E io che credevo che quelle enormi, spettacolari, bizzarre colline di roccia che spuntano a grappoli dalle foreste di bamboo, fossero frutto delle fantasie bucoliche di raffinati artisti del Celeste Impero… Mi sbagliavo: esistono davvero, sparse qua e là in una vasta regione dell’entroterra cinese meridionale dal seducente nome di “ Danxia”. Il loro straordinario valore paesaggistico è valso il riconoscimento di Patrimonio Naturale dell’Umanità che ha aggregato in un unico “ Danxia Landform of China “ Dieci Parchi Geologici Nazionali sparsi in ben sei Provincie diverse. Testo e foto di Ennio Maffei
Giorno 1
La visita comincia con le grottesche meraviglie geomorfologiche del Parco Nazionale di Langshan partendo dalla più iconica Roccia del Peperoncino. Si tratta di un mega-peperoncino monolitico alto 180 metri, perfetta rappresentazione geologica della popolarissima spezia. La liscia parete in arenaria del monolitico peperoncino fu scalata per la prima e unica volta nel 2002 in free solo, da Alain Robert noto come lo Spiderman francese, che in quella occasione è riuscito ad evitare l’arresto appigliandosi al fatto di aver compiuto la temeraria impresa auspice il governo locale.
Giorno 2
In questa calda e umida regione subtropicale, spesso accade che nuvole e nebbia avvolgano i rilievi e fluttuino a valle sottraendo progressivamente saturazione alla pur lussureggiante vegetazione. E quando le nuvole scivolano giù, ecco il fiabesco scenario che un anonimo poeta descrive dei “ dorsi di balene che fluttuano in un mare di nuvole “. Ma per scattare foto e imprigionare in macchina il panorama disvelato, bisogna salire i 1708 scalini che si arrampicano fino in cima al monte Bajiaozhai; una scarpinata di un paio d’ore. A poche centinaia di metri dalla cima, è in funzione la stazione terminale di una lunga, ironica cabinovia che saltella sulla cresta di tre colline prima del balzo finale su un picco non lontano dalla cima. Scatto felice le foto delle “balene fluttuanti” zoomando sulla cresta della Conchiglia a Spirale, la Testa del Dragone, il Picco della Pagoda.
Giorno 3
Alba col botto e roaming fotografico tra la gente del primo mattino. Pomeriggio su zattera alla deriva sul fiume del generale pietrificato. A Langshan, a volte, le giornate cominciano ai primi bagliori dell’alba, Verso le sette, le strade del centro brulicano di gente che consuma il Fen: la zuppa di vermicelli di riso in brodo di tofu, funghi, cipollinne e soia, rinforzata con un uovo fritto oltre, naturalmente, al peperoncino. Pomeriggio in rilassante crociera fluviale su zattera di bamboo alla deriva sulle placide acque del fiume Fuyi. Un’oretta di placida traversata tra i boschi di bamboo scansando un paio di secche, ed ecco che raggiungiamo la Roccia del Generale, vero punto d’interesse di questo ramo del Fuyi. Altra escursione al Vicolo Tianyi, decantato Primo vicolo al mondo, Supremo capolavoro della natura, Passaggio meraviglioso che solo Dio può creare. Visto da lontano, il Vicolo Tianyi sembra la scanalatura verticale di un enorme masso sul punto di staccarsi dalla parete della roccia madre.
Giorno 4
Falce, martello e smartphone nella città di Mao. A Shaoshan, nasce il sole rosso che illumina la Cina e il mondo intero, annuncia la guida all’arrivo nella città natale di MaoTse-tung; a quaranta e passa anni dalla morte del Presidente Mao, tutti i giorni, continuano ad arrivare migliaia e migliaia di visitatori .Si tratta del cosiddetto Turismo Rosso, istituito e organizzato dal PCC nei siti cruciali della Rivoluzione. Pranzo in ristorante casereccio sul modello della Famiglia Mao, la catena di 400 ristoranti distribuiti in tutta la Cina e all’estero. Giungiamo finalmente in piazza del Presidente, sancta sanctorum di Shaoshan, dove, sopra un piedistallo, campeggia, maestosa e solenne, una statua in bronzo alta 10 metri che lo ritrae eretto, sguardo all’infinito, Nessuno si sottrae al rito di posare per la foto di gruppo prima di un più individualistico selfie con lo sfondo del Presidente.
