Territori sconfinati che conservano la magia delle origini. Testo e foto di Luca Bracali

Sono tanti piccoli dettagli che ci fanno capire che siamo su un volo diretto verso un mondo totalmente diverso dal nostro, a partire dall’accoglienza in aeroporto, tutti sorridenti, persino i poliziotti di frontiera che ti timbrano il passaporto; insomma, tanti piccoli dettagli che fanno la differenza. Ma che mondo è questo che anche nelle affollate città dai ritmi frenetici conserva una quiete quasi magica; coincidenze? No, siete semplicemente arrivati in Australia. Non c’è frenesia, poco traffico e sciolto, la gente che non pare conoscere l’ansia; poi ti siedi ai ristoranti e vieni servito con tutta la calma che sogniamo e mai troviamo da qualsiasi altra parte del globo. Eccoci, siamo a Darwin, nel Northern Territory australiano; una città che con le altre del continente australiano (Sydney, Brisbane, Adelaide, Melbourne e, probabilmente anche Perth) non ha assolutamente nulla da spartire. Sebbene la storia indichi che il primo sbarco documentato da parte di esploratori europei nel continente australiano sia avvenuto nel 1606, tuttavia furono gli inglesi, capitanati dal celebre James Cook, ad approdare ufficialmente in Australia nel 1770. In quella terra rossa e vastissima, scoprirono qualcosa come la bellezza di 250 culture ed etnie diverse che parlavano circa 700 dialetti differenti sparsi in una moltitudine di gruppi che popolavano, incoscienti di farlo, la più grande isola-continente del mondo.
Il Kakadu National Park
Per avere soltanto una vaga idea di quanto sia sconfinata questa terra, basterebbe dire che uno dei parchi nazionali più celebri, il Kakadu, si estende per 19.000 km quadrati fatti di paesaggi selvaggi tratteggiati da scarpate rocciose e cascate, pianure alluvionali e foreste impenetrabili e abitato da un terzo delle specie di uccelli ed un quarto delle specie ittiche dell’Australia intera. Moline Rockhole e Motorcar Falls non sono certamente le cascate più famose se messe a confronto con le Jim Jim Falls o le Twin Falls, ma sono spettacolari e capaci di conservare quel fascino che deriva dalla sensazione di mistero che emanano. Insomma, stiamo parlando di un angolo di pace isolato da tutto il resto, nel quale la freschezza di un lungo bagno ristoratore può essere soltanto un valore aggiunto. Ma la vera straordinarietà del Kakadu è nascosta nelle rocce: le pitture rupestri. Un’arte meravigliosa, dipinta millenni fa sulla pareti rocciose e testimonianza immortale della cultura vivente più antica del mondo, quella degli aborigeni australiani. Proprio qui è stata ritrovata un’ascia in pietra risalente a 65.000 anni fa. Le prime migrazioni verso il continente australiano pare siano avvenute partendo dall’Indonesia, quando il livello delle acque era così basso che i mari si potevano attraversare a piedi o comunque utilizzando imbarcazioni rudimentali: popolazioni spinte molto probabilmente dall’arrivo di una glaciazione e quindi dalla ricerca di un clima migliore. Situate ai margini del Mary River National Park, le wetlands, letteralmente “terre umide”, sono un’area verde molto estesa e interamente sommersa dalle acque. Un paesaggio rimasto immutato da millenni, un autentico paradiso da attraversare in barca, habitat di una avifauna varia tanto quanto popolosa, nel quale il coccodrillo d’acqua dolce si nasconde un po’ ovunque, in mezzo alle radici delle mangrovie, il suo rifugio preferito.
L’outback australiano

