Il Lido di Venezia sempre più green e pieno di fascino

Quanti conoscono davvero il Lido di Venezia al di là dei fasti mondani concentrati nei pochi giorni della Mostra Internazionale del Cinema? Quando il circo mediatico allestito attorno allo star system toglie le tende, i riflettori si spengono, le passerelle scompaiono, che rimane sulla lunga striscia di terra poco al largo della Serenissima? Tantissimo, ma non molti lo sanno. I più preferiscono stiparsi come sardine in barile fra le calli della meravigliosa, stremata capitale lagunare e si perdono qualcosa di unico a pochi minuti di vaporetto da Piazza San Marco.

Lungo 12 chilometri per una larghezza massima di 1,5 km, il Lido si è evoluto nei secoli. Secondo alcuni storici il primo nucleo abitativo risalirebbe ai Romani, che lo utilizzavano come porto di imbarco delle merci provenienti dall’entroterra veneto verso il Mediterraneo. Alterne vicende segnarono periodi fiorenti o di decadenza, ma di certo costituì un sicuro rifugio durante le invasioni barbariche e con l’instaurazione della Repubblica d Venezia diversi suoi cittadini assursero alla carica di Doge. La posizione strategica a protezione della città lagunare ne fece sede di istallazioni militari anche in tempi relativamente recenti.

L’interesse turistico per il Lido prende invece l’avvio dopo la metà dell’Ottocento, quando ancora l’isola era un’area campestre coltivata ad orti. Poeti come Lord Byron e scrittori come Thomas Mann iniziarono a frequentarla, e via via venne scoperta dall’aristocrazia austro-ungarica, tedesca, scandinava, e  quindi dell’est europeo a seguito della rivoluzione russa. La scelta di organizzare qui la mostra d’arte cinematografica internazionale del cinema, a partire dal 1932 aprì le porte al turismo d’elite francese, inglese, americano,  che riprese dopo il tragico intervallo del secondo conflitto mondiale. Negli anni ’60-70  del secolo scorso scoppia il boom edilizio, intaccando quell’aura di esclusività e integrità tanto amata dal jet set internazionale. Nonostante questo, il Lido è tuttora un ambiente unico a due passi da Venezia, adatto ad un soggiorno di mare, relax, divertimento, sport,  scoperta di natura e cultura con andamento lento, rigenerante, ideale ad ogni età.

Arrivando non bisogna farsi ingannare dall’aria relativamente moderna e un poco anonimo-vacanziera delle prime case. Basta imboccare il Granviale Santa Maria Elisabetta e in breve s’incontra un capolavoro originale dell’architettura liberty come il Grande Albergo Ausonia & Hungaria. Inaugurato nel 1907, venne innovato nel 1913 con una abbagliante facciata policroma. Una figura regale muliebre con la doppia croce del Regno d’Ungheria accanto ad un’altra raffigurante la Serenissima spiega l’origine del nome  e da dove provenisse all’epoca il grosso della clientela. Questa meraviglia, che conserva gran parte degli arredi originali, è stato uno dei protagonisti della stagione d’oro del Lido, quando si ballava fino a notte inoltrata nel suo elegante club, il Follies Dancing.  Oggi in compenso, oltre alla raffinatezza delle camere, offre all’interno il centro wellness e Spa  Lanna Gaia rigorosamente ed autenticamente Thai, per efficaci trattamenti benessere in un ambiente ovattato e accogliente nella piena tradizione orientale.

Guardandosi intorno ed esplorando le vie laterali  ci sono molti altri esempi di liberty, classico o eclettico, di ville padronali dai bei giardini. Vennero costruite quando avere casa al Lido significava risiedere in uno dei luoghi più ambiti del mondo.  Si percepisce qualcosa nell’aria. Un segnale di vicende stratificate nel tempo. Bisogna prendere una bici per trovare soluzione all’arcano e non disdegnare un’escursione a piedi. Andando verso San Nicolò e la sua estesa bocca di porto da cui transitano le grandi navi, si costeggiano spiagge di larghezza oceanica, e stabilimenti balneari curati come giardini. Qui le cabine hanno alle volte la dimensione dei tradizionali capanni, inventati ai primordi del turismo per accogliere le famiglie aristocratiche e la servitù, dando agio e possibilità di passare la giornata a grandi e piccini.