Giorno 5
Yueyang, la città della Torre e Junshan, l’isola dai tanti nomi. Entriamo a Yueyang attraversando ampi viali tra grandi edifici residenziali e moderni centri commerciali. La città sorge sulle sponde del lago Dongting dove al tramonto le acque si confondono col colore del cielo. Dalla Torre di Yueyang si intravvede, in lontananza, l’isola di Junshan meravigliosa conchiglia al centro di un piatto d’argento. Per raggiungere Junshan, si attraversa il lunghissimo Ponte del Futuro, superba ed elegante opera di ingegneria civile, il terzo più lungo ponte sospeso al mondo che continua su piloni come viadotto per chilometri e chilometri.
Giorno 6
Monte Hengshan, l’Olimpo senza tempo di Confucio, Buddha e Tao. Il tempo di una mezza rinfrescata e di un mezzo tè e via al Grande Tempio del Monte Heng: Gigantesco Pilastro del Sud, Tempio dell’Equilibrio, Santuario di Incomparabile Longevità, Porta dell’ Abbondante Talento Emergente, Corrispondenza Terrena del Grande Carro Celeste con riferimento alla stella Yu Heng dell’asterismo del Grande Carro nella costellazione dell’Orsa Maggiore. Il santuario popolare e imperiale del Monte Heng ha sempre goduto di enorme prestigio: la speranza della grazia e della longevità ne faceva infatti meta di pellegrinaggio per onnipotenti imperatori. Tutti i templi, taoisti e buddisti, brulicano di devoti, in maggioranza donne, anche millennial. Per molti di questi devoti, il Grande Tempio di Nanyue Damiao è solo la prima tappa di un pellegrinaggio nella costellazione di santuari e monasteri immersi nel verde e nelle nuvole dei 72 monti della catena del Wuyue.
Giorno 7
Changsha, l’antica città del giovane Mao, della filosofia e del grande boom. La guida spiega che la capitale dello Hunan, con i suoi 8 milioni di abitanti, quanti a New York o Londra, è solo 21esima nella graduatoria delle città metropolitane cinesi più popolose della Cina. Changsha non appare congestionata dal caos di folla e traffico tipico di altre grandi megalopoli cinesi e asiatiche. Ultima cena in Hunan al Palazzo del Fuoco, in antichità tempio e altare per riti sacrificali in onore a Zhurong, Dio del Fuoco, gran finale di squisita ospitalità nella migliore tradizione cinese.
Testo e foto di Ennio Maffei | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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Info utili
Informazioni: L’ufficio Nazionale del Turismo Cinese ha un sito in lingua italiana dove potrete trovare molte informazioni per viaggiare in Cina
Come arrivare: Per le tratte internazionali sono utilizzati voli di linea Lufthansa, Swiss, Air China, Hainan Airlines o altra compagnia di linea. Per i voli interni sono utilizzati vettori nazionali.
Quando andare – Clima: la provincia di Hunan ha quattro stagioni ben distinte: molta pioggia alla fine della primavera e all’inizio dell’estate, siccità alla fine dell’estate e in autunno; il tempo in primavera è mutevole e umido; più giorni di sole in estate e autunno. La temperatura media annuale di Hunan è di 17 ° C
Fuso orario: + 7 ore rispetto all’Italia;+ 6 ore quando in Italia vige l’ora legale.
Documenti: passaporto con validità di almeno 6 mesi e visto consolare per la Cina.
Vaccini: non necessari
Lingua : cinese
Religione: maggioranza musulmana
Valuta: Yuan cinese
Elettricità: 220v, prese cinesi e europee
Telefono: +86. La copertura è presente quasi esclusivamente nelle grandi e medie città, a meno di non acquistare una SIM cinese, ad esempio China Mobile
Abbigliamento: L’inverno è freddo, l’estate calda, quindi l’abbigliamento è in funzione del periodo in cui si visita, una cosa che non deve mancare mai è una giacca contro la pioggia e un ombrello.
Link utili: ufficio Nazionale del Turismo Cinese
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