
Folgaria, Lavarone e Luserna: l’Alpe Cimbra, a poca distanza da Rovereto, riserva uno degli alpeggi più estesi d’Europa. Un paesaggio bucolico fatto di corse di camosci, caprioli e marmotte tra tappeti erbosi e boschi fiabeschi.
Il profilo turrito di un maniero medioevale alle porte di Rovereto, il castello di Beseno, segna la deviazione che dal fondovalle sale in appena 12 chilometri verso gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna, ribattezzati solo di recente con il nome di Alpe Cimbra. Denominazione dovuta al fatto che qui abitano gli eredi dell’ultima civiltà che parla il cimbro, un antico idioma tedesco importato nelle Prealpi veneto-trentine da coloni bavaresi immigrati all’inizio dell’800. Per scoprire storia e tradizioni di questa civiltà perduta basta visitare la casa museo cimbra Haus con Prükk nel piccolo borgo di Luserna-Lusérn, perfettamente conservata con mobili e cimeli d’epoca. E dopo la visita da non perdere è anche il percorso emozionale “Dalle storie alla Storia”, un sentiero tematico che si completa in circa due ore di facile cammino e narra le vicende degli abitanti attraverso ventotto silhouettes di metallo.

Il fronte d’acciaio
Cento anni fa il territorio trentino dell’Alpe Cimbra, che si estende per circa 106 chilometri quadrati, fu teatro di avvenimenti bellici durante la Grande Guerra. Ancora oggi su una lapide di marmo bianco dell’ex forte austro-ungarico Gschwendt-Belvedere di Lavarone – l’unico rimasto totalmente integro e sede di un piccolo, commovente museo – si può leggere: «Nell’anno 1935 S.M. Vittorio Emanuele III re d’Italia, visitava questo forte, reso al silenzio dalla vittoria italiana». Caratteri incisi che ricordano come i tre altipiani rappresentassero ai tempi della Prima Guerra Mondiale la linea avanzata degli austriaci, trasformata in un formidabile sbarramento di sette fortezze di pietra, cemento e acciaio collegate da un robusto sistema di trincee progettato dal generale Konrad von Hotzendorf. A ricordare quella che gli storici ribattezzarono appunto la “guerra delle fortezze” (in gran parte poi distrutte da Mussolini negli Anni Trenta per recuperare le coperture in ferro) rimangono oggi tanti ricordi. A cominciare proprio dal Forte Belvedere (detto “la sentinella della Val d’Astico”) con i suoi cannoni muti, i camminamenti stretti nelle viscere della montagna, i passaggi-budello.
Nel 1915 i forti degli Altipiani impedirono l’avanzata italiana su Trento e nel maggio 2016 furono base di partenza della Strafexpedition, la poderosa offensiva con la quale gli austriaci miravano alla pianura veneto-vicentina per cogliere l’esercito italiano alle spalle. Ma dopo un successo iniziale l’offensiva fallì. Testimonianza di quel periodo sono anche i cimiteri dei caduti di guerra austriaci di Lavarone e Folgaria, la cosiddetta “Scala dell’Imperatore” (un sentiero di pietra in ricordo della visita di Carlo d’Austria al fronte degli altipiani nel 1916) i resti degli altri forti perduti e le numerose fortificazioni che si incontrano andando per malghe o lungo i sentieri della zona. Dalla Grande Guerra alla Guerra Fredda. A Folgaria un’altra curiosità da scoprire è Base Tuono a Passo Coe, un’ex area Nato dell’Aeronautica Militare, attiva dal 1966 al 1977, oggi trasformata in museo a cielo aperto con tanto di missili Hercules in posizione di lancio.

