Caserta, capoluogo campano, è nota soprattutto per la sua settecentesca Reggia, trionfo del barocco Italiano. La Reggia venne realizzata da Luigi Vanvitelli su incarico di Carlo III di Borbone, si estende per 47.000 metri quadrati e rappresenta una delle opere di maggiore spicco dell’architetto napoletano. L’interno della Reggia si articola su cinque piani, all’interno dei quali è possibile visitare gli appartamenti reali e i saloni ufficiali, ornati di affreschi, stucchi, bassorilievi, sculture e pavimenti a intarsio. La ricchezza di questo luogo è sorprendente, dal 1997, infatti, la Reggia di Caserta e il suo parco sono stati inseriti nella “World Heritage List” dell’UNESCO.
Nonostante l’abbondanza presente all’interno della Villa, la visita ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca. È la gestione, a nostro parere, a non essere ancora al passo con i tempi, considerato soprattutto l’afflusso di turisti, italiani e stranieri, che quotidianamente fanno visita alla Reggia.
Ad accoglierci all’ingresso principale della Villa c’erano una grande quantità di mozziconi di sigarette abbandonati a terra. Entrando nella biglietteria non abbiamo trovato nessun tipo di indicazioni riguardo i prezzi, gli orari, le visite guidate; informazioni disponibili solo una volta arrivati in cassa. L’attesa per fare il biglietto è durata una quindicina di minuti, tempo che sarebbe possibile ridurre notevolmente grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, come la possibilità di fare il biglietto online e convalidarlo tramite QR code. Una volta arrivati alla cassa, gli inservienti urlavano per farsi capire da chi stava dall’altra parte del vetro, a causa dell’assenza di microfoni. Essendo interessate a una visita guidata, ci è stato detto che il primo tour sarebbe iniziato alle ore 13, tre ore dopo il nostro arrivo. L’inizio non è stato certo dei migliori.
Accompagnati dall’audio guida, abbiamo cominciato la nostra visita all’interno degli appartamenti. Gli scenari sono maestosi e sorprendenti, ricchi di eleganza e nobiltà. Nonostante cotanto valore artistico, gli interni non sono tenuti tutti come dovrebbero: indicazioni poco chiare sul percorso da seguire, in aggiunta, affianco a decori, mobili e pavimentazioni tenuti nel dettaglio, si accompagnano vetrate opache e polverose, che impediscono la vista sull’ampio parco esterno. Il personale è poco presente all’interno delle stanze. Quel poco che c’è appare alquanto disinteressato al compito che sta svolgendo, mansione che riteniamo fondamentale per accompagnare il visitatore all’interno di un bene culturale così rinomato. Il personale dovrebbe, a nostro parare, essere più attivo e disponibile nei confronti dei turisti.
Durante la visita all’interno della Reggia, è stato anche possibile visitare la collezione “Terrae Motus”, nata per iniziativa del gallerista napoletano Lucio Amelio dopo il sisma che negli anni ’80 devastò Campania e Basilicata. La collezione, ricca di capolavori di artisti contemporanei, è provvisoriamente inserita all’interno di un’ala della villa, utilizzata in passato dall’aeronautica.
A nostro parere, la mostra offre la possibilità allo spettatore di sperimentare un viaggio tra il passato settecentesco delle mura in cui si trova e la contemporaneità, espressa da artisti al pari di Warhol, Paladino, Vedova, Haring, per citarne solo alcuni. L’occasione sarebbe delle migliori se fosse accompagnata da una visita guidata, in modo tale da spiegare a turisti, magari non esperti di arte contemporanea, il dialogo tra le due ere. Ancora una volta il mancato ruolo dell’intermediazione risulta invece di fondamentale importanza.
Una volta terminata la visita agli interni, ci siamo recate nell’ampio parco della Reggia. Molto interessante la possibilità di noleggiare biciclette per percorrere la distesa di verde antistante la Villa, attraversabile anche in carrozza. Lo scenario che si palesa davanti agli occhi è sublime, ma la mancanza di cura e attenzione al dettaglio del parco, rappresentano una nota negativa. Erba ingiallita e non tagliata con precisione, alberi secchi, fontane a cui servirebbe una riverniciatura, tutto ciò sembra tradire l’originario giardino “all’inglese”.
Al contrario, nota positiva è la presenza di Cracking Art negli esterni della Reggia. Rane, lumache, uccelli e altri tipi di animali coloratissimi e di varie dimensioni riempiono e colorano il parco, l’ingresso principale e la facciata in fase di restauro. I visitatori, inoltre, possono contribuire alla raccolta fondi per il restauro delle fontane del parco acquistando una mini scultura Rana a 10€, progetto di avvicinamento e coinvolgimento del pubblico.
I beni culturali, vanto e risorsa per il nostro Paese, richiedono responsabilità e impegno. Un’adeguata protezione e valorizzazione, devono contare su una fondata e corretta organizzazione e dialogo tra il bene e ciò che lo circonda e un’interazione tra l’elemento umano e le nuove tecnologie che, se opportunamente conosciute ed utilizzate, possono dare un contributo determinante. Questo è, secondo noi, l’obiettivo che speriamo la Reggia raggiunga nel breve.
Contributo di Giulia Galimberti e Elena Cavallini
Questo spazio è dedicato ai lettori e alle loro esperienze di viaggio. La Redazione non ha modo di verificare la veridicità dei contenuti.
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