Ci siamo. Nel macrocosmo del mondo vacanziero dalle mille sfaccettature e possibilità di spesa (e conseguente fruibilità) irrompe come un bulldozer Flavio Briatore. ‘…masserie e casette, villaggi turistici, hotel a due e tre stelle, tutta roba che va bene per chi vuole spendere poco ma non porterà qui chi ha molto denaro’. E meno male che Flavio ha fatto notare che è ‘roba’ per chi vuole spendere poco, dimenticando che, con l’aiuto planetario della ‘rete’, oggi le persone sono in grado di scegliere che tipo di vacanza trascorrere in qualunque stagione dell’anno; possono facilmente prenotare il mezzo di trasporto più adatto (aereo, nave, treno, auto, moto ecc.) per raggiungere ogni luogo della terra; possono addirittura individuare l’hotel o i ristoranti che – per l’ormai diffusissimo ‘passaparola’ o per gli infiniti messaggi promozionali del web – consentono una scelta vasta e quasi sempre rispondente alle personali esigenze, inclusi i prezzi; con la feroce concorrenza che c’è, tendono quasi sempre al ribasso. Lontani i tempi in cui ci si limitava all’hotel Miramonti delle Dolomiti o all’hotel Miramare della riviera Adriatica. Oggi la gente va dove vuole e la fantasia delle ‘ricerche’ e delle conseguenti ‘fruizioni’ non ha più limiti. Tuttavia, se ne farà una ragione Mr. Billionaire, la stragrande maggioranza delle persone si guarda in tasca, cercando – come è logico che sia – di ottenere il meglio in relazione alle disponibilità finanziarie delle quali dispone. Chi va in vacanza, non ha certo le tasche piene di ragnatele, ma non ha nemmeno i preziosi ‘dobloni’ di Paperon de’ Paperoni. Grandi viaggi, ‘resort’ esotici e raffinati, convivono democraticamente con le infinite ‘Pensioni Mariuccia’ citate da Briatore.
Sarebbe esercizio noioso ricorrere alle statistiche di presenze turistiche nei vari paesi per verificare quale sia la reale distribuzione di spesa (sono comunque dati in perenne movimento) di chi va in vacanza o compie viaggi per lavoro. Ma una cosa è certa: chi cerca di attrarre singole persone, famiglie o gruppi, deve saper offrire una buona ricettività, con dei costi complessivi alla portata delle ‘masse’ sempre più imponenti (sui sette miliardi di persone all’anno) che si muovono dalle quattro mura domestiche. Incalza il Flavio nazionale: ‘…ci sono persone che spendono 10-20mila euro al giorno quando sono in vacanza; questi turisti vogliono hotel extralusso, porti per i loro yacht e tanto divertimento. Il ricco vuole tutto e subito; io so bene come ragiona chi ha molti soldi: non vuole prati, scogliere, luoghi affollati, tanto meno musei o itinerari culturali; ma lusso, servizi impeccabili e tanta movida’. Hai detto niente! D’accordo che stiamo parlando di una ‘minoranza’ di ricchissimi che non hanno il problema di spendere; insorge tuttavia il ‘fuggevole’ dubbio che questi privilegiati possano non gradire fino in fondo l’etichetta di danarosi crapuloni – tetragoni a libri e musei – loro appioppata dall’inventore della ‘vacanza perfetta’; anche se poi mitiga il giudizio asserendo che ‘quello ricco è un turismo molto più educato di quello povero’.
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Tutto questo ha detto l’imprenditore piemontese di recente a Otranto in occasione del ‘lancio’ dell’ultimo insediamento turistico Twiga, dopo quelli di Marina di Pietrasanta, di Malindi in Kenya, per non parlare della catena dei famosi Billionaire (Dubai, Porto Cervo, Montecarlo, dove Briatore risiede, Istanbul, Cortina d’Ampezzo). Quest’uomo dal ‘pollice d’oro’, tra alti e bassi spesso imbarazzanti, è sulla scena mediatica oramai da molti anni: nel regno della Formula 1 (con Benetton e Renault), nel calcio (Queen Park Rangers di Londra) senza contare i molteplici interessi nel campo della moda, dei viaggi (Billionaire Travel) e delle ‘compartecipazioni’, tutte a vario titolo interessanti e remunerative. Lampi di gloria e zone d’ombra, dunque (compresa una recente ‘perdita’ di 320mila euro per la catena Billionaire) che non preoccupano minimamente questo industriale d’assalto; tant’è vero che ha donato pro-terremotati la bella cifra (in contanti) di 500mila Euro. In Puglia, autorità come residenti, sono rimasti un po’ ‘freddi’, giurando che non autorizzeranno la costruzione di ‘altre e/o nuove’ strutture sul mare. Qualcuno al contrario sostiene che un turismo d’élite gioverebbe alle fortune della regione. Flavio Briatore, sornione, chiude il primo incontro spiegando quale sia la filosofia dei locali Twiga e Billionaire: ‘…riservatezza, questo noi offriamo; oltre a lusso e confort, di giorno e di sera. Quando cala il sole c’è spazio per la spensieratezza, il divertimento e, naturalmente, per il gossip’.
del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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