Skopje. Sulla croce più alta del mondo

Skopje“Ad arrivarci fin lassù” sussurra al marito una turista cinquantenne, mentre entrambi osservano la croce sul monte Vodno dal centro cittadino. La coppia dev’essere appena arrivata a Skopje, la città delle Sette Porte, e presto scoprirà che arrivare alla Croce del Millennio, memoriale ai duemila anni di cristianità in Macedonia e nel mondo, costa poca fatica.

Ogni quaranta minuti dalla stazione degli autobus parte un bus rosso a due piani, simile ai double-decker londinesi, che in mezz’ora raggiunge la stazione della moderna funivia di fattura austriaca inaugurata nel 2010, e da qui in dieci minuti si arriva quasi in cima alla montagna. Pochi passi ancora e si è sotto l’enorme croce di metallo che, con i suoi 66 metri di altezza, ne fanno la croce più alta del mondo dopo quella della Valle de los Caídos, in Spagna, alta 150 metri. Per costruirla sono serviti nove anni, dal 2002 al 2011, e sono stati spesi circa 7 milioni di euro provenienti dai contributi della Chiesa ortodossa, del Governo, da donazioni private. Si può anche risalire l’intera struttura metallica grazie all’ascensore interno che ricorda quello della Tour Eiffel. Tuttavia la vista a trecentosessanta gradi che si gode già dalla cima della montagna spinge pochi visitatori a salire anche in cima alla croce.
A godersi il panorama dal monte Vodno arrivano turisti ma anche tanti residenti che soprattutto d’estate salgono su a cercare un po’ di frescura. L’illuminazione dell’istallazione, con un impianto a basso consumo realizzato di recente in seguito alla donazione di un imprenditore russo si legge su una targa, fa si che la Croce del Millennio sia vista anche a trenta chilometri di distanza.

old-bazarMa a Skopje non ci sono solo croci e chiese, anche moschee e minareti. D’altronde la dominazione ottomana da queste parti si è protratta per ben cinque secoli. Le moschee più antiche sono nella città vecchia (Carsija), che si raggiunge attraversando il caratteristico ponte di pietra sul fiume Vardar. Qui, nell’Old Bazar, unica parte della città vecchia sopravvissuta al terremoto del ’63, vive una delle comunità albanesi più tradizionaliste. Alle finestre delle tipiche abitazioni non si vedono le bandiere col sole nascente della Repubblica di Macedonia come dall’altra parte del ponte, bensì quelle rosse con l’aquila nera a due teste dell’Albania, e qualcuna dell’esercito di liberazione del Kosovo (Uck). Per anni si è temuto che in Macedonia potesse succedere quanto accaduto in Bosnia Erzegovina. Per fortuna la convivenza forzata tra macedoni di fede ortodossa e albanesi di fede musulmana raramente è sfociata in violenze. L’Old Bazar, il più grande dei Balcani, è diventato nell’ultimo decennio un’attrazione turistica e a beneficiarne è stata l’intera città. “Il mio sogno è di aprire qui una locanda”, racconta Tony, un ragazzo di etnia albanese di 24 anni che d’estate ogni sera fa il giro dei tavoli al ristorante del suo amico per racimolare qualche soldo con la vendita di profumi contraffatti. “Mi arrangio così tre mesi l’anno. Gli altri nove lavoro in Italia come taglialegna. Se la Macedonia entra nell’Ue posso lavorare in Italia tutti e dodici i mesi e tra quattro anni apro la locanda”. Il suo amico che il ristorante già ce l’ha appare più scettico. In Macedonia lo stipendio medio di un operaio si aggira intorno ai 300 euro, e anche a Skopje, sia da una parte che dall’altra del ponte, di giovani e adulti che cercano lavoro all’estero se ne incontrano tanti.

Lasciata la città vecchia e attraversato nuovamente il ponte si arriva in piazza Macedonia, la piazza principale di Skopje. Qui troneggia dal 2011 la statua equestre di Alessandro Magno, l’eroe nazionale. La scultura è alta circa 13 metri e poggia su un piedistallo in cemento di 10 metri. Di sera con le luci colorate proiettate dalla cima del piedistallo, l’acqua che zampilla dalla pavimentazione, e le carrozze d’epoca trainate dai cavalli bianchi che fanno il giro turistico dell’emiciclo, rendono la scenografia della piazza assai particolare.

macedonia-squareDa alcuni anni tutta l’area del centro è interessata da un faraonico progetto di rinnovamento architettonico (conosciuto come ‘Skopje 2014′); molti palazzi dopo i restauri hanno assunto uno stile neoclassico o barocco, una novità da queste parti. Le piazze, le vie, si sono riempite di statue, 29 solo su un ponte. Si va da Giustiniano a Tito, da Filippo di Macedonia a Samuele di Bulgaria. Dalla statua del mendicante a quella del lustrascarpe. Oltre a personaggi della musica, della letteratura, dell’arte. C’è anche un toro, simile al toro di Wall Street. “E’ stato un modo per dare lavoro agli artisti locali”, commenta un residente. I lavori sono tutt’ora in corso, soprattutto nei cantieri sul fiume Vardar. A Madre Teresa di Calcutta, che a Skopje è nata, la città ha dedicato più di una statua, e una casa-museo a pochi passi da piazza Macedonia.

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Si vedono anche edifici o monumenti come Porta Macedonia, il palazzo di Giustizia, e lo stesso piedistallo su cui poggia la statua di Alessandro Magno, imbrattati di vernice colorata. In questo caso non c’entra nulla il restyling, quanto piuttosto le manifestazioni accese registratesi in centro nei mesi scorsi.

matka-canyonNon si può lasciare Skopje senza prima fare un salto a Matka Canyon. A soli 15 chilometri dalla città c’è il più incantevole paesaggio naturalistico della Macedonia. Pareti rocciose che si estendono per circa sei chilometri, e un lago artificiale che le attraversa molto frequentato dagli appassionati di kayak, oltre che dai turisti per il tradizionale giro in barca. É possibile anche percorrere un sentiero scavato lungo le pareti rocciose da cui si gode uno scenario davvero mozzafiato.

Testo e foto di Francesco Parrella |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

 

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