Tra Equatore e Polo

Oggi, venerdì 30 giugno, è il giorno d’uscita di Libertas Dicendi ma, soprattutto, è il compleanno di Cate. Non posso (ancora) portarla da qualche parte guidando l’auto, salendo su un aereo, un treno, addirittura un tram. Quando potrò, le ho promesso che l’accompagnerò a visitare Porto Tolle, cittadina di circa diecimila anime, piazzata nel bel mezzo del delta del Po, in provincia di Rovigo. Un ‘regalo’ inusuale, un po’ ridicolo e al risparmio, potreste obiettare. Ma un regalo che lei apprezzerà perché è qui che finisce la corsa italiana, iniziata sulle Alpi tra Francia e Piemonte, di un’espressione geografica ignorata dai più ma che costituisce, per la fantasia di molti (in primo luogo per quella di Cate) vera palestra per sfrenate galoppate e oniriche interpretazioni social-geografiche. Sto parlando di qualcosa di invisibile ma emotivamente palpabile: il 45° parallelo che arriva dalla Francia e finisce nel delta del Po (ecco spiegata l’importanza di Porto Tolle!) dividendo l’emisfero nord del mondo in due grosse fette: una attratta dal Polo, l’altra affascinata dall’Equatore. Se il parallelo è un concetto astratto che si concretizza solo nelle nostre menti, sono al contrario reali i ‘cartelli’ che lo segnalano: a Chieri, Moncalieri in Piemonte, nel pavese e nell’alessandrino; qui, percorrendo l’Autostrada dei Fiori, tra Casei Gerola (Pavia) e Castelnuovo Scrivia (Alessandria) un’insegna messa a ponte su entrambe le carreggiate indica il passaggio dell’invisibile 45° parallelo. Altri cartelli ancora in Emilia, nel Mantovano, nel Veneto.

Cinquemila chilometri verso nord per trovare l’Orso Bianco e altri cinquemila verso sud per incontrare le tribù delle foreste di Gabon e Congo. Del parallelo – come traccia geografica – hanno parlato in origine Dicearco, allievo di Aristotele, quindi Claudio Tolomeo con la sua opera (Geografia) stampata nel 1477 a Bologna. Nel trattato erano compresi anche i meridiani; insieme, hanno finito per quadrettare e semplificare la catalogazione del pianeta. Il 45° parallelo, in Italia, corre grosso modo seguendo l’asta del Po, da ovest e est. Facilissimo per Cate arrivare alla conclusione che sarebbe perfetto rendere omaggio alla continua linea invisibile, rendendola concreta – e quindi visibile – con una lunga e sottile foresta di pioppi, piantati da un lato all’altro del parallelo: pioppi contornati da ampie distese di verde, da eleganti e architettonicamente ben inseriti edifici, adibiti a ristoro e svago. Panorami gradevoli, frescura in abbondanza; come la muraglia cinese, potrebbero essere osservati persino dallo spazio. Un’altra ipotesi di ‘visibilità’ potrebbe essere quella di ‘marcare’, con segnali inequivocabili, le differenze tra Polo ed Equatore; nelle città e nei paesi a nord del 45°, abiti un po’ più pesanti, sobrietà e rigore nordico nelle manifestazioni e ricorrenze ufficiali, propensione a privilegiare atteggiamenti riservati e consapevoli. Nei luoghi dell’area Equatore, maggiore disinvoltura nella vita di tutti i giorni; frequenti feste e cortei colorati, dedizione al lavoro ma anche bisogno insopprimibile di staccare la spina più spesso del dovuto. Il caldo, si sa, ha le sue esigenze.

Sempre viaggiando con la fantasia, il 45° potrebbe accentuare i famosi ‘campanilismi’ italiani fra le città e i paesi che si trovano poco sopra o poco sotto il parallelo. Ad esempio: fra Pragelato e Sestriere, fra Valenza Po e Alessandria, fra Piacenza a sud e Cremona a nord. Ancora: tra San Benedetto Po, Ostiglia e Revere a nord e il duo Suzzara-Gonzaga a sud, per finire con Rovigo e Adria, più vicine al Polo e Ferrara-Porto Tolle (chi si rivede!) prossime all’Equatore. Feste, saghe, tornei cavallereschi con i duellanti dell’area nord bardati come i Vichinghi e quelli ‘meridionali’ in maglietta e infradito. Divertimento e sfottò a piene mani. Lasciando che l’aquilone della fantasia sfrenata si libri sopra i cieli dove, come una lama, il 45° parallelo scorre e taglia le realtà sottostanti, è bello poter sognare di avere, come ultimo desiderio per il compleanno di Cate, una navicella (inquinamento zero) che percorra gli spazi del mondo seguendo, di volta in volta, meridiani e paralleli. Il famoso 45° va ben oltre l’Italia (Stati Uniti, Canada, Francia, paesi balcanici, Crimea, Asia centrale, Giappone). Quello dell’altro emisfero, sarebbe invece quasi sempre a mollo: solo un po’ di Nuova Zelanda, per il resto, oceano. Meglio, molto meglio, una gita dalle nostre parti.

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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