Una “Magnifica Comunità”
I ricordi storici non sono certo l’unico richiamo per migliaia di visitatori che arrivano ormai numerosi anche dall’estero su queste riposanti montagne dove i grandi spazi e le infinite distese di boschi donano un profondo senso di libertà e di pace. Non a caso Folgaria, dall’XI secolo al 1805, ha avuto la struttura amministrativa indipendente di “Magnifica Comunità”.
Qui oggi si vive la dimensione di una montagna “amica”, adatta a tutte le esigenze, ed è possibile praticare tutti gli sport estivi e invernali, dal golf alla mountain bike, dal parapendio all’equitazione, dallo sci al pattinaggio sul ghiaccio. Una Ski Area con 100 chilometri di piste collegate tra loro garantisce emozioni sugli sci agli appassionati di discese, mentre le piste di fondo sono considerate le migliori di tutto l’arco alpino. D’estate e d’inverno l’Apt locale promuove un ricco calendario di eventi per i turisti che non hanno mai il tempo di annoiarsi tra mille proposte di tutti i tipi.
Da agosto a ottobre nella zona di Passo Coe si ritrovano anche gli appassionati cercatori di funghi (occorre però un apposito permesso acquistabile in loco): porcini soprattutto (che qui chiamano “brìse”), oltre a finferli e mazze di tamburo. Nel territorio dell’Alpe Cimbra, inoltre, non è difficile incontrare caprioli, lepri, camosci, cervi, scoiattoli, aquile, civette, gufi. E c’è perfino un percorso tematico che dal villaggio di San Sebastiano porta con facilità, tra boschi e ampi panorami al torrente Mülpoch, un tempo noto come “la fonte della salute”.

Per chi invece ama fare shopping non mancano le botteghe storiche del centro di Folgaria, piccola “capitale” dell’Alpe Cimbra con i suoi tremila abitanti, dove si può fare lo struscio percorrendo tutta la centralissima via Colpi (soste consigliate la boutique Il Cardo, il Bar John e la Pasticceria Dalsass). E per non tornare a casa a mani vuote, un souvenir goloso è l’ottimo miele locale che si può acquistare alla Casa del Miele di Folgaria o presso alcune aziende agricole, non prima di aver visitato a Lavarone il Museo dedicato al nettare delle api.
Nell’ampia piana della frazione di Costa da non perdere la visita all’antico Santuario della Madonna delle Grazie, patrona degli sciatori, e al complesso di Maso Spilzi, un imponente edificio rurale del XVII secolo trasformato in sede museale. Meritano sicuramente una sosta anche il “paese dipinto” di Guardia, con le facciate delle case affrescate da artisti locali e non e la suggestiva cascata Hofentòl.
Infine da non dimenticare Serrada, legata al ricordo del pittore futurista Fortunato Depero e dello psicanalista Cesare Musatti che trascorreva qui le sue vacanze. Molti anni prima in zona era solito “passare le acque” anche Sigmund Freud. Una lapide dedicata allo “scopritore del mondo interiore profondo” sulla facciata dell’ex Hotel du Lac di Lavarone ricorda l’illustre turista che soggiornò dal 1900 al 907 e poi ancora nel 1923 in riva al lago alpino dove oggi d’estate i turisti fanno il bagno nei due lidi attrezzati per la balneazione e d’inverno si pattina sulla superficie ghiacciata.
Testo e foto di Davide Biagi |Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com
INFO UTILI
Informazioni:
Centro informazioni turistiche Alpe Cimbra, Via Roma 67, Folgaria (TN), aperto fino alle ore 16; tel. 0464.724100, alpecimbra.it
Folgaria Ski, Località Fondo Grande, tel. 0464.720538, www.folgariaski.com
Come arrivare:
In auto: dall’autostrada A22 del Brennero (caselli di Rovereto Nord e Trento centro) poi dalla SS350 a Calliano oppure dall’autostrada A31 della Valdastico (casello di Piovene Rocchette) sempre sulla SS350.
In treno: La stazione ferroviaria di Rovereto, sulla linea del Brennero, dista 18 km da Folgaria (via Calliano) e 30 km da Lavarone (via Calliano).
In aereo: L’aeroporto più vicino è a Verona Villafranca, a 90 km.
Quando andare – Clima:
Mite. Montagna da vivere tutto l’anno
Dove dormire:
Alpen Hotel Eghel, Via A. Maffei 49, Folgaria, tel. 0464.720481, alpenhoteleghel.it
Hotel Seggiovia, loc Francolini 32 di Folgaria, tel. 0464. 721179, hotelseggioviafolgaria.it
Longanorbait B&B con Maneggio, Località Carpeneda 34 di Folgaria, tel. 328 862 2466, longanorbait.it
Dove mangiare:
Ristorante Alla Segheria, Via Fabio Filzi 45, Folgaria, tel. 0464.721322, ristoranteallasegheria.it
Ristorante Al Fogolar, via Colpi 329 Folgaria, tel. 0464.723154
Ristorante Sanscrivel, via Salvo D’Acquisto 14, tel. 0464.720333
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