
Sotto la polvere Città del Messico rifulge di quartieri vivaci, grattacieli, pittoreschi edifici, musei e gallerie. E nei dintorni si irradia la bellezza argentea delle antiche città coloniali, tutte da scoprire.
Al primo posto delle 28 destinazioni da non perdere sulla lista Best Travels della rivista National Geographic Traveler 2019 c’è Città del Messico, dove il cielo è sempre più blu. Anche la smisurata capitale ce la sta mettendo tutta per scrollarsi di dosso la cattiva fama di città tra le più inquinate al mondo; e rispetto agli anni passati, ne ha fatta di strada. A DF, il Distrito Federal, come viene chiamata in forma abbreviata Città del Messico, la concentrazione di agenti inquinanti si è dimezzata; la strada, certo, è ancora in salita, ma la città punta in alto: a partire da quello che viene considerato l’aeroporto più sostenibile al mondo, ad opera dell’archistar britannico Norman Foster e del grande architetto messicano Fernando Romero. La coltre spessa l’ha ben isolata dal farla una destinazione turistica apprezzata. Eppure, sotto le nuvole acide la città ha molto da offrire. Odiata e amata, contraddittoria, eccessiva, Mexico City oggi è un gran calderone dove oltre al traffico impazzito bollono vivaci fermenti culturali.
I talenti emergenti hanno preso d’assalto il quartiere Roma, negli anni 50 rifugio beat di William S. Burroughs, e che oggi ha sedotto anche la nota curatrice cubana Nina Menocal, rappresentando nella sua galleria artisti provenienti da Messico, Argentina e Cuba. E di gallerie importanti e interessanti qui ce ne sono eccome. Spuntano ogni giorno come funghi, assieme ai caffè, alle librerie ricercate, ai ristoranti alla moda e agli hotel di design, un po’ come succede a Condesa, l’altra colonia (quartiere) bohémien della capitale. Parque Messico è il naturale approdo delle lunghe passeggiate su Calle Ámsterdam, tra edifici Art Déco e i bar frequentatissimi in cui si consuma la vita serale. Poche metropoli al mondo possono vantare una ricchezza e varietà architettonica come quella di questa capitale in cui grattacieli moderni convivono con palazzi coloniali, murales e rovine preispaniche; nel solo Centro Histórico non si contano gli edifici di interesse storico e artistico, più di 1500. C’è la pletora di musei che offrono mostre gratis la domenica. C’è la musica mariachi che invade festosa Plaza Garibaldi.
C’è lo Zocalo, si sa, l’antico cuore nevralgico di Tenochtitlán, il centro dell’universo secondo gli aztechi. Non si sa, almeno non lo sanno molti messicani, che si chiama anche Plaza de la Constitution. A 50 chilometri da qui c’è la Città degli Dei, Teotihuacan, con le piramidi del Sole della Luna che presidiano solenni le rovine di quella che un tempo fu la più grande metropoli di tutto il Messico. Storia antica, questa. E poi c’è la storia pennellata da Diego Rivera, spiaccicata a Palacio National. E c’è il respiro di Frida che ancora aleggia al numero 247 di calle de Londres, nel quartiere magico di Coyoacán. La dimora della pittrice messicana più famosa al mondo oggi trasformata in museo, è una vera chicca in questa città impolverata e conserva molti degli arredi originali. Si potrebbe partire da qui, dal blu che si irradia dalle pareti di Casa Azul, per togliersi la polvere di dosso e partire alla volta dei cieli, azzurrissimi, delle città coloniali.
E se Città del Messico vanta uno sterminato numero di edifici coloniali, Puebla non è da meno. Sotto gli occhi guardinghi dei vulcani che la circondano, ha collezionato titoli: lo Zocalo, su cui si ergono le torri della Cattedrale, le più alte del Messico, è patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Ma la città non brilla solo per bellezza; Puebla è città eroica per essere stata il luogo in cui le truppe messicane nel 1862 sconfissero l’esercito francese. Barocca e angelica, tanto da guadagnarsi l’appellativo di Puebla de los Angeles, la città fondata nel 1532 dagli spagnoli è un tripudio di colori accesi. Le tempere sgargianti delle ceramiche vestono a festa gli edifici, stucchi dorati adornano le bellissime chiese. E poi la cucina, con piatti come i tacos arabès, le cemitas e i chiles en nogada che si compongono come tavolozze di colori.
