Una fauna selvaggia, tribù autentiche e paesaggi incredibilmente vari da ammirare: in aereo e in mongolfiera. Il meglio del continente africano concentrato in un solo Paese, l’ideale per un viaggio fotografico a caccia dei big five. Testo e foto di Franco Cappellari
Il Kenya è un paese straordinario, un incanto per gli occhi e per il cuore, dove la natura è padrona e la gente cordiale ed accogliente. Solo qui e possibile incontrare la vera essenza dell’Africa. Il viaggio inizia a Nairobi, considerata oggi una delle più belle città del continente africano, col suo aeroporto Internazionale Jomo Kenyatta, il più grande e affollato di tutta l’Africa Orientale. L’ebbrezza per aver messo piede nuovamente su questa magica terra, fa dimenticare stanchezza e desiderio di riposo. L’albergo è nei pressi del Campus Universitario e l’incontro col capo spedizione, Miriuki Murithi è utile per un briefing e per discutere gli ultimi dettagli del viaggio, insieme al controllo dell’attrezzatura fotografica.
Verso il Masai Mara Reserve
L’indomani mattina raggiungiamo il Nairobi National Park, alle porte della capitale, famoso per essere scenario di numerose campagne pubblicitarie; riprendere alcuni dei “Big Five” e sullo sfondo i grattacieli, non è cosa da tutti i giorni! Nel pomeriggio decolliamo dal Wilson Airport per il Masai Mara Game Reserve. Istituito nel 1968, con la sua superficie di oltre 1500 chilometri quadrati, è la più grande e suggestiva area protetta del Kenya. A bordo di un piccolo Cessna, sorvoliamo la città e dall’alto è possibile distinguere l’ordinato disegno urbano, le ampie strade e i numerosi giardini che circondano i grattacieli. All’altezza del lago Naivasha le condizioni atmosferiche iniziano a cambiare e non promettono niente di buono. A causa di una perturbazione in arrivo, siamo costretti a cambiare rotta. Balliamo un po’ ma niente di preoccupante; dopo un’ora atterriamo sulla pista in terra battuta di una minuscola air strip all’interno del parco. Ad accoglierci c’è Joseph che ci ha accompagnerà per l’intero viaggio: guida esperta e cultore delle tradizioni locali. Durante il tragitto che ci conduce al lodge i primi incontri con gli animali: un gruppo di gnu attorniati da aironi bianchi e un branco di gazzelle.
La sera trascorre in tutta tranquillità e grazie a Muriuki, iniziamo a fare la conoscenza con la lingua Swahili: “Jumbo, Asante, Sana, Hakuna Matata”, queste le prime espressioni di cui impariamo il significato. Alla cinque del giorno successivo siamo pronti per la nostra prima uscita. La mattinata inizia alla grande: Joseph avvista un leone e due leonesse che da poco hanno concluso la loro caccia. Ho giusto il tempo di impugnare la mia fotocamera e scattare qualche foto; subito dopo gli animali, infastiditi dalla nostra presenza, decidono di spostarsi dove l’erba è più alta. Secondo le stime vivono a Masai Mara tra i 250 e i 300 leoni, la più alta densità di tutta l’Africa. Continuiamo la nostra caccia fotografica; la fortuna è con noi, perché gli incontri con alcuni degli gli altri “Big Five”, elefanti, bufali, rinoceronti e altre specie animali che popolano il bush, sono frequenti. Ma il tempo vola, iniziano a calare le ombre della sera ed è giunta l’ora di rientrare. Al lodge la corrente elettrica viene fornita da un generatore che alle 22 termina il proprio lavoro; quindi dopo una breve chiacchierata, passata a commentare la giornata appena trascorsa, non ci resta che ritirarci nelle nostre tende. Il cielo stellato sembra essere magico e il silenzio della notte è rotto solo dal canto degli uccelli e dai richiami delle iene.
Dall’alto della mongolfiera
Il giorno successivo è forse uno dei più attesi dell’intero viaggio: sorvoleremo il vasto altopiano del Masai Mara a bordo di una mongolfiera. Alle prime luci dell’alba siamo già in volo; lo spettacolo è di quelli che non si dimenticano. Davanti ai nostri occhi un’immensa pianura, mentre i raggi del sole iniziano ad illuminare la savana. Trascorriamo ancora qualche giorno nel parco e non abbiamo nessuna intenzione di spostarci da qui, se non prima di aver incontrato i Masai. Grazie ai nostri accompagnatori, ci viene concesso di entrare nel villaggio di Wanga. I Masai sono un popolo fiero della loro tradizione guerriera; oggi, così come in passato, si dedicano quasi esclusivamente all’allevamento e al pascolo del bestiame che costituisce la loro unica ricchezza.
A darci il benvenuto alcuni anziani, mentre i più piccoli ci osservano incuriositi da lontano. I drappi che avvolgono i loro corpi sono di colore rosso e blu; gli uomini indossano la shuka, una coperta a scacchi rossa, mentre le donne portano al collo e alle orecchie i caratteristici ornamenti di perline variopinte e hanno polsi e caviglie adornate da spirali in rame. Passano appena una decina di minuti e anche i più piccoli si avvicinano, superando l’istintiva timidezza; basta qualche scatto per farli felici. Come dimenticare quegli occhi incredibilmente vivaci e i bianchissimi sorrisi, nel momento in cui si rivedono sul monitor della fotocamera! In seguito facciamo la conoscenza con il capo tribù, al quale chiediamo di raccontarci un po’ della loro storia e delle loro cultura; li si ascolterebbe a lungo ma purtroppo il tempo è tiranno e la strada che dobbiamo percorrere prima di raggiungere il lago Naivasha è ancora molto lunga.
