A piedi, sulle orme dei briganti della Banda di Cartore lungo uno spettacolare percorso escursionistico tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino. Un Cammino di 100 km percorribile in sette giorni fra i boschi e i prati che si estendono sul confine fra Abruzzo e Lazio in quel territorio che, nell’800, faceva parte dello Stato Pontificio e del Regno Borbonico. Partenza e arrivo con un percorso ad anello da Sante Marie, vicino a Tagliacozzo (AQ), attraverso La Marsica e il Cicolano , fra gli 800 e i 1300 metri di altezza, dove vivevano i briganti, che avevano la loro base nel suggestivo borgo di Cartore, da cui la banda prese il nome. I briganti dell’Abruzzo non erano malviventi, ma una sorta di partigiani che combattevano nella clandestinità contro l’invasione dei Sabaudi: i nuovi padroni arrivati dal nord avevano decuplicato le tasse a persone che già soffrivano la fame e imposto l’obbligo della leva a giovani che non potevano smettere di lavorare la terra per una questione di mera sussistenza dell’intera famiglia. Questo non significa che la storia di quel periodo sia tutta rose e fiori: ci sono stati rapimenti, riscatti, violenze e momenti drammatici. Ma è la storia di questi piccoli borghi che si snodano lungo questo cammino naturalistico, storico e spirituale che permette di vivere un turismo all’insegna della sostenibilità e del “viaggiare lento”, per vivere un’esperienza differente, ma altrettanto ricca di emozioni.
Da Sante Marie, punto di partenza del Cammino dei Briganti, ci si muove verso il paese di Santo Stefano per poi attraversare il confine tra la Marsica Occidentale e il Cicolano. Da Nesce si arriva al suggestivo borgo di Cartore, un tempo base dell’omonima banda di briganti, con un’escursione al Lago della Duchessa (1.788 m), incastonato in una delle più belle cornici dell’Appennino centrale, all’interno della Riserva omonima. Si prosegue il cammino attraversando nuovamente il confine tra il Cicolano e la Marsica Occidentale per giungere a Rosciolo, a Scurcola e infine chiudere il cerchio a Sante Marie. Il cammino è percorribile in una settimana, con tappe di circa 15 km al giorno, tranne la prima che ne conta solamente 5 per abituarsi a camminare, attraversando boschi incontaminati, sentieri sterrati, mulattiere, roverelle, sottoboschi ascese e pendii. Si passa da paesi più grandi come Borgorose (4600 abitanti) o Magliano de’ Marsi (3600), a paesini come quello di Tubione, dove il numero di residenti nella stagione invernale è pari a 7. I camminatori percorrono la strada battuta dai Briganti della Banda di Cartore, che prende il nome dall’omonimo borgo, oggi adibito a struttura ricettiva per i briganti in una delle zone più incontaminate del cammino.
Immerso in una vallata alle pendici del Monte Velino, a 944 Mt., il borgo è l’unico paese presente all’interno del Parco Regionale dei Monti della Duchessa. Da qui partono i sentieri che portano al Lago della Duchessa ed al vicino Monte Velino tramite la Valle di Teve. Lungo tutto il cammino il turista conosce la cordialità, la loquacità, i sorrisi e l’ospitalità della gente locale, che non manca mai di offrire acqua fresca, ristoro, una seduta per una sosta o una ospitalità se pur rimediata per la notte. Si incontrano persone autentiche, vere, come Licia e Tommaso (a Poggiovalle) che sanno raccontare tutti i segreti e le leggende di quelle montagne Lungo il cammino, si può pernottare nelle strutture adibite a ricovero per i camminatori, quasi tutte case private che si sono organizzate in tal senso (la famiglia Di Marcello a San Donato, offre la propria struttura a conduzione familiare, con un grande giardino alle spalle dove si possono piazzare le tende dei campeggiatori). Ma questa esperienza si può vivere in maniera diversa ed ancora più a fondo dormendo in tenda. Non bisogna essere campeggiatori esperti, ma persone rispettose per la natura ed il paesaggio circostante.
Il cammino è percorribile anche in Mountain Bike con partenza da Scurcola Marsicana o dal Casale le Crete, da dove è possibile anche scegliere la simpatica compagnia degli asinelli. Camminare, fare questo tipo di esperienza, è qualcosa che va al di la della vacanza stessa, è un esperienza primordiale che riporta alla terra, ricongiunge con la natura circostante e permette di osservare il bello dei paesaggi e dei centri storici Fermarsi. Rallentare. Questo è forse il termine che insieme ad “osservare” rappresenta di più questa esperienza di cammino. Fermarsi ad ascoltare le storie degli abitanti di questi luoghi fa inevitabilmente assaporare e rispettare di più il territorio.
Testo e foto di Andrea Colarieti | Riproduzione riservata © Latitudeslife.com