesca.
In pole position, naturalmente, il trekking. Così come la natura e la storia regalano la possibilità di far vivere esperienze uniche a chi ama la montagna, così qusto terriorio offre a tutti facili passeggiate: tra i più belli, i tratti delle mulattiere che facevano parte delle Fortificazioni della Linea Cadorna e che poi sono diventate le vie d’accesso agli alpeggi.
Il valore aggiunto delle numerose mete offerte da queste montagne adatte a tutte le età, oltre ai panorami unici che permettono di ammirare, sono i sentieri perfettamente tracciati e le possibilità di mangiare bene e di acquistare formaggi tipici presso alpeggi, rifugi e ristoranti in quota. Oppure gli amaretti con mandorle, nocciole e pinoli che Ginetto Gaddi, 87 anni, prepara ogni giorno a mano nella sua pasticceria nel centro di San Fedele Intelvi.
Non siete sportivi e preferite la cultura? I numerosi musei e i centri storici sono una delle attrattive più apprezzate per la loro particolarità. Possiamo accomunarli poiché alcuni nuclei sono affascinanti musei a cielo aperto. E non c’è che l’imbarazzo della scelta secondo i propri gusti. A Erbonne, il Museo della Finanza e del Contrabbando è situato non casualmente in una ex postazione della Guardia di Finanza, lungo un suggestivo sentiero che in poche minuti porta in territorio svizzero; a Ponna, il Museo delle Bambole; a Ponna e a Casasco, i Musei della Civiltà Contadina, preziose risorse storiche e sociali per preservare la memoria di tradizioni e mestieri. E infine il museo del latte a Cerano d’Intelvi. Pigra, storico borgo di montagna, che ha conservato intatto il suo fascino antico, dai suoi 800 metri di altitudine, regala una vista spettacolare sul Lago di Como e ospita il Museo della Società Operaia.
Un’altra sfaccettatura interessante di questa verde valle sono le tracce del passato. È bello scoprirle perché sono occasioni anche per vivere i luoghi della natura in cui sono presenti. A Lanzo, troviamo il Monte Caslé che conserva ancora tracce di alcune trincee; i Massi Cupelliformi, massi erratici morenici risalenti al Neolitico (4000 a. C.), che primitivamente vennero scavati per formare della incavature (le cupelle) probabilmente con funzione votiva, e i Massi Avelli (Fraz. Scaria), tombe romano barbariche scavate nei massi erratici. A Pellio, traccia interessante del passato della Valle è il Castelliere, avamposto di guardia risalente all’età preistorica.
La “chicca” che da sola vale la pena di un viaggio in Valle d’Intelvi è “Boscultura”, uno di quei posti che in Italia si contano sulle dita di una mano. Nel comune di Schignano, in un territorio nascosto da conifere, castagni e betulle che sembra la fotografia di una montagna del tempo in cui i prati erano regolarmente sfalciati e smeraldini e il bosco trattato come una ricchezza da valorizzare. In questo ambiente bellissimo, racchiuso da una cerchia di monti mai devastati dall’uomo, i mastri mascherari e gli artisti del legno lombardo hanno dato forma artistica ai tronchi degli alberi creando un percorso artistico di sculture e installazioni, alcune di grandi dimensioni, tutte perfettamente empatiche con il luogo e il suo spirito. “Boscoscultura” è nata l’anno scorso con 15 opere lungo un chilometro di sentiero che si snoda nel bosco. Quest’anno sono state aggiunte altre 14 sculture e il cammino è stato allungato di altri 500 metri. Secondo il progetto degli intagliatori del gruppo Maschera, sostenuti da Pro Loco, Comune, Regione Lombardia ed Ersav, nel 2020 il percorso sarà terminato dopo aver raggiunto il Sasso di Gorgone. Una decina di chilometri lungo “Il sentiero delle emozioni” in cui si ammirano volti intagliati nei tronchi, anziani in espresione pensosa, e persino un tavolo su cui gli uccelletti di legno, che sembrano veri, mangiano le briciole.
di Graziella Leporati| Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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