L’Africa più bella dall’elicottero
Questo bacino d’acqua dolce di forma circolare, su cui spicca il monte Longonot – uno dei coni vulcanici più alti dell’intera Africa – è tra le mete turistiche maggiormente frequentate del paese. Per gli appassionati del birdwatching e di ornitologia in genere è un luogo senza uguali. Qui si possono ammirare oltre cinquecento specie di uccelli, tra i quali spiccano i pellicani, i cormorani e le aquile pescatrici africane o aquile urlatrici, così chiamate per il loro possente richiamo. Ma non mancano anche i grandi mammiferi; in queste acque vivono gli ippopotami e lungo il perimetro del lago ci sono giraffe e alcune specie di antilopi. Ed è proprio qui che è stato possibile scattare una delle più belle immagini del viaggio: un’aquila pescatrice che aveva appena catturato la sua preda. Da non perdere, sempre nei pressi di Naivasha, il Green Crater Lake, un piccolo lago di origine vulcanica immerso nel verde. Il giorno successivo l’itinerario vede il nostro arrivo al Lake Nakuru National Park, altro bacino ricco di avifauna, in particolare di fenicotteri rosa; anche in questo luogo le specie animali di maggior spicco sono i rinoceronti bianchi e le rare giraffe di Rothschild, originarie dell’Africa Occidentale. Dopo una mattinata trascorsa in fuoristrada sulle sponde del lago, ci si è resi conto che fotografando da questa posizione non sarebbe stato possibile testimoniare fedelmente la maestosità dei luoghi e la quantità di fenicotteri presenti. A questo punto Muriuki si è attivato per chiedere la disponibilità di un elicottero al fine di realizzare delle foto aeree. Mezz’ora dopo è atterrato a Nakuru il comandante Kinyanjui, un quasi eroe nazionale. Personaggio molto noto in Kenya per via di un incidente aereo a seguito del quale era stato dato per disperso nella savana, ritrovato poi miracolosamente sano e salvo dopo ben sei giorni vissuti in un clima ostile e insidiato dai predatori. Esaurita la storia ”personale” del comandante, decolliamo a bordo dell’elicottero del Kenya Wildlife Service, impiegato normalmente sia per funzioni di controllo del territorio, sia per trasferire – in caso di necessità – gli animali selvatici da un parco all’altro. Lo scenario che ci si presenta dall’alto è a dir poco emozionante: sorvolare il lago Baringo dove prosperano coccodrilli e ippopotami; il Bogoria punteggiato da più di un milione di fenicotteri; il lago Vittoria dall’intenso colore verde da sembrare un immenso prato e infine la Rift Valley – l’apocalittica fenditura che attraversa il continente Africano – è stata una sensazione indescrivibile mai provata prima. A metà pomeriggio, Kinyanjui atterra al Wilson Airport; dopo averlo ringraziato per lo splendido volo, a bordo di un taxi raggiungiamo il centro di Nairobi. Muriuki ci guida attraverso la metropoli che davvero appare vivace e cosmopolita. L’ultima meta cittadina è il Kenyatta Conference Center, uno dei simboli della città, dedicato a Jomo Kenyatta, il padre della patria cui si deve l’indipendenza dagli Inglesi. Giusto epilogo di un viaggio a dir poco spettacolare.
Testo e foto di Franco Cappellari|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
Infoutili
Informazioni: Kenya Tourist Board, Ente del Turismo del Kenya; www.magicalkenya.it. Per qualsiasi informazione prima di partire l’Ambasciata del Kenya è a Roma: 06 8082717
Come arrivare: molte le compagnie che volano su Nairobi e Mombasa e anche i charter dai maggiori aeroporti italiani.
Quando andare – Clima: E’ caldo tutto l’anno, la stagione migliore è quella che da dicembre arriva a febbraio, il periodo meno indicato è quello della stagione delle piogge (tra maggio e agosto). Da novembre a dicembre, alla sera, ci possono essere brevi temporali.
Fuso orario: +2h rispetto all’Italia. +1h quando in Italia vige l’ora legale.
Documenti: passaporto con almeno 6 mesi di validità e una pagina vuota per il visto. Infatti per entrare nel Paese occorre dotarsi di visto. Il visto può essere richiesto online al seguente link. Ha un costo di 51$ o 40€. Può essere anche richiesto in Ambasciata a Roma e, ancora per un periodo limitato di tempo, richiesto all’arrivo in aeroporto. Può essere pagato in Euro o dollari; se intendete pagarlo in dollari americani le banconote devono essere di nuova emissione.
Vaccini: non è obbligatoria alcuna vaccinazione, ma è consigliata una profilassi antimalarica.
Lingua: kiswahili e inglese.
Religione: 38% di protestanti, 28% di cattolici romani, 26% di religioni locali, 7% di musulmani e 1% di altre religioni tradizionali.
Valuta: lo scellino keniota, 1 Euro vale circa 108 scellini. Gli euro si cambiano nelle banche e negli uffici cambio autorizzati, anche i dollari sono convertibili ovunque. Le carte di credito sono accettate, ma per motivi bancari viene addebitato un 10% in più sulla spesa effettuata.
Elettricità: 220-240 V. Le prese hanno 3 fori come in Gran Bretagna. E’ utile portare un adattatore universale.
Telefono: dall’Italia il prefisso è 00254, dal Kenya è +39 (oppure digitare tre zeri “000” seguiti da 39). E’ conveniente acquistare all’aeroporto una sim card locale (Safaricom o Zain Kenya); telefonate e sms con questi operatori costano cifre molto basse anche per le telefonate in Italia.
Abbigliamento e bagaglio: Servono capi leggeri e qualcosa di antivento per le escursioni nell’interno o eventualmente in barca. Importanti le creme solari e un repellente contro le zanzare.