Temperatura mite tutto l’anno, storia antichissima e il fascino di un porto affacciato sul Mediterraneo che guarda verso l’Italia, fanno di Dubrovnik una meta turistica da sempre attrattiva. Partendo dalle imponenti mura della città vecchia, infatti, si entra in un centro storico di singolare bellezza, presente nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO che le è valso il soprannome di “perla dell’Adriatico”.
Le radici storiche della città affondano nella prima metà del secolo VII, quando Ragusium venne fondata ad opera degli abitanti della vicina città di Epidaurum in fuga dalle invasioni degli Slavi. Entrò sotto la protezione dell’Impero Bizantino prima, della Repubblica di Venezia poi, e infine si sottomise formalmente all’Ungheria, ma potendo scegliere un proprio assetto istituzionale. La città iniziò a prosperare grazie ad una spiccata attitudine mercantile e all’abilità dei suoi governanti: nel giro di pochi decenni divenne un porto commerciale e culturale di primaria importanza tanto da rivaleggiare con la stessa Venezia. Solo con il dominio Ottomano del secolo XVI, iniziò un lento quanto inesorabile declino che continuò durante l’occupazione militare dalle truppe napoleoniche e la successiva sovranità degli Asburgo.
Nel 1919, Dubrovnik divenne parte del neonato Regno di Serbi, Croati e Sloveni e dopo la Seconda Guerra Mondiale, entrò nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. In seguito alla dissoluzione di quest’ultima e alla successiva guerra nei Balcani, la città si trovò quasi sulla linea del fronte e il 6 dicembre 1991 venne bombardata dalle forze armate jugoslave, in particolare montenegrine. Le bombe causarono molte vittime e non risparmiarono neppure il centro storico che venne notevolmente danneggiato. Con la fine delle ostilità, la città si è velocemente ripresa ed ha riacquistato la vocazione culturale e turistica che l’ha sempre contraddistinta.
La presenza veneziana, l’intreccio di diversi popoli – tipico di un porto mediterraneo – e lo splendore raggiunto grazie alle attività mercantili e culturali, sono tutti elementi che rivivono oggi nel centro storico di Dubrovnik. Lo Stradun è l’arteria principale che collega l’entrata della città con il palazzo dei rettori. Si può subito ammirare la fontana Maggiore di Onofrio sulla destra e il convento dei francescani sulla sinistra. In fondo allo “stradone”, l’uno di fronte all’altra, sorgono il palazzo dei rettori, cuore politico della vecchia Ragusa, e la chiesa di San Biagio, protettore della città. Ancora una volta è forte il richiamo con Venezia, sia per ciò che riguarda l’architettura, sia per i nomi delle strade e delle piazze (ad esempio Piazza Gondola o Piazza Bona).
Il reticolato di strade della moderna Dubrovnik è ricchissimo di caffè, bar, ristoranti e locali che animano la vita della città quasi a tutte le ore del giorno e della notte. Le strade sono affollate di turisti e croceristi che, muovendosi in gruppo, seguono le spiegazioni delle guide o si fermano a mangiare la palačinke, un dolce tipico croato simile ad una crepes con nocciole, e ripieno di marmellata o cioccolato. Dalla chiesa di S. Ignazio, si raggiunge rapidamente il porto vecchio che segna la fine del centro storico: proprio nella zona del porto si può mangiare ottimo pesce appena pescato, spendendo poche Kuna (l’euro è accettato ma non dappertutto).
La Dubrovnik balneare è, invece, un insieme di calette e insenature rocciose che si riflettono su un mare dal colore blu intenso. Le zone più frequentate dai bagnanti sono le spiagge che si trovano dopo la fine della cinta muraria. È qui, sulle alte scogliere a strapiombo sul mare che si affaccia il Buza Cafè: arrivando fin sopra la vecchia Ragusa, tra vicoli stretti, lunghe rampe di scale, gatti sonnecchianti in cerca di cibo, si può scorgere l’entrata di questo posto speciale. La particolarità principale è innanzitutto la sua posizione: buza in croato significa “cavità, insenatura” e, in effetti, si tratta di una terrazza a picco sul mare, “incastonata” nella roccia.
L’entrata è segnalata solo da un’insegna in legno chiaro che indica una piccola breccia all’interno delle mura. Una volta dentro, i più avventurosi possono superare la zona della terrazza e fare un tuffo dallo scoglio soprannominato “the lion”: circa dieci metri di altezza e qualche secondo di crepacuore vi separano dal mare azzurro dell’Adriatico.
Quelli che invece vogliono godersi un tranquillo pomeriggio estivo, possono starsene comodamente seduti ai tavolini del bar, rinfrescarsi con una Ožujsko, la birra locale, ed ammirare uno dei tramonti più belli sull’Adriatico, con uno sguardo alla vicina isola di Lokrum, e alle colline della Dalmazia meridionale. In entrambi i casi, non vi annoierete di certo.
INFO
Come arrivare: in autobus con collegamenti diretti da Spalato, Sarajevo, Zagabria e Lubiana (prezzo medio di 30€). In aereo con voli diretti da Roma e Milano (prezzo medio A/R di 170€). In nave con collegamenti diretti da Bari.
Quando andare: l’estate potrebbe essere troppo calda e afosa. I mesi di maggio, giugno e settembre sono i migliori per visitare la città.
Valuta: Kuna Croata. L’euro è accettato quasi dappertutto.
Lingua ufficiale: Croato. L’inglese è abbastanza diffuso.
Religione: Cristianesimo Cattolico.
Dove mangiare: “Pupo” (Marojice Kaboge 5); “Konoba Bonaca” (Sustjepanska Obala 23).
Dove andare: Buza Cafè (Crijevićeva ul. 9). Aperto tutti i giorni fino alle 02.00.
di Angelo Laudiero |Riproduzione riservata © Latitudeslife.co
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