Quel particolare fascino di Rovigno

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Una veduta aerea del borgo di Rovigno

Provo sempre un’emozione particolare quando mi trovo sulla piazza principale di Rovigno-Rovinj, intitolata al Maresciallo Tito, che si affaccia sul molo di Santa Caterina.  E, in particolare, quando alle mie spalle suona la piccola orchestra davanti all’hotel Adriatic, che con i brani musicali di fine ottocento, sembra volermi invitare a fare un salto indietro nel tempo.

Sarà forse per il singolare riverbero della luce al crepuscolo, i gabbiani che volteggiano in cielo, un cielo che il vento – ora leggero, ora impetuoso (la bura, come la chiamano qui) – contribuisce a tenere sempre limpido. O forse per i maestosi velieri che, in lontananza, scivolano sull’acqua. Per la vegetazione rigogliosa che abbraccia l’insenatura azzurra. Per i tanti caffè all’aperto, i cui avventori sembrano voler invitare ad assaporare, con calma, la particolare dolcezza di questo luogo, apprezzato in tutte le stagioni. Tanti piccoli elementi che, raccolti insieme, mi trasmettono una sensazione straordinaria. Di energia e insieme di profondo rilassamento. Uno dei rari luoghi visitati in cui il paesaggio architettonico si fonde con grazia nel paesaggio naturalistico.

Panorama della città di Rovigno
Panorama della città di Rovigno

Indubbiamente Rovigno ha un fascino speciale che deriva anche dai diversi domini che si sono  avvicendati nel tempo. Ma anche alla lungimiranza di uomini del passato che hanno investito in questa destinazione, non solo per motivi unicamente economici, ma perché animati da un sogno di bellezza. Tra questi il barone Georg Hütterott che nel 1890 acquistò quattro isole e il conte Milewski. Tracce che oggi, a distanza di oltre un secolo, rimangono nell’area protetta di Punta Corrente, disseminata di alberi secolari e negli isolotti di Santa Caterina e Isola Rossa. Oggi si continua a investire in questo luogo, considerato tra i più affascinanti del Mediterraneo: i grandi alberghi di epoca socialista lasciano sempre più il passo a strutture a cinque stelle.

Proprio incamminandomi verso Punta Corrente (Zlatni rt) mi piace ammirare la silhouette del campanile del duomo che svetta con i suoi 63 metri nel piccolo nucleo antico della cittadina. Da qui si intuisce come nell’antichità, la piccola penisola a forma ovale, fosse in realtà un isolotto, collegato alla terraferma solo nel 1763, con la copertura del canale.
Diversa, ma ugualmente deliziosa, è la veduta che si ha del borgo storico dalla parte opposta, ossia dal molo grande, da dove si può contemplare la successione armoniosa di bassi edifici color pastello che sembrano stringersi in un abbraccio, a protezione del duomo dedicato alla martire paleocristiana Sant’Eufemia.
Il duomo, in stile veneziano, ospita diversi manufatti di pregio artistico, in particolare opere pittoriche, sculture lignee e marmoree, ma è indubbiamente il campanile ad attrarre lo sguardo dei turisti. Sulla sua estremità si erge, infatti, la statua in rame della santa, realizzata nel 1758, che ruota secondo la direzione del vento, indicandone la provenienza col braccio destro.

Uno scorcio dei vicoli di Rovigno
Uno scorcio dei vicoli di Rovigno

Incamminandosi dalla Via Grisia verso piazza Matteotti, se non ci distraggono troppo i tanti atelier o negozietti che propongono articoli di artigianato, per lo più locale, l’invito è a scrutare le facciate degli edifici e monumenti dove si possono cogliere tanti piccoli e sorprendenti dettagli: tra i più noti, l’Arco dei Balbi con il leone marciano rappresentato con il libro aperto, a indicare il rapporto pacifico tra Rovigno e la Serenissima.

Continuando a esplorare il territorio rovignese, suggestivo è anche il mercato ortofrutticolo all’aperto, dove frutta e verdura sono collocate sui banchi con un ordine impeccabile, quasi fossero beni di grande pregio.

Infine, non si può lasciare Rovigno senza una tappa alla Casa della batana, l’imbarcazione a fondo piatto del luogo, per comprenderne un poco la storia e il suo ruolo per la cittadina. Dal piccolo museo si esce con il desiderio di sperimentare, al tramonto (da giugno a settembre), un giro in questa imbarcazione da terminare tra canti folcloristici (bitinade) nello spacio Matika, dove gustare un’immancabile cena a base di pesce.

Info: www.istria-rovinj.com

Testo e Foto di Licia Zuzzaro | Riproduzione Riservata © Latitudeslife.com

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