Slovenia azzurra: Pirano e Portorose

SloveniaAnche quest’anno, a fine aprile la costa slovena è stata invasa dai colori della Festa dei Salinai, un’occasione unica per rivivere le antiche usanze legate al sale, prodotto tipico e identificativo di questo lembo di terra da oltre 700 anni. L’epicentro di questa tradizione è sicuramente Pirano, piccolo villaggio affacciato sull’Adriatico che deve proprio al sale la sua fama internazionale, oggi come in epoche passate. Qui si conservano metodi di lavorazione antichissimi che rendono il “fior di sale” una risorsa unica e introvabile altrove, utilizzata nelle cucine dei ristoranti più rinomati del mondo e venduta a prezzi esorbitanti.

D’altronde, nel corso della lunga storia di questa splendida città-museo il sale è servito non solo a insaporire e a conservare i cibi, ma ha funto anche da risorsa strategica per allearsi con Venezia prima, nel secolo XV, e con gli austriaci poi, nel secolo XIX. Ancora oggi, poco lontano dal centro storico, si trovano due vecchi magazzini costruiti tra il 1820 ed il 1845 dove fino a pochi anni fa si conservava il sale destinato alle navi che attraccavano al vicino molo. Recentemente, “Magazen Grando” e “Monfort” sono stati dichiarati beni culturali protetti ed adibiti a spazi espositivi di opere d’arte contemporanea.

Salt Pan_SloveniaMa oltre alle saline, vale davvero la pena scoprire le peculiarità di questo affascinante monumento storico ed artistico a cielo aperto. All’interno delle antiche mura, infatti, gli stretti vicoli e la piazza centrale fanno da cornice alla statua del cittadino più famoso, il celebre compositore e violinista Giuseppe Tartini (1692 – 1770). La città ospita diversi eventi culturali durante tutto l’anno e vanta, inoltre, numerose istituzioni artistiche come il Teatro, le gallerie costiere, il Museo marittimo e l’Acquario.

Oltre a Pirano, però, il litorale sloveno offre altre interessanti località che si snodano lungo i soli 47 km di costa: superando il confine dalla parte di Trieste, si incontrano i centri di Capodistria, la più grande delle città costiere; Isola, tradizionale villaggio di pescatori; e Strugnano, totalmente immersa nella natura incontaminata del suo bellissimo parco protetto. Ma la località più famosa e in voga dell’Istria slovena è sicuramente Portorose: clima mediterraneo, vegetazione rigogliosa, spiagge sabbiose, hotel a cinque stelle, sport e divertimento.

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Il lungomare della cittadina funge da passeggiata lungo la quale sorgono i negozi, le terme, il Casinò e diversi alberghi, tra i quali il Palace Hotel, uno dei più importanti resort d’epoca, costruito durante la monarchia austro-ungarica ed ancora uno dei migliori alberghi nell’area tra Venezia e Dubrovnik. A Portorose, inoltre, l’acqua salmastra e il fango delle vicine saline favoriscono il turismo termale tutto l’anno, mentre gli amanti della natura possono approfittare fin da marzo di emozionanti escursioni nei parchi regionali fino ai vicini villaggi istriani. Ma è il turismo legato agli sport d’acqua a farla da padrone: la stagione balneare inizia a fine maggio e dura fino a settembre inoltrato, con il mare ad una temperatura media di 25 gradi. Poco lontano dal moderno porto turistico con 850 ormeggi, gli appassionati di tutta Europa si danno appuntamento ogni anno per praticare surf, kiting, windsurf, percorsi in canoa e in barca a vela.

Windsuf e kiting_SloveniaNaturalmente da queste parti il vento è il protagonista principale, ma non l’unico. La cucina tradizionale istriana offre specialità e sapori intensi, come il Malvasia, un vino poco alcolico e leggermente aromatico che si accosta benissimo ai piatti a base di pesce. Il modo migliore per gustarlo è raggiungere la collina che domina Portorose, sedersi ai tavoli di una delle terrazze a picco sul mare e godersi un panorama incantevole con lo sguardo che spazia fino alle coste dell’Italia e della Croazia: benvenuti sull’Adriatico sloveno!

di Angelo Laudiero |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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