Gli animali “donna” di Uluru

pittura aborigena
Pittura aborigena

La mitologia aborigena australiana comprende anche personaggi femminili. Le antenate, metà donna e metà animale, sono diverse. Tra le più popolari troviamo Tjintir-tjintirpa, la donna Willy-Wagtail (uccello ballerino). È un passero australiano bianco e nero, dalla lunga coda, che si nutre di insetti – specie quelli che si posano sulle sue ali – presente in tutta Australia; si distingue dagli altri uccelli grazie alle caratteristiche sopracciglia bianche. A Uluru il nome indigeno e onomatopeico, richiama il suono caratteristico che il volatile emette. La tradizione ricorda che la donna Tjintir-tjintirpa era solita vivere a Ikari, sul lato orientale di Uluru. I suoni delle cerimonie Mala che mettevano di buonumore la Donna-Uccello – sempre amichevole e allegra con tutti, forse solo un po’ troppo chiacchierona e curiosa – arrivavano attutiti, dall’altro lato della montagna. Ancora oggi gli aborigeni zittiscono quando nelle vicinanze c’è un uccello Willy-Wagtail; sono certi che potrebbe involarsi per raccontare a qualcun altro ciò che ascolta. Un altro tranquillo animale, dotato di una soffice pelliccia, è il marsupiale mole. Vive tra le dune di Uluru cacciando formiche, termiti e altri insetti che si procura esplorando la sabbia in superficie e quella sottostante. Il nome indigeno del marsupiale è Itjaritjari e il personaggio mitologico – la Donna-Mole – aveva appunto questo nome. Viveva in una grotta laterale di Uluru, nella stessa valle nella quale la gente Mala era solita officiare le cerimonie tribali. Dalla roccia yuu (tagliavento) situata davanti all’ingresso, Itjaritjari amava vedere i bambini delle donne Mala giocare; a protezione della tribù la Donna-Mole aveva poi scavato delle grotte che venivano utilizzate in caso di maltempo.

Molti dei serpenti che vivono nel centro Australia sono velenosi; la parola Anangu che li identifica è Liru.Tra quelli non-velenosi che vivono attorno alla zona di Uluru c’è il pitone. L’antenata di questo pitone è molto importante per gli Anangu: il suo nome è Kuniya. Questa è la sua storia. Kuniya, la Donna-Pitone, viveva ad est di Uluru, nell’area dove si trova ora Erldunda. Quando giunge per lei il tempo di fare figli, viaggia per molti giorni per raggiungere Uluru, dove era nata, per deporre con molta cura le uova nella grotta chiamata Kuniya Piti; i luoghi sopra la grotta sono quelli che frequentava alla ricerca del cibo. Mentre si trovava là, un nipote di Kuniya,  Kuka Kuka,  dall’altro lato della montagna viene inseguito da una pattuglia di cacciatori Liru (serpenti velenosi) arrivati dalla lontana Kata Tjuta. Kuka Kuka aveva infranto le loro leggi ed essi erano molto arrabbiati con lui. Gli uomini Liru gli avevano lanciato contro molte lance che lui era riuscito ad evitare, ma in seguito una l’aveva colpito. I segni delle lance sono ancor oggi visibili sulla parete rocciosa, lungo il sentiero che conduce alla cima. Kuniya, che non era a conoscenza di quanto avesse fatto suo nipote, si preoccupava per le ferite che gli avevano inferto con la lancia. Si mette quindi in viaggio lungo la base di Uluru per scoprire il corpo del nipote.

Quando arriva nella valle in prossimità della sorgente Mutitjulu, vede il l’Uomo-Liru sulla sommità della scogliera; seduto e con lo scudo in mano, la stava osservando. Kuniya lo chiama chiedendogli di suo nipote, ma lui si mette a ridere. La Donna-Pitone sente montargli la rabbia e dà inizio a una danza forsennata, che sprigiona alla vista una forza incontenibile. Subito dopo, afferra una manciata di sabbia e la scaglia violentemente al suolo cercando di calmarsi. Quindi prende un’altra manciata di sabbia e la scaglia contro la parete opposta della valle. L’Uomo-Liru, guardando Kuniya gettare la sabbia, ride di nuovo. Allora Kuniya prende il wana, (bastone da scavo) e picchia l’uomo sulla testa (è visibile il taglio nella roccia dove lei lo ha percosso; si può anche vedere la macchia lasciata dal sangue della ferita). La sua rabbia è talmente grande che continua a bastonarlo sino a ché l’Uomo-Liru cade morto. Il suo scudo rotola giù dalle rocce ed è lì ancora oggi. Kuniya trasporta allora il corpo di suo nipote nella sorgente, dove entrambi vengono trasformati in Wanampi (serpenti arcobaleno).Vivono entrambi lì, nella gorgia che sovrasta la sorgente e si prendono cura della stessa. Se la sorgente dovesse inaridirsi, i Wanampi porterebbero la pioggia, riempiendola di nuovo. Nelle giornate prive di pioggia, i serpenti Wanampi si aggirano tra le dune di sabbia esplorando e cacciando.

del ‘Columnist’ Federico Formignani |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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