Arroccato sugli Appennini da un lato e affacciato sul Mar Adriatico dall’altro, il Molise offre una tale ricchezza di suggestioni e suscita emozioni così intense che non è possibile raccontarle tutte insieme. Un viaggio nell’entroterra, nella provincia di Isernia, tra i borghi antichi e la natura quasi selvaggia delle montagne al confine con il Lazio e l’Abruzzo.
Il Molise non rientra nei percorsi turistici più battuti, forse per questo conserva ancora l’autenticità che spesso il viaggiatore cerca invano. Il nostro viaggio in Molise non può che iniziare da Venafro, porta della regione per chi arriva da ovest. L’abitato è dominato dalla Torricella, avamposto di guardia a picco su un dente di roccia, circondato da ulivi secolari. Qui si produce un olio di eccellente qualità, ricavato dalle olive Aurine, tipiche del posto, e già molto apprezzato ai tempi dei Romani. Plinio, Orazio e Strabone lo citano più volte nei loro scritti e oggi tutta la zona è salvaguardata dal Parco regionale dell’Ulivo. Il centro storico della cittadina, di origine preromana, è tutto un susseguirsi di vie e viuzze, salite e discese, piazze lastricate in pietra intervallate da numerose chiese: in tutto se ne contano ben trentatré.
Sul borgo vigila l’imponente castello dei Conti Pandone. Enrico Pandone, infatti, controverso e originale personaggio del Cinquecento, fece raffigurare sulle pareti delle stanze ben 26 cavalli a grandezza naturale, un caso unico per l’Italia. Tra tutti risalta il purosangue nominato San Giorgio, che nell’ottobre del 1522 il conte regalò all’allora imperatore Carlo V. Lasciata Venafro, ci dirigiamo verso Isernia.
Su un crinale collinoso sorge Monteroduni, con il castello del principe Pignatelli. L’imponente maniero, di origini longobarde, sovrasta con le sue belle torri merlate la piana del Volturno. Risalendo l’alta valle del fiume più importante dell’Italia meridionale, sulle cui sponde si sono combattute battaglie decisive per l’Unità d’Italia, scorgiamo l’abbazia altomedievale di San Vincenzo al Volturno. Sorge al centro di una vasta area archeologica e custodisce la straordinaria cripta dell’abate Epifanio che, con il suo ciclo di affreschi del IX secolo, ci trasporta, sospesi tra realtà e misticismo, in un viaggio che ha come filo conduttore la resurrezione. Ci troviamo a pochi chilometri dalle sorgenti del fiume Volturno. Da qui partiva l’antico acquedotto augusteo, che raggiungeva Venafro dopo un tragitto di ben 32 chilometri.
Proseguendo verso nord, dove il Molise si incunea tra Lazio e Abruzzo, ci imbattiamo in Scapoli, meno di mille anime ai piedi del Monte Marrone e conosciuto in tutto il mondo come la patria della zampogna. Qui, ogni estate, dal 1975, si svolge un Festival internazionale che attira suonatori di zampogna e cornamusa da tutto il mondo.
Continuando il nostro viaggio, ci lasciamo stregare da un paesaggio punteggiato qua e là da torri e fortezze costruite su rupi scoscese, come il castello di origine longobarda di Cerro al Volturno. Salendo ancora verso la montagna, attraversato il piccolo centro abitato di Pizzone, dopo una serie interminabile di tornanti raggiungiamo, a 1.400 metri di altitudine, Valle Fiorita. Qui è lo spettacolo della natura a colpirci. Uno scenario di quelli che non si dimenticano facilmente, soprattutto in autunno, quando il bosco ha i colori caldi del rosso, del marrone e del giallo. L’atmosfera che ci circonda è favolosa, nel senso che sembra di essere all’interno di una fiaba. Tra gli alti fusti di faggio e d’acero si possono incontrare cervi e camosci, oltre al lupo e all’orso marsicano, mentre su in alto, con un po’ di fortuna, può capitare di veder volteggiare l’aquila reale.
Lasciata la Valle del Volturno, eccoci nell’Alto Molise.
Quante volte abbiamo sentito i rintocchi delle campane, allegri e vivaci nei giorni di festa o monotoni per indicare le ore! Quasi mai però ci siamo domandati dove e come nasce quello che, a tutti gli effetti, può essere considerato un vero e proprio strumento musicale. La risposta risiede nell’antica città di Agnone.
