
Gli Alisei accarezzano i declivi vulcanici che donano ai vini provenienti da questa esotica destinazione un carattere unico e riconoscibile. Qui si fa vino da almeno 500 anni: le Canarie sono isole da assaporare e tutte da scoprire, perfette per i wine hunters.
Già dal’aereo Tenerife si annuncia interessante, dominata dalla mole del Teide, un vulcano alto più di 3700 metri. Con i suoi oltre 2000 chilometri quadrati di superficie e quasi 900 mila abitanti, Tenerife è la maggiore delle Canarie. Dal punto di vista paesaggistico, è sufficiente allontanarsi dalle principali spiagge per trovare una natura esplosiva, spettacolare, incredibilmente varia, basti pensare alle pendici del Teide, con le sue contorte formazioni laviche, alla penisola di Anaga, incredibilmente selvaggia e scoscesa, oppure alla zona compresa fra Los Gigantes, Garachico e il faro di Punta del Teno: un delirio di valli vertiginose percorso da strade fra le più tortuose che si possano immaginare. La vecchia capitale, La Laguna è stata inserita dall’Unesco nella lista dei patrimoni dell’Umanità. E’ una cittadina affascinante, piena di vita, interessante da visitare, caratterizzata da un clima fresco e variabile. Per avere un’idea complessiva della produzione vinicola di Tenerife bisogna andare a El Sauzal alla Casa del Vino La Baranda: si tratta di un indirizzo imperdibile, a partire dalla posizione a picco sul mare, fra i vigneti. All’interno della villa padronale perfettamente ristrutturata, si trovano il Museo del Vino, l’enoteca dove si trovano tutti i vini di Tenerife e la sala di degustazione. Nei dintorni troviamo alcune delle cantine più interessanti dell’isola. In particolare la micro Bodega Crater fondata da un gruppo di amici nel 1998.

Qui da gustare con attenzione è il Magma, giustamente vulcanico. E’ unico, potente, rotondo, molto concentrato, pieno. Il naso racconta di vulcani e frutta rossa. Vino da meditazione, diverso da qualsiasi altro, può essere abbinato anche coi formaggi stagionati. Formidabile. Poco lontano, la Bodega Monje merita la visita per la bellezza delle vigne, la posizione, la cantina in sé stessa e per incontrare Felipe Monje, vignaiolo illuminato di quinta generazione che è il motore di questa realtà. La visita comincia fra vigne di 200 anni, prosegue fra botti di 300, si snoda fra barriccaie di design e termina fra le prospettive in chiaroscuro dei locali del wine club, dove si celebrano i baccanali di wine & sex, marchio registrato da Monje che commercializza una linea di prodotti sexy legati alle seduzioni del vino. Vale la pena di degustare i vini nell’ottimo ristorante annesso alla Bodega, dove la cucina si concentra sui piatti della tradizione.

A 40 minuti di volo, più piccola e meno dotata in fatto di dislivelli rispetto a Tenerife, Lanzarote, con i suoi 300 vulcani, è altrettanto emozionante. La prima escursione è verso l’estremo nord-orientale dell’isola dove si trova il Mirador del Rio, uno dei momumenti al territorio creati dal geniale César Manrique, il figlio più famoso di Lanzarote, l’uomo che ha saputo valorizzare al meglio il patrimonio paesaggistico. Otto km più avanti in direzione di Cortijo si incontra il Giardin de Cactus, un altro dei monumenti di César Manrique: una sorta di anfiteatro a gradoni che ospita una fantastica collezione di cactus. Un’altra dozzina di chilometri lungo la strada costiera che corre lungo la frastagliata scogliera lavica, nella quale si aprono improvvise calette di sabbia bianca e acqua turchese, e si arriva al Jameos del Agua, un tratto di condotto vulcanco le cui caverne sono state adattate e si possono visitare. Una di queste grotte è stata trasformata in auditorium e ospita concerti di vario genere. Più avanti vale la pena di fermarsi a visitare la Cueva de los Verdes, un altro tratto di condotto vulcanico. Da qui la strada sale in un paesaggio di colline pietrose e distese fino al Mirador del Rio, un fantastico punto panoramico che consiste di una sala scavata nelle roccia e una serie di balconate a picco sul mare a 600 metri di altezza. Non si può dimenticare il Parque Nacional de Timanfaya perché se Lanzarote è un giardino di vulcani, il Timanfaya è il suo cuore di fuoco. Montañas de Fuego, questo è il nome che gli isolani usano per definire la zona che dal 1974 è circoscritta dai confini del parco nazionale: al suo interno vulcani, vulcani e poi vulcani, in uno scenario apocalittico da far rabbrividire.