Più a sud c’è Taxco, bookmark imperdibile sulla Via dell’Argento, la strada che gli spagnoli percorrevano per trasportare metalli e pietre preziose verso il mare. Ma c’è anche un filo sottile e immaginario che sottende le principali città coloniali e alcuni eventi cruciali che hanno portato il Messico all’indipendenza. Qui dove la Ruta de la Plata si sovrappone a la Ruta de la Independencia si incastonano gioielli coloniali come Queretaro, Zacatecas, Guadalajara e Guanajuato, patrimonio dell’umanità con le sue strade acciottolate, le piazze alberate ricche di monumenti e localini che la rendono frizzante. Da non perdere Alhóndiga de Granaditas, un edificio e monumento storico che si trova nel centro della città e che nel 1810 fu lo scenario della prima grande vittoria dei messicani sugli spagnoli; e poi la casa di Diego Rivera, nato proprio in questo stato, oggi diventata museo. Infine San Miguel de Allende, ricca di edifici che risalgono al XVII e al XVIII secolo. Avvolta da un’atmosfera cosmopolita, la vita mondana si consuma principalmente su El Jardin, la piazza più importante sulla quale svettano i pinnacoli rosa della imponente Parroquia de San Miguel Arcangel; le giornate dell’incantevole cittadina, mecca privilegiata di stranieri e artisti, scorrono piacevolmente tra inaugurazioni di atelier e mostre. Del resto, San Miguel è per gli americani il sogno messicano a portata di mano, l’Eldorado in cui trascorrere serenamente gli anni di pensione. Se si pensa che qualche anno fa i lettori della rivista Condé Nast Traveler l’hanno incoronata città più bella al mondo … mica stupidi questi americani.
Testo di Francesca Calò foto di Unsplash e Ente per la promozione turistica del Messico |Riproduzione riservata Latitudeslife.com
Informazioni: Ente per la promozione turistica del Messico
Come arrivare: con i voli delle principali compagnie aeree: KLM, Air France, Lufthansa o Iberia.
Quando andare – Clima: In un Paese vasto come il Messico le condizioni variano a seconda di latitudine e altitudine. In generale è consigliabile evitare i mesi più caldi dell’estate; meglio la primavera e l’autunno quando le piogge sono più rare e le temperature più moderate.
Viaggio organizzato: La Ruta de la Independencia è un itinerario Fly&Drive proposto da Konrad Travel della durata di 12 giorni. Si tratta di un viaggio con partenze individuali in totale libertà alla scoperta dei tesori coloniali del Messico. Quote a partire da 1590 Euro in camera doppia (base 2 passeggeri).
Fuso orario: ci sono tre diversi fusi orari in Messico, la regione centrale è indietro 7 ore rispetto all’Italia.
Documenti: Passaporto con validità residua di almeno 3 mesi.
Vaccini: nessuna vaccinazione è obbligatoria, vale la raccomandazione di evitare alimenti e bevande non confezionate.
Lingua : la lingua ufficiale è lo spagnolo, molto parlati i dialetti amerindi. L’inglese è abbastanza diffuso nelle grandi città.
Religione:cattolica al 90%.
Valuta: il Peso messicano (MXN) è la moneta circolante; il dollaro americano è largamente diffuso, molto più dell’Euro. È opportuno avere con sé banconote di piccolo taglio e le carte di credito più comuni che sono accettate negli alberghi, nei negozi e nei ristoranti (a volte con un supplemento).
Elettricità: 110 V con prese a lamelle di tipo americano, è quindi necessario un adattatore.
Telefono: Per chiamare il Messico dall’Italia, comporre il prefisso internazionale 0052 seguito dal prefisso locale e dal numero di telefono. Per chiamare l’Italia dal Messico il prefisso è lo 0039 seguito dal prefisso locale e dal numero di telefono. La telefonia mobile in Messico dispone di un’ampia copertura in tutto il Paese.
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