Argentina, le Ande a colori

Viaggio on the road attraverso un paesaggio incontaminato, punteggiato dai resti delle civiltà precolombiane e della prima colonizzazione spagnola. L’Argentina del Nord Ovest è un mosaico armonioso di storia, colori, sapori e musica.

 

Già in epoca preispanica l’Argentina settentrionale era abitata da civiltà molto sviluppate che gli Inca iniziarono a conquistare intorno al 1840 d.C., quando scesero da Cuzco passando per la Quebrada de Humahuaca. Per esplorare questi luoghi ricchi di storia è necessario percorrere strade che si snodano intorno a montagne variopinte di rocce sedimentarie, nelle valli Calchaqui o nella Gola di Humahuaca, imboccando piste che passano sotto piante di alloro, noce e cedro rosso, le specie più importanti della foresta montana, oppure risalire le Ande fino ad arrivare alla vasta Puna, con i suoi sentieri infiniti che conducono in angoli surreali. Viaggiando da est verso ovest, l’altitudine aumenta e il clima diventa più secco. Questo perché i venti alisei che soffiano dall’Atlantico si scontrano con le pareti delle montagne, disperdendo l’umidità sui pendii orientali coperti da una fitta vegetazione. Il vento continua il suo viaggio verso ovest, diventando via via più secco e dando origine a inverni asciutti, caratterizzati da molte giornate serene con il cielo quasi purpureo, mentre l’estate dipinge le pareti dei monti con una rigogliosa vegetazione verde cupo e i fiumi si ingrossano di acque torrenziali colorare da sedimenti rossastri. Qui a nord si trovano rovine precolombiane e le prime città spagnole, i templi inca e le chiese solitarie. Bellezze incastonate in paesaggi, gole e valli multicolori, ornati da giungle, deserti, fiumi rossi e cascate cristalline.

Il nostro viaggio attraverso le provincie di Salta e Jujuy comincia dalla città San Salvador de Jujuy, da dove imbocchiamo la Ruta 9 verso nord. Vicino a Yala, la valle si stringe in una gola e da qui a Tres Cruces la strada costeggia il Rio Grande. Nei pressi di Volcán siamo già a 2.000 metri di altitudine. Qui gli alberi crescono al riparo dei pendii delle montagne ma, continuando a salire, si trovano solo prati e ancora più in alto arbusti spinosi e contorti alberi di queñoa, una pianta che prospera solo a queste altitudini.

A Tumbaya compaiono i primi cactus, eretti su impossibili dirupi scoscesi, poi la gola corre fra le catene di Zenta a este e le Ande orientali a ovest, le cui cime nascondono la Puna, l’altipiano. Continuando lungo la Cuesta de Lipán si arriva fino a Purmamarca, alla confluenza del fiume omonimo con il Rio Grande, ai piedi del celebre Cerro de los Siete Colores, uno spettacolare complesso montuoso dalle sfumature cangianti. La città è tra le più tipiche della zona e tutt’intorno notiamo le abitazioni incastonate fra frutteti, distese di mais, campi di peperoncino e orti. Questo è il regno delle forme e dei colori e i monti sfoggiano e toni più belli dell’ocra, del viola e del verde offrendo una vista indimenticabile. La piazza principale è affollata dagli abitanti che vendono i loro pezzi d’artigianato ed è circondata dagli edifici più importanti, come in tutte le città ispaniche del Sudamerica. Il tempo qui sembra essersi fermato e permane il fascino dei secoli passati con la chiesa di Santa Rosa de Lima e il più piccolo municipio dell’Argentina, oggi biblioteca locale.

Da Purmamarca raggiungiamo la Posta de Hornillos, simbolo dell’epoca coloniale, quando questa strada collegava il Perù al porto di Buenos Aires. La si percorreva a cavallo o con i carri trainati da buoi e sulle montagne, dove il sentiero si fa più ripido, si continuava a dorso di mulo. Maimará è un altro villaggio situato in una posizione stupenda e, nei pressi del fiume che ci scorre attraverso, si ammira una serra di garofani e ortaggi. Proseguendo verso Tilcara, ai cui piedi si trova il Pulcará, che conserva rovine in parte restaurate. Pucará significa “vedetta fortificata”, una delle tante Quebrada (questo nome, tradotto, significa gola tra due montagne o passo di altura), tutte posizionate strategicamente per controllare chiunque osasse attraversare questi luoghi. Perchel, Juella, Yacorat, sono tutti nomi da cercare sulla cartina, località dei dintorni da scoprire e visitare.

Prima di giungere al villaggio di Huacalera attraversiamo il Tropico del Capricorno, a 23° e 27’ a sud dell’Equatore. Il paesaggio cambia: la gola si apre e il clima diventa più asciutto. Stiamo per entrare nella Quebrada de Humahuaca, che è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2003, per proteggerne la ricca eredità archeologica e culturale e i paesaggi unici. È un corridoio naturale lungo 170 chilometri che unisce il Nord dell’Argentina alla Puna, toccando i confini del Cile, della Bolivia e del Perù.

