Vietnam in moto. Rallentando per poi accelerare

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A bordo di una motocicletta scassata alla scoperta del Vietnam. Un dolcemente viaggiare tra città caotiche, risaie terrazzate, templi e villaggi che spuntano dietro curve e tornanti.

Il Vietnam è certamente un luogo affascinante fatto di culture, luoghi e modi di vivere completamente diversi rispetto al mondo occidentale. Nonostante la sua lontananza e le sue diversità negli ultimi anni ha conosciuto un’esplosione di popolarità. La baia di Halong, il delta del Mekong e le sue spiagge sono mete molto gettonate. Se però si cerca qualcosa di più autentico, una di quelle avventure che facciano avvertire il formicolio dietro la nuca e giù lungo la schiena derivato dall’emozione dell’incerto, qualcosa che risvegli sensazioni di eccitazione profonda e un piacere della scoperta che nessun resort a 5 stelle riuscirebbe mai a generare, allora forse la soluzione migliore è quella di prendere un volo per una delle due città cruciali di questa nazione (Hanoi o Ho Chi Minh city), recarsi in uno dei tanti rivenditori locali di mezzi usati (molto usati) a 2 ruote ed accaparrarsi per poche centinaia di euro un bidone epocale che dovrà, con tutta la benevolenza dei santi, accompagnare il suo fortunato possessore dalla parte opposta del Vietnam attraverso strade trafficate, polverose e talvolta tortuose per un totale di 1600 km.

A dirla così potrebbe apparire molto facile o molto difficile a seconda del lettore ma, in fin dei conti, è entrambe le cose. Prendere confidenza con una motocicletta con 100cc di cilindrata è alla portata anche di chi su una sella non ci si è mai seduto, se poi il cambio manuale appare uno scoglio insormontabile non è comunque difficile reperire qualcosa di semi o totalmente automatico per prezzi che, talvolta, sono anche inferiori rispetto alla controparte manuale.

Le cose si complicano leggermente quando si tratta di fare la prima uscita nel traffico locale, che sia Hanoi oppure Ho Chi Minh non cambia realmente le cose, qui i sensi di marcia sono più una formalità verbale piuttosto che una vera legge del codice della strada, i semafori caldi consigli piuttosto che obblighi, l’unica regola sacra ed incontrovertibile è quella che recita il più grosso passa per primo, e va da se che alla cima della scala gerarchica stiano bus e camion passando poi per camion più modesti e furgoni seguiti da auto, moto e solo alla fine biciclette e pedoni.

Nonostante una prima occhiata a questo elenco possa mettere ansia riguardo alle possibilità di sopravvivenza alla guida di un mezzo a due ruote bisogna poi notare che, essendo la posizione del pedone ancora più in basso, l’essere in sella è gerarchicamente molto più sicuro in rispetto all’essere a piedi. Panico a parte, se dopo i primi 5 minuti tutto potrebbe sembrare completamente folle, dopo la prima ora le cose iniziano ad apparire diverse e le paure vengono fugate poco a poco, con lo scorrere del tempo e con l’acquisizione di una fiducia data dalla comprensione di un mondo che, a modo suo, funziona, seppur con tutte le sue problematiche.

A questo punto vinto il primo sconforto non resta altro da fare che impacchettare i propri averi sul portapacchi, sigillare il tutto con i mezzi di fortuna che si sono riusciti a reperire, legare molto saldamente il bozzolo con corde che avrete rimediato con facilità in loco e partire verso l’infinito.

Che si inizi da nord dirigendosi verso sud o viceversa poco importa, la strada principale è una (saltuariamente due) e conduce in tutti i luoghi turistici più importanti segnati sul taccuino del viaggiatore informato, partendo dalla meravigliosa baia di Ha Long, con le sue montagne che fuoriescono direttamente dal mare creando uno spettacolo talmente suggestivo da essersi meritato di entrare a far parte della ristretta combriccola delle 7 meraviglie del mondo naturale. Qui potrete spendere un pomeriggio in barca e una giornata a Cat Ba, un’isola dove fuggire dalla furiosa urbanizzazione portata avanti grazie agli investimenti cinesi nella città di Ha Long e godersi una mattinata nel parco naturale ed un pomeriggio in spiaggia.

Se in voi pulsa il cuore di uno speleologo allora la tappa successiva deve essere il complesso di grotte di Phong Nha Ke Bang, qui al modico prezzo di 3000 dollari (si proprio tremila) potrete partecipare a un trekking di cinque giorni all’interno della caverna di Son Doong accreditata di essere una delle esperienze più incredibili da vivere in Vietnam.

Procedendo verso sud si arriva al trittico di città composto da Huè, Hoi An e Da Nang. La prima è una città piuttosto moderna ma senza eccessi; qui un pomeriggio per visitare la cittadella è assolutamente obbligatorio, la seconda una piccola bomboniera sulla cui sera cala un’atmosfera magica fatta di luci soffuse e sciabordio delle barche che percorrono i canali del centro; mentre la terza è qualcosa di molto più simile a una metropoli moderna fatta di alti palazzi e vita notturna. Ma più di ogni altra cosa qui di imperdibile c’è il passo montano (Hai Van Pass) che collega Hoi An a Da Nang. Affrontarlo su un mezzo che sbuffa e arranca come una caffettiera ormai arrivata alla sua ultima tazza regala proprio quelle emozioni che ci si aspetta di vivere in un viaggio come questo. Lungo tutto il percorso la vista sul mare semplicemente toglie il fiato e da sola ripaga di tutti i dolori al fondoschiena e la polvere ingoiata in questi giorni.

