Giordania Outdoor     

Il viaggio prende il via dalla capitale Amman. Da nord a sud si percorre l’intera Giordania: riserve naturali, montagne, deserti, siti archeologici unici e famosi. Le vie percorse? Quelle che ricalcano le piste vecchie di secoli tracciate dai pastori nomadi e dal loro bestiame. Testo e foto di Gisella Motta

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Giordania, Dana Biosphere Reserve- Il deserto di Wadi Araba © Gisella Motta

Una veloce visita alla capitale, una notte in albergo e partenza di buonora il giorno dopo. Circa tre ore di pullman per arrivare alla Riserva Naturale di Dana che si estende per circa 300 chilometri quadrati nella parte superiore della Valle del Giordano, a nord, fino alle pianure desertiche del Wadi Araba. I ritrovamenti archeologici in quest’area testimoniano la presenza di insediamenti umani sin dal Paleolitico, seguiti da presenze egizie, nabatee e romane. La sosta per il pranzo ci consente di ammirare il panorama che dal Dana Village si può godere, spingendo lo sguardo lontano, verso il deserto roccioso. Un giro tra le case e i vicoli caratteristici ci mettono in contatto con la popolazione locale: due beduini con il loro gregge all’entrata nel paese, incontrati proprio di fianco al nostro bus. È ormai l’una del pomeriggio e il sole del deserto incomincia a farsi sentire. Dopo un pasto frugale incontriamo Luis, la guida di Cicling Jordan e nostro capo escursione, che subito ci assiste nella messa a punto delle biciclette, ci fa indossare il casco e ci rifornisce di acqua. La pista polverosa che attraversa questo deserto presenta dei bei sali-scendi piuttosto ripidi: ma siamo tranquilli; la jeep che ci segue a distanza ci rassicura. Per una trentina di chilometri pedaliamo tra rocce e arbusti secchi; incontriamo solo beduini e greggi di pecore e giungiamo, un po’ stanchi, al villaggio di Showbak, dove ci attende puntuale il pullman per accompagnarci a Little Petra.

Scalate e pedalate tra le rocce

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Giordania, Little Petra © Gisella Motta

A differenza della grande Petra nella quale i Nabatei vivevano e seppellivano i morti, qui troviamo una struttura fatta di tante grotte scavate nell’arenaria, che servivano per ospitare le carovane in transito dall’Arabia e dall’Oriente. Entriamo dall’ingresso est quando il sole se ne è già andato e ci avviamo verso il tempio Dushara, circondato dagli oleandri in fiore. Scale e cunicoli si arrampicano sulle meravigliose rocce di colore rosso-arancione fino ad arrivare alle grotte scavate nei piani superiori. Poco distante dal sito, una fila di tende verdi e blu sono piantate a ridosso delle alte pareti rocciose che hanno lo stesso colore arancione della sabbia attorno al fuoco; fuoco che ci accompagna e riscalda durante la cena: è qui che passeremo la nostra prima notte nel deserto della Giordania. Dopo il caldo del giorno e mano a mano che la luce del sole se ne va, la temperatura si abbassa repentinamente; il deserto è fatto così! Il mattino seguente, consumata una sostanziosa colazione, siamo pronti per percorrere una dozzina di chilometri, sino a giungere nel sito archeologico più importante della Giordania.

“Yalla, yalla” (Andiamo, andiamo) esorta la guida Nader, mentre imbocchiamo il sentiero dei beduini. Scalini a scendere e scalini a salire, tutti scavati nella roccia ormai levigata dal tempo, verso il  punto panoramico più alto che abbraccia  quasi tutta la valle. Ormai incontro abituale, ecco un beduino col suo asino: portano l’acqua sin quassù per dissetare i turisti che riprendono fiato prima di ridiscendere verso le porte di Petra. Durante la discesa si vede per prima la parte superiore del Monastero El Deir con la sua facciata intagliata nella roccia di colore rosato, mosse da striature gialle; uno spettacolo di quarantacinque metri per cinquanta di altezza: difficile in un semplice scatto dare un’idea della sua maestosità. Un’altra scala sulla destra, dove sventola la bandiera della Giordania, ci introduce nel Dark Siq, un canyon piuttosto stretto reso vivo da piccoli negozi, bambini che giocano, donne che ramazzano e i soliti asinelli che trasportano i turisti stanchi di camminare. Anche qui gli oleandri sono in fiore e costeggiano tutto il canyon fino in fondo dove ci fermiamo per pranzare.

