Mercoledì prossimo, 15 giugno, cade l’anniversario di Fondazione – per opera del Dott. Cesare Castiglioni – della Croce Rossa Italiana (15 giugno 1864) un’associazione a sua volta membro dell’organizzazione Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale, fondata nel 1863 a Ginevra per ispirazione e volontà di un imprenditore ginevrino, Henry Dunant. Curiosa e densa di profondi significati etici e umanistici è la storia di questo gentiluomo svizzero. Era giunto per affari nell’area di Castiglione delle Stiviere, nel mantovano, sulle tracce di Napoleone III, impegnato nella battaglia fra l’esercito franco-sardo-piemontese e quello austriaco che avrebbe rappresentato una tappa decisiva per l’indipendenza italiana dall’Austria e per la costruzione dell’unità nazionale. Dunant voleva conferire con Napoleone III al fine di ottenere alcune concessioni per le sue attività imprenditoriali che aveva in animo di sviluppare in Algeria. Il suo arrivo a Castiglione avviene nella notte fra il 24 e il 25 giugno del 1859, a battagli conclusa. Quello che si mostra alla vista del giovane uomo d’affari elvetico, il giorno seguente, è qualcosa di spaventoso che finisce per condizionare il resto della sua esistenza, totalmente dimentico dello scopo per il quale si era spinto sin qui.
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Lo spettacolo di dolore e di solidarietà umana lo coinvolge immediatamente. Assiste ad una processione ininterrotta di carri trainati da buoi, di carretti spinti a mano carichi di morti, moribondi, feriti. Venivano trasportati e scaricati nelle piazze, nei cortili, nelle chiese e per le strade del paese migliaia di corpi straziati dalle armi, mentre la popolazione si adoperava come poteva per prestare loro aiuto e cure. In questa gara di solidarietà spontanea, ricorda Dunant, eccelle l’abnegazione del sacerdote Don Lorenzo Barziza nel cercare di coordinare le opere di soccorso. Chiese, monumenti e case private di Castiglione vengono trasformati in ospedali temporanei; nel piccolo borgo ne vengono allestiti una decina, compreso quello principale nel Duomo. La battaglia di Solferino del 24 giugno 1859 è passata alla storia come uno degli scontri più sanguinosi che l’Europa ricordi. Il numero di militari coinvolti, circa 300 mila, lungo un fronte di circa venti chilometri a cavallo delle colline moreniche del luogo e in presenza di un caldo soffocante, si rende protagonista di scontri epici e sanguinosi. La situazione peggiora nel pomeriggio, quando un violento temporale spegne un po’ l’ardore dei combattimenti ma precipita nel fango uomini e mezzi. Alla fine, si conteranno circa 100 mila soldati, fra morti e feriti. Nei giorni seguenti, fra il 25 e il 30 giugno, il paese al centro della battaglia accoglierà circa 9000 anime (quasi il doppio degli abitanti) trasformandosi in un enorme ospedale a cielo aperto. In gran parte i feriti vengono adagiati su improvvisati letti di paglia, all’interno delle chiese, nelle case disponibili, nelle piazze e sui marciapiedi delle strade. Altri feriti verranno accolti da Brescia, Bergamo e persino da Milano.
Il Museo Internazionale della Croce Rossa di Castiglione delle Stiviere raccoglie documenti e strumenti di soccorso che illustrano l’attività dell’Associazione nelle varie epoche storiche, dalla sua nascita ai nostri giorni. Dunant redige un toccante diario di quei fatti (lo pubblicherà poi nel libro ‘Un souvenir de Solferino’) che descrive la mobilitazione di tutta la popolazione, in particolar modo delle donne di Castiglione, dispensatrici di cure e di conforto verso i militari di entrambe le fazioni in lotta. Il libro di Dunant, che avrebbe in seguito indotto ben 16 Stati a riunirsi a Ginevra (1863) in una conferenza internazionale per la nascita della Croce Rossa, descrive le ‘assurde’ sofferenze della guerra e le inefficienze degli eserciti nell’affrontarne le tragiche conseguenze. Questo un passo significativo della sua relazione: ‘Nell’Ospedale e nelle Chiese di Castiglione sono stati depositati, fianco a fianco, uomini di ogni nazione: Francesi, Austriaci, Tedeschi e Slavi, provvisoriamente confusi nel fondo delle cappelle, non hanno la forza di muoversi nello stretto spazio che occupano. Malgrado le fatiche che hanno sopportato, malgrado le notti insonni, essi non riposano e, nella loro sventura, implorano il soccorso dei medici e si rotolano disperati nelle convulsioni che termineranno con il tetano e la morte’.
Oggi sono 189 gli Stati nazionali della Croce Rossa e milioni in tutto il mondo i Soci attivi.
del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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