Dal lato della laguna un’ampia area verde recintata racchiude l’aeroporto Giovanni Nicelli,  che possiede una delle piste più antiche d’Italia, tracciata tra il 1909  e il 1915. Durante la prima guerra mondiale venne destinato alla difesa aerea contro gli Austriaci, che martellavano Venezia dall’alto e minacciavano un assedio via mare. Vennero insediate una squadriglia francese da caccia e la mirabolante Squadriglia Navale Siluranti Aeree, al comando del poeta e maggiore Gabriele d’Annunzio. Del Vate si narra che rifiutasse gli alloggi dei piloti, e quando non era in franchigia a svagarsi nella Casetta Rossa sul Canal Grande riunisse i suoi fidi in una specie di yurta in cuoio e legno appositamente costruita accanto alla pista. Nel 1926 dall’aeroporto decollò il primo aereo di linea italiano per un volo diretto a Vienna via Klagenfurt, e nel 1934 vi atterrò Hitler, accolto da Benito Mussolini, per il suo primo viaggio all’estero da capo di stato. La funzione di aerostazione civile di Venezia durò fino al 1950. Recentemente è stato recuperato e ristrutturato, aperto al traffico d’aviazione generale, sportiva e all’eliturismo. La struttura è ancora quella degli anni ’30 così come il disegno degli arredi del bar e i motivi degli affreschi  nella hall. E’ dotato di ristorante aperto al pubblico ed è utilizzato talvolta per eventi, in una cornice d’antan di rara eleganza.

Dalla parte opposta, in direzione degli Alberoni, le inconfondibili linee del casinò, ora in ristrutturazione, e del Palazzo del Cinema, campeggiano tra mitici hotel simbolo del Lido. Il Des Bains ha visto il meglio della nobiltà e ispirato la poetica vicenda del capolavoro  Morte a Venezia. Purtroppo è chiuso da quattro anni, né ci sono certezze sul futuro. Non perde smalto invece l’Excelsior, da sempre prediletto da attori e celebrities, con gli inconfondibili capanni tendati sulla spiaggia. Molto confortevoli, giusto un filo cari, ma è pur sempre un lussuosissimo cinque stelle. Infatti basta spostarsi di pochi metri e ci sono bagni molto carini, ad esempio il Lio Beach, pure forniti di ottimo bar ristorante a prezzi più che accessibili avec les pieds dans l’eau nel medesimo mare.

Proseguendo si trovano diverse spiagge libere fino alla punta Pellestrina.  E’ questo il versante sud dell’isola, il più verde e vario, e anche il più affascinante. Il borgo storico di Malamocco è un piccolo gioiello di case tradizionali e canali sospeso nel tempo. Più oltre una serie di orti e coltivi ricorda l’antica vocazione del Lido, oggi fortunatamente riscoperta e rilanciata. Ci si avvicina all’estremità, la diga degli Alberoni, e il paesaggio si riempie di boschi, prati, avvallamenti e dolci rilievi, in cui è evidente la mano dell’uomo. Ricavato nell’area di un antico forte austriaco, il green del Circolo Golf Venezia venne fondato nel 1928, pare su stimolo del magnate Henry Ford, che non si capacitava di dover tenere le mazze in letargo in un luogo così bello. Un percorso complesso e ricco di spunti tecnici in uno scenario incantevole, inserito dal 1986 nella top ten dei migliori campi d’Italia. Avvicinandosi alla bocca di porto la natura ha il sopravvento: pineta e vegetazione spontanea dell’Alto Adriatico, un mosaico di dune che degrada al mare. Siamo nell’ Oasi delle Dune degli Alberoni, riserva naturale WWF di grande bellezza e importanza naturalistica, che ogni anno muta le sue forme in base ai cicli stagionali. Una zona dalla complessa biodiversità ricca di flora e uccelli rari, come l’occhiocotto, lo zigolo nero, il fantomatico succiacapre, il fratino e il fraticello.