Proseguendo ulteriormente le verdi colline di Da Lat e le cristalline spiagge di Nha Trang sono le ultime tappe prima di attraversare le porte di Ho Chi Minh City, che ancora una volta vi accoglierà con un traffico infernale e lo smog che satura l’aria. Qui da vedere c’è poco o nulla, meglio spendere giusto il tempo necessario per prepararsi al rientro (o alla meta successiva qualora il vostro tempo a disposizione sia ancora molto) e a vendere la moto, se sopravvissuta, al primo backpacker che vi capita a tiro perchè se la vostra avventura è finita un’altra sta per cominciare in quel via-vai senza fine chiamato Vietnam.

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Informazioni utili

Info: per informazioni visitare il sito dell’Ente del turismo vietnamita

Come arrivare: sia Hanoi che Ho Chi Minh City si raggiungono facilmente dai principali aeroporti italiani con i voli di numerose compagnie.

Quando andare: il periodo migliore dell’anno sono i mesi compresi tra novembre e maggio dove si possono trovare temperature di circa 30 gradi durante il giorno e di 20 la notte. A nord di Hanoi però le notti possono essere molto più rigide con temperature prossime allo zero nelle zone montuose.

Dove dormire: in Vietnam, specialmente nelle maggiori città, si possono trovare soluzioni di ogni tipo: dall’ostello per backpacker fino al resort 5 stelle. Se però si desidera impostare il viaggio all’insegna dell’avventura e delle nuove conoscenze allora la prima soluzione è decisamente la più indicata. Lungo tutto il percorso ne potrete trovare moltissimi, qui ne consigliamo 3:

Vietnam Backpacker Hostel-Original: situato ad Hanoi, si distingue per le notti animate; all’interno c’è infatti un bar che organizza un’uscita di gruppo per andare a bere in altri posti (chiamata pub crawl) per poi finire in qualche discoteca.

Kiman Hotel & Spa nella bellissima Hoi An, questo hotel spicca per il rapporto qualità prezzo, per una modica cifra si possono avere camere sopra la media locale oltre alla piscina, bici gratuite e, per un piccolo sovraprezzo, una colazione con lauto buffet dove ingrassare felici;

Barney’s Backpackers Hostel a Danang ,un ostello interamente creato a tema How I met your mother e gestito da un simpatico ragazzo italiano. Qui, oltre ad una struttura di prima qualità, potrete trovare qualche piatto italiano ben cucinato, in caso la lontananza da casa iniziasse a farsi sentire.

Dove mangiare: il cibo di strada qui la fa assolutamente da padrone, non si possono fare più di 5 passi senza incappare in una bancarella di noodles o un venditore di Bàhn mì, parola vietnamita che indica il panino a forma di baguette il quale potrà poi essere farcito con i mille diversi ingredienti proposti sul momento per un prezzo che varia da 50 centesimi fino ad un euro. Se poi si desidera qualcosa dall’aspetto più rassicurante in tutte le maggiori città si potranno trovare molti di ristoranti eccellenti ma dai prezzi comunque ragionevoli.

Fuso orario: +5 ore quando è in vigore l’ora legale, +6 ore quando vige quella solare.

Documenti: un visto della validità di 15 giorni lo si può richiedere direttamente all’arrivo con il passaporto e validità residua di almeno 6 mesi. Se si desidera soggiornare per un periodo di tempo superiore è necessario richiedere il visto all’ambasciata vietnamita oppure al consolato vietnamita di Torino .

Vaccini obbligatori: l’unico vaccino obbligatorio è quello contro la febbre gialla ma solo qualora si arrivi o si abbia soggiornato per più di 12 ore (anche restando in aeroporto) in un paese considerato a rischio per questa malattia.

Lingua: la lingua ufficiale è il vietnamita ma l’inglese è comunque molto diffuso

Religione: il vietnam è una delle nazioni meno religiose al mondo, le più diffuse in ogni caso sono Buddhismo e il cattolicesimo.

Elettricità: corrente a 220v con prese elettriche a 2 poli di tipo A

Telefono: i cellulari funzionano ovunque, per telefonare in Vietnam occorre comporre il prefisso +84

Abbigliamento: capi leggeri ed estivi con un maglioncino e un paio di jeans però possono sempre tornare utili. Se ci si vuole spingere a nord in inverno occorrono giacche e pantaloni pesanti adatti a temperature prossime allo zero durante la notte.

Shopping: l’artigianato di qualità è riservato a pochi negozi, per strada si trovano molte cianfrusaglie di poco valore. Più interessante il discorso abbigliamento poichè qui si possono reperire capi North Face e di altri famosi brand occidentali che vengono prodotti nel Paese e un quantitativo viene venduto direttamente in loco.

Testo e foto Francesco Biestro|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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