Senza fumo e tabacco? Si e no

giornata mondiale senza tabaccoDal consesso mondiale dei VIP  che decidono le sorti della maggioranza degli esseri viventi, è stato stabilito che martedì prossimo 31 Maggio si ‘celebri’ la giornata mondiale senza tabacco (Bacco ha anche lui i suoi problemi, mentre Venere è sempre di moda). A parte il fatto che il calendario dell’anno è oramai zeppo di ricorrenze di ogni genere – alcune delle quali francamente ridicole (due per tutte?: 5 maggio per ‘l’igiene delle mani’; 2 ottobre ‘giornata degli angeli custodi’) – risulta davvero difficile capire per quale misteriosa ragione si debba ricordare o festeggiare qualcosa a tutti i costi, anche perché i temi proposti hanno quasi sempre due facce: una positiva (chi non è favorevole alla lotta contro il cancro?) e una negativa (ad esempio: non bere, non fumare, perché fa male alla salute). E qui i pareri, le opinioni, si sprecano. Entriamo subito nel vivo citando, uno dopo l’altro, i ‘pensieri’ di un grande della letteratura mondiale: Mark Twain: Dapprima Dio creò l’uomo, poi la donna. Dopo, l’uomo gli fece pena e gli diede il tabacco. Come inizio, niente male! Per rendere il concetto ancora più chiaro, lo scrittore aggiunge: Se in paradiso non posso fumare sigari, non ci andrò. Anche perché Twain è animato dalle migliori intenzioni di salvaguardare la propria salute: Smettere di fumare è la cosa più facile al mondo. Lo so, perché l’ho fatto migliaia di volte.

Che il tabacco, il fumo, abbiano incontrato grande successo e non poche difficoltà in ogni epoca, è testimoniato da ulteriori illustri pareri. Vediamo prima i suggerimenti pro-abolizione. Comprensibile la scelta di Arturo Toscanini: Ho baciato la mia prima ragazza e fumato la mia prima sigaretta nello stesso giorno. Da allora non ho avuto tempo per il tabacco.
È un po’ più ‘debole’, al contrario, la decisione finale di Sigmund Freud: Fumare è indispensabile se non si ha nulla da baciare. Ieratico e definitivo è invece il parere del Mahatma Gandhi: Il tabacco ha provocato solo stragi tra l’umanità. Una volta presi nella sua rete, è raro trovare qualcuno che ne esca. Tolstoj l’ha definito il peggiore di tutti i tossici. Dello stesso parere, ed è il parere di un ricercatore di fama, è Silvio Garattini: Per quanto riguarda il numero di morti, i produttori di armi sono enti di beneficenza in confronto ai produttori di sigarette. Uno spiraglio a considerare la faccenda con maggiore equilibrio viene da Sandro Pertini: Dai fumatori si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore. Al parere del Presidente operaio si affianca quello malizioso di Kees Van Kooten, scrittore olandese: Quando non si fuma più, tutto ha un odore migliore, soprattutto le sigarette. Addirittura malignamente elegiaco è il pensiero di Alan Patrick Herbert, drammaturgo e umorista inglese: Grazie al cielo, ho di nuovo smesso di fumare! Dio! Mi sento bene. Con tendenze omicide, ma bene. Un uomo diverso: irritabile, lunatico, depresso, sgarbato, nervoso, forse: ma i polmoni stanno bene.

Il carosello finale riflette le considerazioni di altrettanti fumatori incalliti. Cominciamo con l’artista ‘contestatore’ Bob Marley: Più la gente fuma erba, prima babilonia cadrà, al quale segue il precocissimo Henry Louis Mencken, saggista americano: Non ho mai fumato sigarette fino a quando non ho avuto nove anni; non è da meno l’attore Johnny Depp: Ho iniziato a fumare e perso la verginità a tredici anni, a quattordici avevo già provato ogni tipo di droga. Non dico di essere stato un cattivo ragazzo, ero soltanto curioso. Ironica poi l’esperienza del comico USA Bill Melvin Hicks: Non sono più un forte fumatore. Ora mi faccio solo due accendini al giorno. Più articolato è il pensiero di Johnny Carson, conduttore televisivo: Conosco un uomo che ha smesso di fumare, di bere, di fare sesso e di mangiare pesante. È rimasto in salute fino a che non si è suicidato. Con tono di voce bassa e ritmi molto lenti è la volta di Zdenek Zeman, allenatore: Non conto le sigarette che fumo ogni giorno, altrimenti mi innervosirei e fumerei di più. Tre ‘perle’ finali, con due scrittori di fama e un regista-attore molto amato. Sicuro il giudizio di Carlo Levi: In questa terra di lacrime, ci restano due piaceri: amare una bella donna e fumare un sigaro toscano. Più concreto il convincimento di Cesare Pavese: La vita senza fumo è come il fumo senza l’arrosto. Sibillina e comunque aperta alla speranza la considerazione finale di Woody Allen: E se nel 2315 ci svegliassimo per sentirci raccontare che il fumo non aveva mai fatto male a nessuno?

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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