È un territorio veramente sconfinato, più di quanto il nostro cervello riesca a comprendere. Alice Springs è il primo centro che ci accoglie. Una città che negli ultimi anni è cresciuta enormemente, alimentata dalle tante opportunità offerte da un turismo in fortissima crescita. Una attrattiva eccezionale per i visitatori è pure il West Mac Donnell National Park che offre scorci davvero suggestivi insieme al Simpsons Gap con le sue gole di roccia dal color sanguigno e le sue pozze d’acqua cristallina. È proprio in questi luoghi che gli aborigeni Arrernte, anch’essi incantati da quella struggente bellezza, decisero di considerarli depositari del divino e teatro di lontani miti su giganteschi antenati. Per lasciare Simpson Gap per Standley Chasm, poco distante, ci abbandoniamo all’intimità di una piccola ma grande oasi, disegnata e scavata nei millenni dalla pazienza di un torrente che attraversa la roccia facendosi strada fra pareti a picco che arrivano ad altezze di circa 80 metri. Alice Springs tuttavia è anche patria di numerose iniziative come il Parrtjima ad esempio, il festival della luce, dove tradizioni e cultura aborigena tornano a brillare nelle musiche e nelle proiezioni. Lo spirito del luogo si esprime anche in folli imprese altruistiche attraverso i famosi Flying Doctors, i medici che non conoscono frontiere e che volano con i loro ultraleggeri nelle regioni più remote dell’outback a prestare il loro soccorso. E il soccorso non è solo per gli umani, come testimonia il celeberrimo Mr. Brolga, alter ego di una mamma canguro per i piccoli orfanelli dell’outback: Il Kangaroo Sanctuary, reso famoso dalle serie televisive National e BBC, è un luogo assolutamente da visitare e Mr. Brolga, persona straordinaria, è come minimo da conoscere.
Il centro Rosso

E’ il luogo più simbolico di tutta l’Australia, l’icona più riconosciuta di questa isola-continente, quello che sicuramente non può mancare in nessun itinerario. E si trova ancora più al centro e ancora più ad ovest rispetto ad Alice. L’esploratore William Goose, la battezzò nel 1873 Ayers Rock, in onore del primo ministro dell’epoca che finanziò la spedizione. Gli aborigeni, che qui vivono da millenni, lo considerano uno dei loro luoghi più sacri e lo chiamano Uluru. Difficile spiegare il fascino di questa roccia così imponente e così visibile anche a decine di chilometri di distanza, capace di mutare il suo colore a seconda della stagione e dell’ora, anche se la magia del sole al tramonto, quando si riflette sulla superficie liscia e levigata della sua roccia, incarna il massimo dell’intensità e insieme dell’emozione. Uluru, a parte l’aspetto puramente estetico che lo rende comunque unico, contiene fra i suoi tesori diverse pitture rupestri. Non è un caso infatti che le regioni aborigene e così i gruppi linguistici si ingrandiscano mano in mano che si procede verso l’entroterra dalle regioni costiere. The Olgas, o meglio “Kata Tjuta” in lingua aborigena, dista da Uluru una quarantina di chilometri in linea d’aria ed è un altro sito cerimoniale dei nativi, però in questo caso esclusivamente maschile e riservatissimo tanto che nemmeno alle donne aborigene è consentito avvicinarsi durante le cerimonie. Kata Tjuta deve il suo fascino alle 36 meravigliose cupole in roccia sedimentaria che ne costituiscono l’insieme; generatesi da un processo evolutivo iniziato con lo sgretolamento della catena montuosa di Peterman che, 200 milioni di anni fa, svettava a 9.000 metri di altezza, oltre l’Everest di oggi.
Testo e foto di Luca Bracali
Infoutili
Informazioni: Sito ufficiale dell’Ente del Turismo del Northern Territory ricchissimo di informazioni.
Come arrivare: Dall’Europa si vola a Singapore con numerose compagnie aeree e di qui si prosegue per Darwin in quattro ore. Si può volare Quantas o con la Jetstar. Le destinazioni all’interno del NT e i collegamenti da Darwin al resto dell’Australia sono assicurati da Quantas.
Quando andare – Clima: A Darwin il clima è caldo tutto l’anno. Da maggio a ottobre è piacevolissimo, da novembre ad aprile è particolarmente umido.
Fuso orario: 8 ore e mezzo in più rispetto all’Italia. Quando è in vigore l’ora legale, a stagioni invertite rispetto all’Italia, varia da 7 ore e mezzo durante la nostra ora legale a 9 e mezzo durante la loro.
Documenti: Basta il passaporto. Il visto viene rilasciato dal tour operator o dalla compagnia aerea con cui si viaggia, vale un anno e dura 3 mesi. Si guida a sinistra ed è sufficiente la patente italiana.
Vaccini: in Australia non occorrono vaccinazioni; il Paese possiede un sistema sanitario molto efficiente.
Lingua: Inglese
Religione: 26,1% anglicana, 26% cattolica, 24,3% altri riti cristiani, 23,6% altre religioni
Valuta: dollaro australiano.
Elettricità: 220-240V, ma bisogna usare un adattatore per prese tripolari
Telefono: : Per chiamare l’Australia: 0061 seguito dal prefisso locale senza lo zero e dal numero. Per chiamare l’Italia: 0011 + 39 + numero italiano.
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