Fra romani ed arabi
Situata ai piedi della Sierra Morena e attraversata dal fiume Guadalquivir, Cordova fu la capitale della Betica, provincia romana corrispondente all’attuale Andalusia. Fu la città natale dell’oratore Marco Anneo Seneca che insieme al figlio Lucio Anneo Seneca e al poeta Lucano contribuirono a creare un’epoca di splendore per la capitale.
Fu poi la volta degli arabi, sotto il quale regno Cordova diventò la capitale delll’Emirato Indipendente, arrivando ad essere nel X secolo una delle città più importanti del mondo in quanto polo culturale ed economico di alto livello.
Le tracce lasciate dagli arabi sono visibili ancora oggi e la Mezquita (mosquea), ora Catedral de la Asunción de Nuestra Señora, è uno degli esempi più notevoli. Monumento più emblematico dell’arte andalusí, nonchè Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la Mezquita ricopre un’area di 23.400 metri quadrati che comprende anche il Patio de los Naranjos, così chiamato per il gran numero di aranci presenti al suo interno.
Il concetto di patio
Elemento chiave non solo dell’architettura araba, ma anche di quella romana, il patio non ha solo una funzione estetica. A Cordova abbondano i patios perchè soprattutto nell’antichità erano il luogo migliore per combattere l’afa che caratterizza il clima andaluso durante i mesi centrali dell’anno. Quando il termometro supera i 40° non resta che spostarsi in questo giardino interno decorato da fontane e alberi frondosi che diffondono frescura. Al centro spesso si trova un pozzo e specialmente d’estate la vita si sposta qui, all’ombra delle gallerie contornate da colonne in stile arabo. Alle pareti, tipicamente bianche oppure rivestite da azulejos (gli ornamenti tipici dell’architettura spagnola consistenti in piastelle di ceramica smaltata), sono appesi vasi contenenti fiori di ogni genere.
La primavera è la stagione di massimo splendore dei patios e per celebrare la fioritura viene organizzata la Fiesta de los patios.
La Fiesta de los patios
Dichiarata dall’UNESCO Patrimonio immateriale dell’umanità, la fiesta de los patios si celebra ogni anno dal 1921 durante le prime due settimane di maggio. Quest’anno la manifestazione si svolgerà dal 2 al 15 maggio e si potranno visitare gratuitamente i giardini dei cittadini cordovesi che parteciperanno all’iniziativa.
Due sono i tipi di patios: quelli dei palazzi monofamigliari e quelli condivisi dagli abitanti degli edifici che si affacciano sullo stesso patio.
Il festival si sviluppa fra le abitazioni private -e non- del centro storico, in particolare nel quartiere dell’Alcázar viejo e fra le calles intorno alla Mezquita.
La giuria incaricata premia non solo il miglior patio tradizionale, ma anche il miglior patio inserito in un’architettura più moderna.
Il Palacio de Vania, dichiarato Monumento storico artistico nazionale, non solo è uno delle maggiori attrazioni della città, ma è anche il Museo de los Patios con i suoi 12 patios.
Eventi collaterali
I balconi e le cancellate fiorite formano una categoria a parte che gareggerà anch’essa dal 2 al 15 di maggio, ma ottenendo un riconoscimento differente.
Apre il festival il 2 maggio la Batalla de las Flores: sulla scia di “mettete dei fiori dei vostri cannoni”, la manifestazione consiste in una sfilata di carri fioriti dai quali vengono lanciati garofani.
Non mancano concerti e spettacoli di danza e flamenco, altro patrimonio immateriale dell’umanità.
Patios come simbolo della cultura andalusa
La fiesta de los patios è un momento di condivisione e collaborazione fra vicini, i quali si impegnano insieme ad ornare i patios, che tornano ad essere così un luogo di incontro e condivisione come lo erano nel passato.
Il patio, elemento chiave dell’architettura della regione, non solo di Cordova, è inoltre un modo per comprendere più a fondo il popolo andaluso e la sua cultura. Una cultura fatta di ritmi più calmi dettati da esigenze climatiche e nata fra le note del gelsomino e dell’azhar, la zagara.
di Ottavia Zanetta | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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