Qui le campane hanno scandito per secoli la vita quotidiana della gente. Agnone è una specie di capitale dell’arte campanaria. Vi si trova la Fonderia Pontificia dei fratelli Marinelli, una delle più antiche del mondo, oltre che una delle poche ancora in attività. Stando agli archivi storici, i Marinelli si trasmettono l’antichissima arte campanaria di generazione in generazione da almeno sette secoli, precisamente da quando, nel 1339, Nicodemo Marinelli Campanarus fuse una campana di circa 2 quintali per una chiesa in provincia di Frosinone.
Da non perdere assolutamente, dunque, il Museo storico della Campana intitolato a Giovanni Paolo II, ricco di testimonianze uniche. Ma Agnone non è famosa solo per le sue campane. È anche una cittadina ricca di storia e opere d’arte, caratterizzata dall’alternarsi di architetture gotiche, rinascimentali e barocche. Numerose le chiese, come quella di Sant’Antonio abate, che risale al 1118 e ha un bellissimo campanile settecentesco, o Sant’Emidio, con una facciata del 1443 e all’interno opere dello scultore senese Giovanni Duprè.
Lasciamo Agnone per raggiungere, a poca distanza, la cittadina di Pietrabbondante, ai piedi delle Morge (dal latino murex): spuntoni di roccia nuda ricoperti da boschi. A rendere famoso questo piccolo centro è l’area archeologica, dove uno splendido santuario di età sannitica, i resti di due templi e di un teatro fanno rivivere gli antichi giuramenti delle gioventù dell’epoca, come racconta lo storico latino Tito Livio nei suoi scritti. Unicità del teatro sono i sedili in pietra con disegno anatomico.
È tempo di fare una sosta. Sulla strada provinciale in direzione di Isernia ci fermiamo presso la tenuta di Staffoli e scopriamo che, oltre a essere un ottimo punto di ristoro, è il punto di partenza per fare escursioni a piedi o a cavallo. Questi luoghi sono attraversati dagli antichi tratturi, le autostrade verdi di un tempo, usati per spostare le greggi durante la transumanza. I segni lasciati nel paesaggio sono molto evidenti. Percorrerli oggi, a piedi o a cavallo, vuol dire ritrovare la calma, la quiete, gli antichi profumi e, nelle stazioni di sosta, gli antichi sapori che questa terra sa offrire a chi la visita. Fino a Isernia è un continuo imbattersi in antichi borghi quasi tutti dominati da un castello o da una torre di difesa.
Il castello di Carpinone, per esempio, costruito in pieno periodo normanno, nel X secolo, è stato in seguito roccaforte dei conti guelfi del Molise e molte volte si è trovato a fronteggiare gli attacchi delle truppe dell’imperatore Federico II di Svevia. Nel XV secolo il bel maniero, che si erge a picco sul fiume Carpino, da cui prende il nome, fu protagonista di un episodio di cavalleria: nel 1442 l’allora proprietario del castello, Antonio Caldora, sconfitto dall’esercito di Alfonso V d’Aragona che di lì a poco avrebbe conquistato Napoli diventandone re, venne perdonato e lasciato vivo in possesso del suo castello.
In carrozza sulla Transiberiana d’Italia
Proprio ai piedi della fortificazione corre la storica Sulmona-Carpinone-Isernia, conosciuta anche come la Transiberiana d’Italia. Inaugurata nel 1897, è la ferrovia più alta d’Appennino ed è seconda in Italia solo alla ferrovia del Brennero. Rappresenta il primo progetto di turismo ferroviario italiano in ordine di passeggeri: oltre quindicimila viaggiatori scelgono ogni anno di vivere un’esperienza fuori dal tempo a bordo delle carrozze storiche su cui si respira l’emozione del viaggio dal sapore antico, ammirando panorami suggestivi in ogni stagione e sostando nei tanti borghi attraversati dalla linea ferroviaria. Il suo soprannome è legato alle nevicate invernali ma la richiesta crescente di turismo lento e di destinazioni fuori dalle rotte abituali sta determinando il rilancio della linea come vero e proprio laboratorio turistico per l’Alto Molise.
Ultima tappa del nostro itinerario è Isernia, che nel 1215 ha dato i natali a Pietro Angelerio, ai più noto come Celestino V, eletto Papa a Perugia nel Conclave del 1294. Visitiamo il centro storico, un fitto intreccio di vicoletti che accoglie le chiese di San Francesco e Santa Chiara oltre alla Cattedrale, intitolata a San Pietro, costruita sul podio del grande tempio dedicato a Giove. A poche centinaia di metri, la fontana della Fraterna, simbolo della città. Meritano di essere visitati anche il Museo Archeologico Santa Maria delle Monache, che ospita reperti di epoca romana e, in località Ramiera Vecchia, il giacimento paleolitico dell’Homo aeserniensis, oltre al Museo dei Costumi del Molise. La collezione museale comprende circa 40 costumi completi femminili, diversi pezzi d’abbigliamento, una corposa raccolta di fotografie e documenti d’epoca e oltre mille pezzi di oreficeria popolare antica. Si tratta di reperti straordinari, per bellezza, rarità e ricchezza delle finiture, in grado di rappresentare anche una rilevante testimonianza della cultura popolare del Molise.
