Colorado parchi nazionali: i giardini degli dei

Fall foliage at the Maroon Bells in Aspen, Colorado.
Fall foliage at the Maroon Bells in Aspen, Colorado.

Otto monumenti nazionali, quattro parchi nazionali, quattro sentieri storici, due siti storici nazionali, un corridoio fluviale unico al mondo: il Colorado è un giardino sterminato di parchi e aree protette. Un patrimonio verde incomparabile che sarà celebrato dal Centenario del National Park Service  e che merita di essere vissuto per tutto il 2016 e oltre.

Sabbia? Montagne, praterie d’alta quota, foreste ce le aspettavamo e anzi le cercavamo. Ma la sabbia? Quando le guide turistiche dicono che un posto è sorprendente, di solito i veri viaggiatori iniziano a diffidare: significa che non si sa come definirlo altrimenti, brutto segno.

Ma qui, perbacco, si resta davvero senza fiato. Siamo nel Great Sand Dunes National Park, uno dei tredici parchi nazionali presenti in Colorado e sostiamo letteralmente senza parole di fronte a gigantesche dune che non sfigurerebbero in Namibia. Difficile fare classifiche ma questo a nostro avviso è il più bel sito naturale dell’intero Stato e già il modo in cui ci si arriva pare creato da un’accurata regìa. Con alle spalle un bel po’ di miglia da Durango, lasciata alle spalle Alamosa, abbiamo iniziato a vedere verso est i profili azzurrini e incappucciati di neve delle Sangre de Cristo Mountains. Alla loro base spuntava già una sottile linea giallo-ocra, fattasi via via più grande man mano che, svoltato a nord, ci avvicinavamo; ed ora eccoci qua a farci colare tra le dita questa sabbia finissima, con i piedi a mollo in un rigagnolo che sembra la marea dell’oceano e con di fronte un gruppo di ragazzini che si appresta a scendere dalle dune con le tavole da surf. Non è stato un gigante con paletta e formine a creare queste montagne di sabbia ma un fenomeno atmosferico ancora in atto, combinazione di venti, correnti e erosioni all’opera da mezzo milione di anni.

Con Mesa Verde  Great Sand Dunes è la perla di una collana di parchi che si prestano bene ad essere il tema di un tour in Colorado. Ed è proprio l’imponente struttura geologica del Colorado Plateau — che insiste anche su Utah, Arizona e New Mexico, che da Google maps satellite balza agli occhi anche dei profani e che è un po’ la “mamma geologica” dei più famosi parchi naturali Usa — a generare un altro paio di meraviglie: il Colorado National Monument e il Black Canyon of the Gunnison.

Al primo si accede da Grand Junction e bisogna essere di mano ferma sul volante per affrontare la magnifica Rim Rock Drive, una strada stretta e tortuosa ma sicura, sempre affacciata su profondissimi canyon e rossi monoliti. Stupefacente e molto americana la storia di John Otto, un tipo sicuramente singolare e che, a inizio ‘900, innamorato di questi luoghi, si trasferì a vivere in queste forre appartate e selvagge con l’intento di farle diventare area protetta. Ritenuto poco più che uno svitato dai concittadini, Otto iniziò a tracciare a picconate miglia di sentieri e percorsi e finì per convincere prima gli abitanti di Grand Junction e poi le autorità di Washington: il parco fu istituito nel 1911 e John ne divenne il curatore, con uno stipendio di un dollaro al mese.

Sempre da Grand Junction, ma puntando verso sud, poco prima di Montrose, un’altra bella strada si inerpica sull’orlo del Black Canyon, che ha poco da invidiare ai cugini più famosi, dato che, come mostra il piccolo ma al solito perfetto Visitor Center, il Black è profondo 800 metri ed è un vero santuario naturalistico.

Fra i 13  Parchi nazionali e i ben 42 State Parks è difficile decidere e scegliere quali visitare e le rinunce costano sempre rimorsi e pentimenti. Di sicuro imperdibile è il Rocky Mountain National Park: avvantaggiato dal fatto di essere poco distante da Denver e dalla vivace Boulder, è molto frequentato dagli amanti della wilderness alpina, con vette che superano i 4300 metri. Molto efficiente il servizio di bus navetta che percorrono gli assi viari attraverso le 415 miglia quadrate del parco.

Ma in Colorado può capitare di essere quasi stufi di alte vette e allora una buona idea può essere quella di dedicarsi alla scoperta del mondo fossile perfettamente conservato del Florissant Fossil Beds, parco nazionale a ovest di Colorado Springs, oppure di visitare il National Historic Site del Sand Creek Massacre, quasi al confine con il Kansas.

