Colpo di ballo a Flores Indonesia

Fruste e scudi volteggiano in piroette veloci, quasi invisibili. Poi colpiscono.  La danza etnica dei Caci, patrimonio culturale della tribù dei Manggarai sull’isola indonesiana di Flores, è un rituale antico. Un ballo violento e simbolico, eterna lotta tra uomo e donna, cielo e terra, vita e morte.

Testo di Matteo Marrone |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

Flores è un’isola dell’Indonesia compresa nella regione di Nusa Teggara, situata a est dell’isola di Komodo celebre per i suoi draghi e ad ovest dell’arcipelago di Solor uno degli ultimi luoghi al mondo in cui ancora si pratica la caccia alle balene ed ai delfini. Il territorio dell’isola è prevalentemente montuoso e ci sono ben 14 vulcani e l’interno è coperto da fitte foreste con pochi fiumi non navigabili che attraversano l’isola. Il clima è tipicamente tropicale con alternanza stagionale della pioggia. Anche se l’Indonesia è il più grande paese musulmano al mondo per numero di credenti, la popolazione di Fores è quasi esclusivamente cattolica, ci sono piccole comunità di musulmani che formano solo il 10% della popolazione dell’isola, anche se in molti casi animismo e credenze ancestrali si sono fuse con la religione cristiana. Il Cristianesimo venne introdotto dai missionari provenienti dal vecchio continente, i primi europei a mettere piede sull’isola furono i mercanti portoghesi durante il XVI secolo; essi influenzarono profondamente la cultura e il linguaggio dell’isola nel corso dei secoli.

L’ordine dominicano è stato sempre molto importante sull’isola, infatti quando gli olandesi attaccarono le fortezze portoghesi, le popolazioni locali guidate dai dominicani si spostarono sulla città di Larantuka, all’estremo est di Flores. Qui la popolazione portoghese si mischiò con gli isolani locali creando i “Larantuqueiros” o come gli olandesi usavano chiamarli “Zwarte Portuguezen” ossia i portoghesi neri. Come molte isole dell’arcipelago indonesiano anche il nome “Flores” (fiori) venne dato dai Portoghesi. Questa denominazione nacque dal fatto che l’isola è ricca di un fiore chiamato Delonix Regia che catturò l’attenzione dei portoghesi. Così essi cambiarono il nome dell’isola che prima era chiamata Nipa ossia serpente. Sull’isola si parlano almeno 6 lingue (da est a ovest; Ngadha, Nage, Keo, Ende, Lio e Palu’e), tutte appartenenti al ceppo austronesiano. Flores è divisa in otto provincie; da est ad ovest le prime tre sono chiamate Manggarai est,centrale ed ovest Manggarai in nome del gruppo tribale dei Manggarai che le abita, le altro sono Ngada, Nagekeo, Ende, Sikka and Flores Timur. I Manggarai sono la popolazione nativa di Flores e sono il più grande gruppo etnico dell’isola. La maggior parte dei Manggarai segue il Cristianesimo anche se all’estremità occidentale dell’isola vive una piccola comunità musulmana, mentre nei villaggi all’interno gli abitanti aderiscono ancora a credenze tradizionali, quali il culto di Mori Karaeng il dio creatore. Il loro sistema politico è basato sui clan, ogni clan è guidato da un capo chiamato Todo e ogni vilaggio è formato da almeno due clan. La cultura Manggarai è ricca di antiche tradizioni come il combattimento Caci.

La danza o il combattimento Caci, è un rituale di combattimento con la frusta, uno dei principali elementi dell’identità culturale dei Manggarai. L’abbigliamento Caci consiste in una frusta, uno scudo, una maschera e un bastone, ognuno di essi sta a simbolizzare qualcosa. La frusta dell’aggressore è fatta di rattan (una palma locale) e simboleggia il sesso maschile, l’elemento fallico, il padre, e il cielo. Lo scudo rotondo del difensore rappresenta quello femminile, l’utero e la terra. Di solito è fatto di bambù, rattan e ricoperto di pelle di bufalo. Come suggeriscono questi significati, gli elementi maschio e femmina sono uniti quando la frusta colpisce lo scudo. Le teste dei giocatori sono coperte da una maschera di legno o in pelle avvolta con un panno e del pelo di capra che pende verso il basso nella parte posteriore. I due corni della maschera rappresentano la forza del bufalo d’acqua. Per una protezione aggiuntiva dai colpi di frusta, il difensore mantiene un bastone nella mano sinistra. Successivamente indossano un “songket” tradizionale su un paio di normali pantaloni. Una cintura di campane sul fianco e una serie di campanelli legati alle caviglie creano un suono particolare durante il combattimento. La parte superiore del corpo rimane nuda e scoperta, lasciando il guerriero esposto alle frustate.

Il combattimento è svolto da due uomini, di solito provenienti da diversi villaggi. Dopo un segnale di partenza il duello inizia. L’aggressore cerca di colpire il corpo del suo avversario con la frusta ma tuttavia essere colpito non significa automaticamente perdere la partita, maggior importanza verrà data alla parte del corpo ad essere colpita. Un colpo in faccia o sulla testa significa perdere la partita; un colpo sulla schiena, però, è un buon segno, una promessa che il raccolto del prossimo anno sarà prospero. I ruoli di attaccante e difensore sono invertiti dopo ogni colpo di frusta, e, dopo quattro prove, un nuovo paio di avversari si prepara al combattimento. Anche se si tratta di un evento ludico, il combattimento Caci ha anche una funzione sacrificale: il sangue che viene versato dalle ferite causate dalle fruste è un’offerta agli antenati, i quali, in cambio, assicureranno la fertilità della terra.

Testo di Matteo Marrone |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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