Il golf è bello. Diverte, fa bene, insegna. Molto del suo fascino è legato ai luoghi che lo ospitano. Mari, montagne e foreste lo sanno rendere indimenticabile. Ce ne sono molti, poi, che non si possono non definire sensazionali. Da oggi cominciamo a raccontare quelli su cui si dovrebbe assolutamente giocare.
Il primo che cerchiamo di raccontare è quello in cui si dice sia nato il golf: St.Andrews, in Scozia.
Il suo Old Course è divenuto un classico per tutti gli appassionati. I migliori giocatori del mondo e di tutti i tempi hanno calcato i suoi fairways, fin dal XV secolo. Nonostante la sua fama resta un campo aperto al pubblico, a differenza di altri celebrati percorsi che sono ad ingresso esclusivo. Attualmente conta 2400 membri di tutte le parti del mondo.
L’Old Course ha 18 buche e si sviluppa su un tracciato di circa 6100 metri. Le immagini più famose del suo disegno ritraggono soprattutto lo Swilcan Bridge e l’Hell Bunker.
Questo percorso è uno dei sette che compongono il complesso del St. Andrews Links dove, ogni anno, si effettuano 230 mila giri di golf di cui 45 mila solo sull’Old Course.
I sette campi occupano una superficie di 300 ettari e danno lavoro a oltre 300 addetti. Il fatturato annuo si aggira sui 21 milioni di sterline e la società che gestisce il tutto, avendo una forma giuridica di ente benefico, reinveste annualmente le eccedenze economiche.
Nella storica club house si trova il Tom Morris Shop, il più antico negozio di golf del mondo essendo stato aperto nel 1866.
Giocare a St. Andrews non è difficile. Un po’ di più se si vuole giocare sull’Old Course. Bisogna prenotare con largo anticipo (almeno un anno prima) e i green fee dipendono dal periodo dell’anno. Generalmente i prezzi variano da 80 a circa 160 sterline per 18 buche.
di Pietro Busconi |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com