Lasciando la strada principale, scendiamo in direzione del fiume fino a Humahuaca, fondata sulle rovine di un’antica tampu inca, sorta di luogo di sosta lungo i sentieri diretti a nord. Al mercato si vendono merci provenienti da Cile, Bolivia e Argentina. Le stradine sono tutte acciottolate e strette e le case hanno un’architettura differente da quella delle altre città. Nella Quebrada de Humahuaca la fusione della cultura europea con quella andina è presente ovunque: nei festival e nel carnevale, il tutto accompagnato sempre da colori, musica e vino. Quando cambia la stagione, tutto muta. La pioggia e i fiumi tinti di fango rendono fertili campi e rive, permettendo agli agricoltori di coltivare fiori e ortaggi. Siamo a poco più di 100 chilometri dal confine con la Bolivia. A questo punto invertiamo la rotta, e torniamo indietro. Ad attenderci c’è la Routa 40 che ci condurrà verso il nord: il nostro obiettivo è raggiungere le Grandi Saline. Arrivarci non è facile, una lunga serie di tornanti conducono dai 2.206 metri di Purmamarca ai 4.170 metri del passo Abra de Lipán, sul versante orientale delle Ande. Viaggiare a queste altitudini crea disagi fisici, come la testa pesante e il fiato corto. Ma trovandoci in quelle zone da oltre una settimana, riusciamo a superare agevolmente il problema.

Da qui iniziamo la discesa verso l’altipiano della salina. Negli spazi immensi e solitari chi ci sovrastano, solo piccole abitazioni indicano una presenza umana. Le Grandi Saline coprono la parte inferiore del bacino della Puna. In passato erano dei veri e propri laghi e tuttora, dopo le torrenziali piogge estive, si riempiono per un paio di giorni di pochi centimetri d’acqua. Qui le Ande si dividono in due catene, tra le quali si trova appunto la Puna, che ha un’altezza media di 3.800 metri. Da queste parti piove pochissimo. Ad accoglierci una luce accecante e un paesaggio lunare spazzato dal vento. Colori mai visti prima e ombre radenti evidenziano anche i più piccoli rilievi della distesa di sale. La giornata volge al termine e riprendiamo il nostro cammino. La Cuesta de Lipán scivola fino a valle e i paesaggi cambiano rapidamente mentre si scende di quota. In tarda serata giungiamo a Salta, dove pernottiamo. Il giorno successivo attraversiamo la Quebrada de Las Conchas. Imponenti pareti di colore rosso scarlatto fanno da contorno alla lingua asfaltata, che più di una volta abbandoniamo per addentrarci all’interno e ammirare da vicino le maestose montagne di arenari e le formazioni geologiche che con il tempo hanno assunto le forme più strane: el Obelisco, la Garganta, el Anfiteatro, los Castillas.

Testo e foto di Franco Cappellari | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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Info utili

Informazioni: per pianificare un viaggio in Argentina visitate il sito Argentina Travel

Come arrivare

Molte compagnie volano su Buenos Aires. Dall’Italia è possibile viaggiare da Milano e Roma a Buenos Aires con KLM e Iberia. È poi possibile spostarsi con dei voli interni o attraverso la rerte stradale e ferroviaria.

Clima – Quando andare

L’Argentina presenta le stagioni invertite rispetto al nostro emisfero settentrionale. Il clima della regione andina riesente dell’altitudine e presenta i caratteri tipicamente montani (forti escursioni termiche, inverni assai rigidi). Nella zona della Puna e delle Ande settentrionali in generale è accentuata l’aridità. Se si vogliono evitare i periodi più freddi è consigliabile non andare durante il nostro periodo estivo.

Fuso oraio

-4 ore rispetto all’Italia, 5 quando è in vigore l’ora legale italiana

Documenti

Per soggiorni turistici inferiori a tre mesi è sufficiente il Passaporto in corso di validità con scadenza non inferiore a 6 mesi dalla data di arrivo in Argentina, il visto non è necessario.

Vaccini

Non necessari

Lingua

Spagnolo

Religione

La religione maggiormente diffusa è il cattolicesimo.

Valuta

L’unità monetaria è il peso

Telefono

Per chiamare l’Italia bisogna comporre lo 0039, per chiamare l’Argentina dall’Italia è necessario comporre il prefisso internazionale 0054.

Elettricità
220 volt, le prese sono identiche a quelle italiane

Abbigliamento:    zaino tecnico 50 litri, biancheria intima in fibra sintetica (facile da asciugare), magliette in cotone maniche lunghe e corte, vestiti tecnici, guanti, calze leggere e di lana. Scarpe (comode!) da trekking, cappello di lana e occhiali da sole, bastoncini da trekking .

Link utili: Ente Nazionale Turismo Argentina

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