Più di ottocento monumenti, cinquecento tombe e un’infinità di anfratti e scalette che conducono negli angoli più nascosti del complesso architettonico: impossibile esplorare Petra in mezza giornata. Sotto un sole a picco attraversiamo i ruderi del castello della figlia del faraone (Qasr al-Bint), la strada del colonnato, le tombe reali fino ad arrivare alla facciata più famosa di El Khasneh (Tesoro del Faraone) proprio di fronte alla stretta gola di accesso al Suq che letteralmente pullula di turisti di ogni nazionalità, a incrociare cammelli e calessi trainati da cavalli: i taxi di questa fantastica città. Percorriamo oltre un chilometro, riguadagnando l’uscita, con lo sguardo stupito rivolto in alto ad ammirare l’imponenza e la maestosità di queste gole.

Meraviglie del Wadi Rum

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Giordania-Wadi Rum © Gisella Motta

Il mattino seguente si riparte in bicicletta dal punto panoramico di Rajif,: in programma una pedalata di una cinquantina di chilometri fino ad  Al-Humayma. In questo tratto il deserto presenta solo dei dolci saliscendi di nessuna difficoltà; il sole però è implacabile. Verso la fine del pomeriggio riprendiamo il bus sulla Spice Route che conduce al centro visitatori del celeberrimo Wadi Rum, dove ci attende una jeep 4×4 per portarci al campeggio designato per il pernottamento. Il sole è già tramontato ma ci arrampichiamo sulle rocce d’arenaria per ammirare le tende dall’alto. Il campeggio è attrezzatissimo: ci sono le docce, la sala da pranzo e le tende rigide che contengono due letti. Siamo avvolti da un silenzio quasi innaturale che ci coccola per tutta la sera; domani ci attende l’ultima parte del nostro viaggio: due giorni di trekking nel Wadi Rum. Il termine “wadi” definisce il letto di quello che un tempo era un fiume, un canalone in cui scorreva un corso d’acqua a carattere non permanente, trasformato dal tempo in paesaggio da favola: un susseguirsi di canyon e di rocce modellate dall’acqua e dal vento. La prima tappa è di tredici chilometri, si cammina nella sabbia soffice nella quale il piede sprofonda, come nella neve fresca (chissà… se avessi con me le mie ciaspole!). Durante le brevi soste e poi al camping, veniamo rifocillati e riforniti d’acqua e succhi di frutta: il cibo è veramente ottimo e l’organizzazione impeccabile! Domani è il grande giorno! Ultima tappa, alla conquista della cima più alta del paese, i 1830 metri del Um Adaami, all’estremo sud della Giordania, proprio al confine con l’Arabia Saudita. Siamo stanchi e un po’ impolverati ma, alla fine, ci godiamo lo splendido panorama che da lassù si può ammirare. Al termine della nostra avventura, gli organizzatori di ATTA (Adventure Travel Trade Association) insieme a JTA (Jordan Trail Association) ci offrono ancora l’opportunità di un trasferimento sul Mar Morto per goderci il relax e i benefici del grande bacino d’acqua salata.

Testo e foto di Gisella Motta |Riproduzione riservata © Latitudeslife.com

Infoutili

Informazioni Ente del Turismo della Giordania e sul sito del Jordan Trail

Come arrivare

Voli di linea per Amman dalle principali destinazioni italiane: Royal Jordanian compagnia di bandiera.

Quando andare – Clima

Calde e secche le estati con temperature fino ai 49° gradi nella Valle del Giordano, più miti ad Amman e Petra. Le precipitazioni sono trascurabili, gli inverni sono brevi ma freddi. I periodi migliori per visitarla sono primavera (aprile-giugno) e autunno (settembre).

Fuso orario

+1 rispetto all’Italia

Documenti

Passaporto in corso di validità (6 mesi residui)

Visto

E’ necessario il visto d’ingresso turistico che può essere ottenuto semplicemente acquistandolo presso gli appositi sportelli dell’aeroporto giordano d’arrivo (20 dinari giordani)

Vaccini

Nessuno obbligatorio

Lingua

Arabo

Religione

Musulmana (92%), Cristiana (8%)

Valuta

Dinaro Giordano (JD, circa 1 euro)

Elettricità

220v, prese di tipo britannico, ma comuni anche le europee continentali. Consigliato adattatore.

Telefono

Copertura mobile quasi ovunque, tranne nelle zone più remote. Prefisso internazionale +962

Abbigliamento

Per le donne, tranne che nelle zone più turistiche come il Mar Morto, è consigliabile evitare abiti succinti, ma non è un obbligo legale. Anche per gli uomini un abbigliamento sobrio è segno di rispetto. Meglio portare qualcosa di pesante da indossare la notte perché le temperature variano rispetto al giorno e scendono da 32°C a 4°C.

Linkutili

Ente del Turismo della Giordania

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