Belle le strade che si snodano fra i coni colorati, bella l’escursione che porta fino all’orlo dei crateri e si conclude a El Golfo, con il suo lago di smeraldo e le spiagge di lava nera (circa 100 chilometri in tutto) Infine si incontra la valle di Geria che riassume come nessun altro luogo l’essenza di Lanzarote. Bisogna assolutamente visitare due dei monumenti più significativi di César Manrique: la Fundación César Manrique e il Monumento al Campesino. La prima è il maggior centro culturale dell’isola: è, al contempo, casa, museo, galleria d’arte, laboratorio d’architettura e monumento al paesaggio. Ricavata in gran parte nelle bolle e nel passaggio di una colata lavica, rappresenta un straordinario esempio di integrazione fra uomo e ambiente naturale. Per capire il senso del monumento al campesino bisogna percorrere senza fretta la valle della Geria, bisogna guardare il terreno fatto di lava contorta e tagliente, fermare la moto e camminare lungo i sentierini che si perdono fra le mille buche scavate col sudore: ognuna di esse ospita una piccola vite. Poche foglie di un verde alieno che la volontà dell’uomo fa vivere e fiorire e dare frutta. Il vino di Lanzarote si porta dentro il ricordo del fuoco e merita di essere assaggiato.
In questa terra dove piove pochissimo la viticoltura è eroica nel senso più puro della parola e qui lo chiamano “il vigneto impossibile”. La vite sopravvive alla siccità grazie al manto di lava tritata che viene steso sul terreno arido. Ogni pianta trova il suo spazio in grandi buche scavate a mano e protette dai venti alisei da muretti a secco. Un ambiente ostile che però regala alla vite una longevità fuori dal comune (non è raro trovarne di oltre 200 anni) e le fornisce nutrimento ricco di minerali. Le rese per ettaro superano di rado il quintale e mezzo e ogni operazione in vigna è necessariamente manuale. Non vedrete trattori a Lanzarote, solo contadini chini su un paesaggio lunare.
Testo e foto di Marco Santini |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
INFO UTILI
Informazioni per il vostro viaggio sul sito dell’Ufficio Spagnolo per il turismo in Italia
Con chi andare
Vueling ha prezzi assai competitivi, buona organizzazione e un servizio friendly rispetto anche ad altre low cost. Lo stop over a Barcellona, permette di portarsi a casa una buona bottiglia di Cava e un po’ di jamon serrano.
Dove mangiare
Restaurante El Tunel a Tenerife. Superbo indirizzo frequentatissimo dai locali. Niente menù in lingue straniere, anzi niente menù. Si mangia quello che hanno portato i pescatori.
Restaurante El Risco www.restauranteelrisco a Lanzarote
Con un po’ di mare, gli spruzzi delle onde raggiungono la terrazza. Meno che chilometro 0 per il pesce che vi serviranno. Da non perdere.
Restaurante El Lago www.apartamentosellago.com a Lanzarote
Si chiama lago ma servono solo pesce di mare, freschissimo. Ottimo rapporto qualità/prezzo e bella terrazza con vista mare
Dove dormire
Hotel Nivaria a Tenerife
Caserio de Monzaga a Lanzarote
Indirizzi utili di cantine ed enoteche
El Grifo
Bodega & Museo del Vino
LZ-30, Km 11, San Bartolomé,
Lanzarote
Tel. +34 928 524036
Bodega Bermejo
Camino a Los Bermejos 7, La Florida, San Bartolomé
Lanzarote
Tel. +34 928 522463
Bodega Monje
Camino Cruz de Leandro 36
+34 922585027
Humbolt
Bodegas Insulares Tenerife
Vereda del Medio 48
Tacoronte, Tenerife
+34 922570617
http://www.bodegasinsulares.es
Bodega Crater
San Nicolas 132, El Sauzal
Tenerife
+34 922 573272
Bodega Stratus
Crta. La Geria km. 18 35570 Yaiza
Tel. +34 928 809977
Lanzarote
Bodega Viñatigo
Calle CaboVerde SN, La Guancha, Tenerife
Tel: +34 922 828768
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