Livorno è una scoperta continua, attraverso le vie e le piazze del centro storico, lungo i bastioni della Fortezza e sul lungomare che celebra l’indissolubile contatto della città labronica con la perpetua bellezza del Tirreno

Colorita, vivace, profumata di mare e di salmastro, affollata di barche e cullata dagli sbuffi delle navi, ma soprattutto una città tutta da pedalare. Livorno è il porto di mare per eccellenza, la città di passaggio dove tra una partenza e l’altra a non trovar spazio è solo la monotonia. Ma è anche una città da visitare e vivere, imparando a fermarsi per conoscerla a fondo. Si estende lungo la costa e la bicicletta è uno dei migliori modi per visitarla tutta, zig-zagando tra i canali e i moli del porto, con quella leggera brezza di mare tra i capelli.
Dunque in sella! Il Pontino, a nord ovest della città, è uno dei quartieri più caratteristici e occupa una area molto estesa: è un mix di scali, piazze, fossi e “viuzze”, che convogliano da un lato sulla Fortezza Nuova e dall’altra parte alle mura Leopoldine. Le cantine che si affacciano sullo specchio d’acqua davanti la Fortezza erano una volta luogo di lavorazione di acciughe e baccalà da parte degli abitanti del rione. Un buon punto da cui iniziare il tour in bici è Piazza Garibaldi, dove il quartiere del Pontino diventa un incantevole quadro d’autore, con le case che si specchiano sul Fosso Reale: pedalando lungo i fossi troverete sulla sinistra una meraviglia cinquecentesca, la Fortezza Nuova, parte integrante di una cinta muraria costruita nel 1500.
Oggi è sede di un parco pubblico, ricco di concerti musicali, laboratori artistici, cinema, incontri culturali ed altri eventi, soprattutto nel periodo estivo. Dagli Scali del Pontino, scendendo senza fatica lungo i fossi, troverete una piccola parte delle cantine della città, luoghi che raccontano abitudini e tradizioni ancora radicate, come le cantine dei rioni, dove si allenano i vogatori per i pali lungo i fossi o quelle degli artisti, atelier di strada aperti a tutti. Lasciando il Pontino e Piazza Garibaldi, tenendo la Fortezza sul lato destro, si costeggia Piazza della Repubblica e si raggiunge il Comune, con le vie laterali che conducono all’interno del quartiere Venezia.

