Saint Malo, la città dei viaggiatori

 

Saint Malo

Le due del pomeriggio, sulla spiaggia di Saint Malo, sembrano l’alba. Un sole rossastro si riflette sui rigagnoli d’acqua che scolano per decine di metri, prima di raggiungere il mare. Sagome di uomini passeggiano in silenzio. A tratti si chinano per sbirciare le conchiglie: le raccolgono, ci soffiano sopra, poi le rilasciano cadere nella sabbia. Altri, con coltellini e reti, prendono le cozze dagli scogli, lasciati asciutti dalla bassa marea. C’è un silenzio religioso, interrotto solo dai gridi dei gabbiani.

L’oceano Atlantico fluisce e defluisce nella Manica e ogni sei ore questa cittadina bretone vede il mare lambirla e poi fuggire. Quando la marea è bassa, la spiaggia du Mole e quella de Bon Secours si spalancano, sconfinate, intorno ai bastioni. E scoprono scogli, alghe, ricci di mare e conchiglie colorate. Oltre ai sentieri che portano a piedi al Fort National, o all’Ĭle du Grand-Bé, dove è custodita la tomba dello scrittore Chateubriand.

Alle spalle della spiaggia si vedono i bastioni che circondano la vieille ville. E’ impressionante il colpo d’occhio della città intera abbracciata dalle mura. D’altronde Saint Malo ha un passato di pirati abituati a vivere il mare come un campo di battaglia. La sua grandezza si deve alle prime “lettere di corsa”, documenti con cui la Monarchia Francese autorizzava i pirati a razziare le navi nemiche, facendone dei corsari. Quelli che erano dei banditi, ricercati in tutto il mondo per essere appesi alle forche, di colpo sono diventati eroi nazionali. E’ il caso di René Duguay-Trouin. A soli 22 anni razziò la prima nave olandese e nel 1711 riuscì ad assaltare Rio de Janeiro, prendendo in ostaggio tutti gli abitanti in cambio di un riscatto. Oggi la sua tomba è collocata nella Cattedrale di Saint Vincent. Di fronte a quella del primo vescovo della città.  A pochi metri dall’altare.

E’ allora il momento di lasciare la spiaggia, passare dagli scalini scolpiti nella scogliera e salire sulle mura difensive. La vista panoramica si posa sui tetti, sui carruggi, sulle giostre di cavalli. Sulle bancarelle di crepes e sui negozi addobbati come i galeoni del Pirata Barbanera. La brezza dell’Atlantico sa di sale, ma anche del pesce grigliato nelle viuzze della città. Vale la pena percorrere tutti i bastioni, fino a scendere poco prima della porta di Saint Vincent. Qui un viale colorato conduce fino alla Cattedrale. Una struttura medievale, resa luminosa dalle vetrate moderne successive ai bombardamenti alleati.

A suggellare l’anima marinaresca e avventuriera di questa cittadina, qui si trova anche la tomba di Jacques Cartier. L’uomo che nel XVI secolo scoprì il Canada, navigando da Saint Malo fino all’attuale Terranova. E poi spingendosi fino a Montreal, ma qui cedendo: il suo equipaggio era ormai decimato dallo scorbuto. Al comandante non restava che dare ordine ai pochi rimasti di battere assi di legno giorno e notte, per dare agli indiani irochesi la sensazione che la flotta fosse numerosa, capace di resistere a un assalto.

D’estate la cittadina di Saint Malo si riempie di feste e aperitivi musicali, aperture speciali delle mostre e del patrimonio storico-culturale della città. La presenza di turisti è in questi mesi abbastanza massiccia. Ma vale la pena affrontarla, per non perdere eventi come il festival Folkores du Monde, che per una settimana inonda i carruggi di costumi, narrazioni e balli. Il folklore bretone si allaccia a quello di tutto il mondo. E mostra il fascino, i colori, la bellezza che si dischiudono a chi viaggia.

Per info:  www.saint-malo-tourisme.it

france.fr

di Elia Rossi |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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