Passeggiando tra i vicoli si incontrano donne che lavorano al tombolo, un’attività assai fiorente in città e in tutta la provincia di Isernia, dove si è diffusa a partire dal Quattrocento. Le antiche trattorie e i piccoli ristoranti fanno da contorno a questo viaggio indietro nel tempo, dove è possibile gustare salumi, formaggi, pasta all’uovo e ottime verdure. Tutto condito con olio d’oliva, prodotto ancora con i tradizionali sistemi di raccolta e molitura.
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Informazioni utili
Come arrivare:
In Molise
In macchina:
Autostrada A1, uscita: S. Vittore (da ROMA)
Autostrada A1, uscita: Caianello (da NAPOLI)
Autostrada A14, uscite: Vasto sud e Termoli
Autostrada A16, uscita: Benevento
In aereo:
Aeroporto: Roma Fiumicino|Roma Ciampino
Aeroporto: Napoli
Aeroporto: Pescara
Aeroporto: Foggia
In treno:
Stazioni principali: Campobasso; Isernia
Ad Isernia
In macchina:
Da Nord: prendere l’Autostrada Adriatica A14, uscire a Montenero di Bisaccia / Vasto Sud / San Salvo, poi prendere la SS650 (Fondo Valle Trigno) in direzione Isernia, proseguire sulla SS17, prendere la SS85 in direzione di Venafro e uscita in direzione di Isernia.
Da Sud: dalla Autostrada Adriatica A14 seguire le indicazioni per Pescara, proseguire sulla A16, seguire le indicazioni per Benevento, proseguire sulla SS88, uscire a Campobasso, prendere la SS87 (strada Bifernina) in direzione Campobasso / Isernia, proseguire sulla SS17, prendere la SS85 in direzione di Venafro e uscita in direzione di Isernia.
In aereo:
Aeroporto: Roma Fiumicino|Roma Ciampino
Aeroporto: Napoli
Aeroporto: Pescara
Aeroporto: Foggia
Clima:
La parte occidentale del territorio molisano è montuoso. Il clima è tipico montano: estati tiepide e sopportabili, inverni rigidi e nevosi.
Nella parte orientale, collinare, il clima è più mediterraneo: estati calde-temperate ed inverni freschi.
Dove dormire:
Hotel Dora
S.S. 85 Venafrana – km 24,600 – 86077 Pozzilli
Tel. 0865-908006
Albergo moderno, con ampio giardino, piscine e ristorante che si avvale delle proposte della cucina dell’eclettico chef Adriano Cozzolino. Gusterete grandi piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna: baccalà alla montanara, pancotto del pastore, cosciotto d’agnello farcito, sformato di caciocavallo.
Suggerimenti:
MUSEC
Il Museo dei Costumi del Molise nasce per valorizzare e rendere fruibile la prestigiosa collezione di Antonio Scasserra, raccolta in anni di appassionate ricerche. La collezione si compone di 35 costumi completi e oltre 100 elementi d’abbigliamento, tutti pezzi originali, che provengono da quei paesi del Molise che hanno, più di altri, mantenuto nel tempo l’uso dell’abbigliamento consuetudinario della tradizione.
Orari di apertura
dal lunedì al venerdì 09:30 – 13:00
martedì e giovedì anche 15:30 – 17:30
Isernia, Via Giovanni Berta, Palazzo della Provincia
Tel. +39 0865 441381 +39 0865 441471
Campi Valerio
Dal 1974 la cantina Valerio produce vini di pregio e di grande carattere. Nella tenuta che fu del Principe Pignatelli, la famiglia abbina la passione per l’agricoltura all’amore per la propria terra, dando vita a una produzione vinicola che mira alla valorizzazione dei vitigni autoctoni del Sannio Pentro (Molise). L’azienda si distingue per altro, come unica produttrice del vino Pentro ed è stata la prima a realizzare un Metodo Classico nel proprio territorio.
Testo e foto di Franco Cappellari|Riproduzione riservata Latitudeslife.com