A fine luglio vi consiglio di scendere dalla bicicletta, perché si anima di concerti, spettacoli, ristoranti più o meno improvvisati, bancarelle e livornesi per uno degli eventi più attesi, “Effetto Venezia”. Prima di proseguire, ritornando verso il Comune e tuffandovi per un attimo nel traffico, potrete fare un giro nel cuore pulsante del centro, costituito dalla suggestiva piazza Grande, dal Palazzo Grande e dal Duomo. Camminando con la bici a mano, potrete pure concedervi un po’ di shopping o semplicemente ammirare le vetrine. Tornati in sella, riprendendo gli Scali del Corso troverete la sede del Vernacoliere, rivista irriverente ed espressione della sfrontataggine dei livornesi e di quella satira che non teme rivendicazioni e confronti. Prima di ripartire, una breve sosta alla Bodeguita è quasi d’obbligo, anche solo per un caffè o un’acqua fresca nel locale affacciato sul canale, che diviene il cuore della vita notturna del quartiere.
Su e giù dalla bici, una Livorno da gustare
Imbracciata la bici, pedalando dolcemente lungo gli Scali del Refugio troverete la Chiesa di Santa Caterina, un capolavoro che custodisce diversi affreschi e un dipinto a olio del Vasari. Una volta usciti risalite gli stessi Scali del Refugio in direzione del Porto e superate le vecchie carceri dei Domenicani; cercate sulla destra la via dei Bottini dell’Olio, e passate poi Viale Caprera. Raggiungete la rampa d’accesso al Ponte SS Trinità: non è molto comoda con la bicicletta, ma è utile per evitare il traffico. E una volta saliti, per riprendere fiato, potrete fermarvi ad ammirare gli scenari della Fortezza Vecchia, all’estremità del porto mediceo, simbolo della storia e delle tradizioni più antiche della città, e i primi canali del Porto di Livorno, crocevia di fedi e cultura. Sulla sinistra il vecchio Mercato Ittico, con sul tetto un dipinto di Libera Capezzoni: un enorme acciuga con sotta la scritta: Lische, squame, coda, amore, Libertà.
Il Porto di Livorno, grazie alla presenza dell’Accademia Navale, è testimone del ritorno dell’Amerigo Vespucci, il celebre veliero orgoglio della Marina Militare Italiana che ogni anno, tra settembre e ottobre, cala l’ancora nelle sue acque. Ora il tragitto prosegue tutto in piano, imboccando la strada che affianca il porto, dove si trova uno dei monumenti chiave della città, i Quattro Mori. Una statua eretta per celebrare la vittoria di Ferdinando I de’ Medici sui corsari che ostacolavano le rotte e impedivano i commerci nel Granducato di Toscana: opera di Giovanni Bandini e Pietro Tacca, rappresenta Ferdinando circondato da quattro pirati incatenati. Anche senza essere stanchi, qua una breve sosta per la statua va messa in contatto, in omaggio alla storia labronica. Ma non fate aspettare i pedali, perché proseguendo lungo Piazza Mazzini e la zona di Porta a Mare si raggiunge il Viale Italia, con la passeggiata e le celebri “baracchine”, frequentate la domenica pomeriggio da persone di ogni età e il sabato sera dai giovani livornesi. Qui la bici è di casa, grazie ad alla pista ciclabile che corre sul lungomare per ben 5 km: un incanto da percorrere in completo relax, assaporando il profumo del mare e la città a passeggio.
La prima parte del Viale culmina sulla Terrazza Mascagni, un belvedere a scacchi grigi e bianchi che, come un serpente sinuoso, traccia e segue la linea di costa. Splendida al tramonto e durante le forti libecciate, con le onde che sbattono e imprigionano per pochi secondi le colonne. Fermatevi, contemplate il mare e magari approfittate di una bibita, un panino o di un po’ di musica al Surfer Joe, fast food in pieno stile anni ’50, sempre pieno di giovani. Nei pressi della Terrazza, c’è il Museo Fattori, una raccolta di dipinti di Giovanni Fattori e dei Macchiaioli. Insieme alla Casa di Modigliani, in via Roma 38, è uno dei luoghi da visitare per gli amanti dell’arte. Superata la Terrazza Mascagni e gli stabilimenti storici dei Bagni Pancaldi, si aprono i cancelli dell’Accademia Navale. Proseguendo sulla pista ciclabile, continuano gli scogli e le tante scese al mare. Quando sarete stanchi, sceglietene una, scendete e perdetevi con i bagnanti che qua mettono radici da marzo a novembre, sempre in cerca di sole o di un bagno rinfrescante. Poi ci sarebbe da ripartire, riprendere la bicicletta, magari imbarcarsi per le isole. Ma con la bicicletta cambia prospettiva e in un porto di mare è più lasciare l’ancora un po’ più a lungo.
Non solo Cacciucco

Se c’è una cosa che proprio non manca a Livorno sono i ristoranti. Uscire fuori a mangiare qua è un vero e proprio rito, adatto a tutte le tasche. E guai a sbagliare un cacciucco o peccare di scortesia. Per una merenda o pasto velocissimo la Torteria da Gagarin, in via del Cardinale, di fronte al mercato coperto, è il posto adatto: qui si mangia solo torta di ceci, sola o nel 5&5. Poco più in là, in piazza Cavallotti, l’osteria la Barrocciaia propone piatti livornesi doc su ordinazione o panini a qualsiasi ora conditi con la celebre salsa verde. Per il vero cacciucco e piatti di mare invece c’è l’imbarazzo della scelta. La Trattoria da 11, in via Bassa, non delude mai, mentre i giovani gestori del Mela Fumo (via Mentana) si trovano spesso a fronteggiare lunghe file di livornesi adoranti il loro cacciucco. Infine, da decenni l’Antico Moro, in via Barrelloni, ripropone i propri piatti a cui in molti si sono affezionati.
Informazioni: sul sito ufficiale del Comune di Livorno
Testo di Patrizio del Duca|Riproduzione riservata ©Latitudeslife.com
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