Dove è legale la cannabis: ecco i paesi a favore

cannabis

Una panoramica sul tema che accende gli animi con polemiche, scontri e dibattiti. Con leggi che variano da Paese a Paese, ecco dove è legale la cannabis. 

Cannabis, marijuana, ganja, maria eccetera eccetera. Chiamatela come volete, ma il succo è sempre lo stesso: c’è chi la tollera, chi ne consente l’uso solo per certi versi, chi invece è completamente contro. Il caos.

È passato poco tempo da quando il Canada, l’ultimo Paese in ordine di tempo, l’ha legalizzata per uso ricreativo, ponendo un freno al mercato nero delle droghe; e mentre in Italia il consumo è strettamente concesso solo per scopi terapeutici, nel mondo si sta assistendo ad una progressiva liberalizzazione della sostanza.

Così, se ve lo state chiedendo, ecco dove è legale l’uso.

Uruguay

Detiene una sorta di primato, per essere stato il primo al mondo a legalizzarne la produzione, la vendita e il consumo, nel 2013. Tutti i cittadini maggiorenni, infatti, sono autorizzati a farne uso, previa iscrizione ad un apposito registro di consumatori.

Stati Uniti

Anche qui la situazione è varia e variabile. Per il momento l’Oregon, Nevada, Colorado, Washington, Alaska, distretto di Columbia e California sono quelli in cui è stata dichiarata legale, in particolare per uso ricreativo.

Olanda

Considerato il Paese dello “sballo” per eccellenza. La detenzione fino a 5 grammi non prevede sanzioni, eppure -udite udite- la cannabis qui formalmente non è legale. Ne è comunque tollerato il consumo nei (bazzicatissimi) Coffee Shop; al di fuori di questi luoghi, invece, il superamento della quantità consentita viene punito.

Bangladesh

Non vi è alcun divieto specifico, quindi viene consumata liberamente.

Se, quindi, da una parte ci sono i Paesi in cui la “maria” è legale, alcuni -come in Italia- in cui detenzione e uso sono depenalizzati, dall’altra c’è un gruppo ristretto di Stati nei quali il possesso – anche in quantità modeste – è pesantemente sanzionato, con pene che spaziano dalle multe al carcere fino alle corporali.

In RomaniaBelgio e Francia, ad esempio, è previsto il carcere, in Israele e Regno Unito è illegale, in Indonesia e a Singapore ci sono la fustigazione e l’ergastolo, in Iran, Malesia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti si arriva alla pena capitale e in Cina si puo’ finire nei campi di lavoro e rieducazione. In Giappone non se ne parla proprio: qui vige un divieto assoluto dal 1948.

Insomma, la situazione complessiva globale è estremamente eterogenea e a tratti quasi assurda, per cui si sfiora prima un eccesso e poi l’altro; e se la marijuana avesse un volto e una voce, il suo motto un po’ snob e spocchioso sarebbe sicuramente “bene o male, l’importante è che se ne parli”.

Testo di Redazione|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

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