Qui il 29 novembre del 1864 un reparto di cavalleria attaccò di sorpresa un villaggio di Cheyenne e Arapaho massacrando donne e bambini e compiendo atrocità. Un luogo cruciale della storia americana, in cui sostare per capire e per riflettere; i meno giovani ne ricorderanno traccia anche in una bella canzone di Fabrizio De Andrè.

Ultima tappa del nostro parzialissimo viaggio nei parchi del Colorado è un sito speciale e diverso da tutti gli altri. È vero, le attrazioni del Garden of the Gods, questo il suo nome, sono magnifiche formazioni rocciose rossastre ed è quindi ancora la natura imponente di questa fetta d’America a farla da padrona. Ma qui, a poca distanza dal centro di Colorado Springs, la sensazione è diversa: i grandi roccioni la cui conformazione ricorda quella dell’australiano Ayers Rock – Uluru sembrano quasi giganti addomesticati, più avvicinabili delle meraviglie naturali solitarie e altere che abbiamo visto sin qui.

E infatti il Garden è in fondo un vero giardino, di quei “giardini rocciosi” che ornano tante ville nobiliari europee. Solo che qui siamo in Colorado, Stati Uniti, e quindi le cose si fanno in scala… americana. I torrioni giganteschi prendono il posto dei massi e al posto dei sentierini ci sono strade dalla circolazione severamente regolamentata, aree di sosta linde e perfettamente organizzate, walking trails aperti anche ai disabili, punti panoramici scenograficamente collocati.

A completare il tutto, l’accesso gratuito e un visitor center che parla come un libro (multimediale) aperto. Il risultato è uno dei siti più frequentati d’America (se potete, andateci in un giorno feriale) alla cui origine c’è il miglior mecenatismo privato della famiglia di un grande magnate delle ferrovie che nel 1909 ha donato il suo tesoro naturale alla municipalità. That’s America, that’s Colorado.

Testo e foto di Marco Berchi | © Latitudeslife.com

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Come arrivare: Si consiglia fly & drive. Denver è collegata non stop con Francoforte (Lufthansa), Londra (British Airways), Tokyo (United Airlines), Reykjavik (Icelandair) e Panama (United Airlines). Da maggio 2016 un volo diretto operato da Lufthansa collegherà Monaco con Denver Denver è un hub United Airlines Star Alliance importante per tutto il Nord America. Nel 2016 il servizio ferroviario collegherà l’aeroporto alla Union Station, la stazione nel cuore della città completamente rimodernata, dove hanno sede boutique hotel, bar, negozi e ristoranti di tendenza.

Quando andare: Tutto l’anno. Per le Canyonlands evitare i mesi estivi (luglio-agosto) a causa della calura

Dove dormire:
Un buon indirizzo a Denver è The Crawford Hotel 

Dove dormire
Fruition Restaurant, Mercantile e Fruition Farms a Denver. Inaugurato nel 2007, Fruition Restaurant è l’esempio perfetto di una cucina allo stesso tempo sofisticata e accessibile.
Bin 707 Foodbar. Il ristorante utilizza esclusivamente prodotti locali e nazionali ottenuti con metodi di produzione responsabili, tradotti sapientemente in una cucina genuina e fantasiosa.
Fuso orario: GMT -6 rispetto all’Italia

Documenti: Passaporto elettronico e autorizzazione ESTA da richiedere via internet al sito dell’ambasciata americana: http://italy.usembassy.gov/visa/ESTA/default.asp. L’autorizzazione è gratuita, va ottenuta prima di partire e portata con sé al momento del ceck-in in aeroporto. Dal 1 aprile 2016 non è più possibile viaggiare con il VWP senza essere muniti di passaporto elettronico, anche se già in possesso dell’autorizzazione ESTA.
Sarà necessario pertanto richiedere un passaporto elettronico nuovo e una nuova autorizzazione ESTA o richiedere il visto non immigrante

Lingua: Inglese

Elettricità: 110 V, richiede un adattatore per presa americana a lamelle parallele.

Telefono: Alcuni operatori telefonici italiani permettono di chiamare dagli Usa con sim italiana a una tariffa flat giornaliera cin inclusi minuti, sms e traffico internet. Si consiglia di contattare il proprio operatore mobile.

Link utili:

Portale dei parchi nazionali

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