Carlo Pedrini la considera la capitale dello street food. Siamo in Romagna, del resto, la patria del buon cibo, della piadina e molto altro. Cesena si prepara ad accogliere il Festival Internazionale del Cibo di Strada che si terrà come nelle precedenti edizioni nel centro storico, in Piazza del Popolo, dal 6 all’8 ottobre. Il festival torna con una ventina di isole gastronomiche che proporranno i cibi di strada d’Italia e del mondo: dal Messico all’India, dalla Grecia al Kurdistan, dal Venezuela alla Provenza, dal Perù al Marocco, dal Brasile alla Spagna, e da numerose regioni italiane. Il Festival ospita anche le Officine Gastronomiche di world food, laboratori sul cibo di strada nel Mediterraneo e nel mondo, condotti da Chef Kumalè, esposizioni, incontri, animazioni, musica, teatro di strada. Una apposita sezione sarà dedicata allo street coffee con la degustazione dei caffè del mondo.
Con la nascita delle città nella civiltà mediterranea, prende forma l’idea di cibo di strada (street food) che – servito nei caratteristici chioschi o offerto da venditori ambulanti – costituisce la più antica e autentica forma di ristorazione. Semplice nella preparazione, legato alle tradizioni agro-alimentari del territorio a cui appartiene, il cibo di strada è probabilmente la più onesta tra le diverse forme di offerta gastronomica, quella meno soggetto all’influenza di mode passeggere, quella che maggiormente consente di leggere la storia (non solo gastronomica) di una città e dei suoi abitanti. E dalle rive del Mediterraneo la tradizione del cibo di strada si è estesa col tempo a tutti quei luoghi del pianeta in cui il clima e lo sviluppo delle relazioni sociali ne consentivano la realizzazione: lontano Oriente, Africa, America Latina, per non parlare dei paesi “nuovi” come l’Australia e gli Stati Uniti che hanno assorbito e fatto propri i più diversi cibi di strada importati in seguito alle diverse ondate immigratorie.
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