C’è davvero tanto da fare e da vedere al Lido, e anche da assaggiare. Molti ristoranti si sono impegnati a rinverdire la cucina di tradizione, attingendo a piene mani da pescatori e orticoltori locali. Ne derivano freschezza e genuinità garantite, e pure un giusto sostegno ad attività che rischiavano di perdersi. Qualche nome, tanto per citare. Il Gran Viale, sull’omonima strada: una sicurezza. Attenzione alla stagionalità, funghi e tartufi d’autunno, moleche tenerissime quando è tempo, pesce impeccabile e territorio. Il ristorante di Villa Mabapa, storico hotel ricavato da una lussuosa villa liberty, è la giusta sintesi tra cucina veneziana doc e nuove suggestioni, in cui l’estetica è solo degno accessorio del gusto. In particolare di pesci e crostacei, ma anche di dolci leggeri e raffinati, tutto sostenuto da una ragguardevole carta dei vini. Un salto negli anni ruggenti del Lido per incontrare i sapori che chiunque spera e s’aspetta venendo in laguna. Le Quattro Fontane ha l’aspetto  di una casa di campagna nord europea, invece è un albergo, curato ed elegante, con una cucina schietta ma difficilmente superabile nei contenuti: baccalà, sarde in saor, risotti di mare, canocchie e peoci da sballo. A pochi passi dal palazzo del cinema, l’anziano e simpaticissimo maitre ha l’aria di aver visto cose che pochi umani…

Il Lido è tradizionalmente una delle spiagge più amate dai veneziani. Ma pure i foresti  che come nel passato ritrovano la strada dell’isola lunga, spesso ne restano folgorati in ogni periodo dell’anno. Qui si può passare un week end, una o più settimane in tutta tranquillità, nel verde, stando al mare, con tanti stabilimenti premiati bandiera Blu e Verde,  facendo sport, godendo relax, natura, cose buone, magari provando esperienze fuori dal comune, fosse un corso di voga da gondola o un giro in elicottero sulla laguna. E quando scatta la voglia in un attimo è Venezia.

Il patrimonio del Lido aspettava da tempo di essere adeguatamente valorizzato, instradandolo su un cammino virtuoso di sostenibilità e cultura per attrarre un turismo di qualità, attento e responsabile. A questo scopo è nato il Consorzio Venezia e il suo Lido, che riunisce imprenditori locali legati al turismo convinti di avere a disposizione un tesoro sottovalutato. Uno dei cardini dell’azione consortile è il progetto Green Lido. Nasce per esaltare le bellezze paesaggistiche del territorio e costruire un’ampia offerta di prodotti artigianali, culturali, alimentari fondati sulla ricerca del viver sano, del prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente, promuovendo e coordinando le attività sportive, migliorando la produttività delle coltivazioni degli orti, incentivando la mobilità ciclabile ed elettrica. Chi aderisce si deve impegnare in questa direzione. E la scommessa sta avendo successo. Lo sforzo di lavorare insieme, mai molto praticato in Italia, è uno stimolo a far bene e soprattutto una risorsa per l’ospite. Ora il Lido è ancora più green, ed è pronto a regalare tutte le sue bellezze.

Un ultimo sguardo prima dell’arrivederci ci riporta a Malamocco, tra viuzze, piazzette, preziose locande come il Relais Alberti, impregnate di salsedine e storie. Da un lato Venezia, miraggio adagiato sulla laguna da una mano divina, concreto e irreale, materia e sogno. Dall’altro il mare aperto, in lontananza un naviglio che pare una galea crociata diretta in Terra Santa o nei possedimenti di Levante. Da qui salpavano, e le vie dell’isola dai nomi di Chio, Smirne, Lepanto, Cipro, Scutari ne sono memento. Per un attimo il mistero del Lido sembra svelarsi, poi si ritrae e scompare, senza mai davvero svanire. Forse un uomo lo conosceva, ma anche lui è ormai salpato, facendo rotta su terre ignote insieme alla sua creatura, capitano Corto Maltese.

Per i servizi e le possibilità di soggiorno:

Consorzio Venezia e il suo Lido

Testo e foto (esclusa apertura) di Gianfranco Podestà|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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